Guerra in Ucraina: manca un quarto del grano mondiale

Per Coldiretti il conflitto con la Russia sta provocando una catastrofe mondiale sul piano agricolo e alimentari mai vista dai tempi della Seconda guerra mondiale. A oggi le semine sono infatti state dimezzate

30 marzo 2022 | 13:00

La guerra in Ucraina rischia di provocare una catastrofe globale a livello agricolo e alimentare. È quanto sostengono le Nazioni Unite, allarme supportato anche da Coldiretti che sulla base dei dati del Centro Studi Divulga ha segnalato che rischia di venire a mancare dal mercato oltre un quarto del grano mondiale. Russia e Ucraina insieme controllano infatti il 28% degli scambi interazioni con oltre il 55% di tonnellate movimentate. Per Coldiretti l'Unione europea deve superare i protezionismi per garantire gli approvigionamenti alimentari, ma anche con interventi immediati per contenere il rincaro delle materie prime.


Il conflitto tra Russia e Ucraina sta facendo mancare le semine primaverili

Coldiretti ha segnalato che se la guerra non terminerà al più presto le semine primaverili di cereali in Ucraina saranno praticamente dimezzate. In pratica verranno fatte su una superficie di 7 milioni di ettari rispetto ai 15 milioni, precedenti all’invasione della Russia. Questa sta inoltre bloccando anche le spedizioni dai porti del Mar Nero dove 94 navi per il trasporto di prodotti alimentari nel Mediterraneo sono state fermate e tre bombardate. Per Coldiretti si tratta di un taglio significativo anche alla luce delle difficoltà del commercio internazionale di materie prime agricole in una situazione in cui molti Paesi stanno adottato misure protezionistiche, bloccando le esportazioni.

Preoccupa la speculazione sui prodotti alimentari

A preoccupare sono le speculazioni sui prodotti alimentari, ha spiegato Coldiretti. «Una speculazione sulla fame che nei Paesi più ricchi provoca inflazione e povertà, ma anche gravi carestie e rivolte nei Paesi meno sviluppati - ha spiegato l'associazione - Come emerge dall’analisi delle Nazioni Unite, che evidenzia come paesi quali l’Egitto e il Libano dipendono per l’85% dai cereali dell’Ucraina».

 

L'emergenza cereali riguarda l'Italia

L'emergenza internazionale riguarda direttamente anche l’Italia. Per Coldiretti «è un Paese deficitario e importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame - ha ripreso  - Dall’Ucraina in Italia arriva appena il 2,7% delle importazioni di grano tenero per la panificazione per un totale di 122 milioni di chili ma anche ben il 15% delle importazioni di mais destinato all’alimentazione degli animali per un totale di 785 milioni di chili (secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al 2021. L’Italia importa circa la metà del mais di cui ha bisogno».

Coldiretti all'Unione europea: «evitare comportamenti protezionistici»

Per Coldiretti l'Italia deve fare rete insieme alle altre nazioni europee. «L’Unione Europea gioca dunque un ruolo determinante per garantire gli approvvigionamenti alimentari e bisogna evitare comportamenti protezionistici, come il blocco delle esportazioni annunciato dall’Ungheria e superato solo grazie all’intervento diretto del premier Mario Draghi» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini a Bruxelles dove si è recato per incontrare tra gli altri il commissario Paolo Gentiloni per l'Economia e il collega Janusz Wojciechowski Commissario all'Agricoltura. Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro».

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Alberto Lupini


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