A parte Salvini, che cerca ancora di tenere uno spiraglio aperto verso i no vax per non farsi scavalcare troppo dalla Meloni (ma deve di fatto accettare l'orientamento maggioritario del suo partito), tutto il Governo sembra ora compatto sulla questione dell’obbligo del green pass per i lavoratori. A ufficializzare anche la posizione finora ondivaga della Lega è intervenuto il ministro (leghista) dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in occasione del suo intervento per l’inaugurazione del Micam presso i padiglioni della Fiera Milano a Rho: «Le decisioni difficili assunte dal governo», come l’obbligo del Green pass sui luoghi di lavoro, «sono volte a questo, non a limitare la libertà, ma ad aumentare la libertà e l’incontro. Abbiamo fatto queste misure per riaprire». Una posizione che di fatto si allinea a quella di tutta la maggioranza, mentre arrivano notizie rassicuranti come l’aumento delle prenotazioni per le vaccinazioni. Secondo le stime della struttura commissariale diretta dal generale Figliuolo, negli ultimi giorni l'incremento delle prenotazioni sta tra il 20% e il 40% rispetto alla settimana precedente, mentre le prime dosi hanno segnato un +35% rispetto alla stessa ora di sabato scorso. E questo mentre in Lombardia si è già vicini alla vaccinazione del 90% della popolazione sopra i 12 anni.
Giancarlo Giorgietti (foto ADN Kronos)
Landini vuole ancora i tamponi gratis
Se tutto precederà così non ci sarà dunque bisogno di nessun “obbligo” e anche l’inutile polemica sui costi dei tamponi dovrebbe finire, con buona pace dello stesso Salvini e Landini che non s'arrende per la sua battaglia del “tampone” a carico dello Stato. Il segretario della Cgil ha in particolare criticato l’estensione del green pass che lascerebbe a carico dei lavoratori che non si vaccinano i costi del tampone per poter lavorare. «Il governo - ha detto - ha scelto la strada del green pass, che non obbliga al vaccino. La nostra preoccupazione è che vengono messi sullo stesso piano due strumenti e che questo possa determinare divisioni». Per il segretario della Cgil la strada giusta era quella dell’obbligo vaccinale.
Ma ora si può pensare davvero a un Rinascimento
Sta di fatto che grazie al green pass si può ragionevolmente pensare ad un autunno e ad un inverno senza chiusure, e ciò vale in particolare per ristoranti, bar e teatri, le attività che più di tutte hanno sofferto ogni volta che si sono dovute limitare le possibilità di muoversi. Tornando al ministro Giorgietti è importante il richiamo che ha fatto a quella che, su piano economico, «non è semplicemente una ripartenza», ma «un rinascimento, perché vuole dire non solo rimettersi in moto ma far ripartire anche le energie spirituali: la volontà di fare, la vocazione imprenditoriale, soprattutto tornare a essere liberi, naturalmente con qualche regola da osservare. Ed è il motivo per cui il Governo ha deciso che dobbiamo aprire tutto, ma rispettando ulteriori regole. L’alternativa era quella di rischiare di tornare indietro a situazioni che non vorremmo più rivedere».
In Lombardia si è ormai al 90% dei vaccinati
E che si vada verso un Rinascimento (magari benedetto anche da Sam Gennaro, come dicono ora a Napoli dopo il miracolo domenicale) sembra attestato anche da un dato fondamentale: in Lombardia (il motore dell’economia italiana) è stato superato l'88% delle adesioni sulla popolazione vaccinabile under 12 ed è quasi all'82% la percentuale dei cittadini con vaccinazione completata. Come dire che almeno dalla regione da cui era partita nel 2020 la pandemia non ci dovrebbero essere nuove tendenze negative e le aziende dovrebbero o poter lavorare in sicurezza.
«La crescita delle adesioni degli ultimi giorni ci fa ben sperare di riuscire a vaccinare il 90% della popolazione con più di 12 anni. Manca al momento per questo bellissimo risultato il sì al vaccino di 250mila lombardi non ancora vaccinati», ha detto l'assessore al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, aggiungendo che sono stati superati i 14,5 milioni di somministrazioni totali, con una media settimanale di quasi 33mila inoculazioni al giorno per un totale di 230mila vaccinazioni tra il 12 e il 18 settembre.
«Mi rivolgo agli indecisi - è l'appello del vicepresidente lombardo - Vacciniamoci, per ritrovare al più presto una normalità della vita sociale, della scuola e del lavoro, per proteggere noi stessi e le persone più fragili. Il nostro Paese e la nostra Regione sono sulla soglia di una grande rinascita, non sprechiamo questa occasione, non restiamo indietro».
Gli over 80 risultano vaccinati al 95%, gli over 60 al 93% e i giovani 12-29 anni all'83%. Molto alta l'adesione dei ventenni (20/29) che supera il 90%, mentre sono in crescita quelle dei ragazzi 12/19 oltre il 75%. Sopra l'80% anche le adesioni dei trentenni (84%), dei quarantenni (83%) e dei cinquantenni (89%).
Il tutto mentre in altre Regioni, compresa la Sicilia, si cerca di correre per recuperare il tempo perso per convincere gli indecisi.