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Guerra Russia-Ucraina, a rischio il made in Italy sulle tavole di Mosca e Kiev

A rischio 100 milioni export di cibo lombardo. È quanto stima la Coldiretti in base a una proiezione su dati Istat, con le vendite che in Russia valgono oltre 77 milioni di euro e in Ucraina circa 36 milioni di euro

 
27 febbraio 2022 | 16:34

Guerra Russia-Ucraina, a rischio il made in Italy sulle tavole di Mosca e Kiev

A rischio 100 milioni export di cibo lombardo. È quanto stima la Coldiretti in base a una proiezione su dati Istat, con le vendite che in Russia valgono oltre 77 milioni di euro e in Ucraina circa 36 milioni di euro

27 febbraio 2022 | 16:34
 

E dopo l’embargo la guerra che mette a rischio anche le esportazioni agroalimentari lombarde in Russia e Ucraina per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro in un anno. È quanto stima la Coldiretti Lombardia in base a una proiezione su dati Istat riferiti al 2021, con le vendite che in Russia valgono oltre 77 milioni di euro e in Ucraina circa 36 milioni di euro.

  A rischio100 milioni export di cibo lombardo Guerra Russia-Ucraina, a rischio il made in Italy sulle tavole di Mosca e Kiev

A rischio100 milioni export di cibo lombardo


In pericolo il Made in Italy a tavola


Gli effetti del conflitto ucraino rischiano di cancellare tutto il Made in Italy a tavola dai mercati di Mosca e Kiev con le esportazioni agroalimentari italiane che nel 2021 hanno complessivamente superato il miliardo di euro, aggravando ulteriormente gli effetti dell’embargo deciso da Putin con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014, e da allora sempre prorogato, come risposta alle sanzioni decise dall’Unione Europea, dagli Usa ed altri Paesi per l’annessione della Crimea. Un blocco che è già costato alle esportazioni agroalimentari tricolori 1,5 miliardi negli ultimi 7 anni e mezzo.


Le conseguenze dell’embargo

Il Decreto di embargo tuttora in vigore colpisce un’importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. L’agroalimentare è, fino ad ora, l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti Made in Italy presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura.

 


Il boom delle imitazioni

Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy, realizzati in Russia come parmesan, mozzarella, robiola, o nei Paesi non colpiti dall’embargo come scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e gorgonzola di produzione Svizzera e reggianito di origine brasiliana o argentina.


Nei supermercati russi si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia” all’insalata “Buona Italia”, dalla robiola Unagrande alla mortadella Milano. Il danno – conclude la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, ha dovuto rinunciare ai prodotti alimentari Made in Italy originali.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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