Il foodtech avanza. E continua a crescere. È quanto emerge dall’EY Venture Capital Barometer 2021, lo studio realizzato da EY per analizzare l’andamento degli investimenti di venture capital nelle startup e scaleup italiane, che racconta di un 2021 durante il quale gli investimenti di Venture Capital nel Belpaese hanno continuato a crescere, superando il tetto del miliardo di euro e toccando i 1.243 milioni di euro (+118% rispetto ai 569 milioni di euro del 2020) con circa 334 deal (rispetto ai 111 dell’anno precedente).
Dietro a questo fenomeno c’è, senza ombra di dubbio, il superamento delle restrizioni legate allo scoppio della pandemia e il clima di fiducia e di crescita nella economia italiana. Proprio l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha determinato cambiamenti nei comportamenti di consumo e nei modelli operativi delle aziende, in risposta ai quali molte startup hanno ridefinito il proprio posizionamento e la propria strategia e per questo sono state premiate dal mercato e dagli investitori.
Il foodtech è il settore più finanziato
Come dicevamo, in questo quadro più che buono spicca il foodtech, che in Italia nell’anno da poco concluso ha raccolto fondi per oltre 260 milioni di euro, rappresentato da alcuni dei round più di successo quali Everli, Cortilia e Tannico.
A seguire si riconferma d’interesse per gli investitori il Fintech con circa 255 milioni di euro raccolti, rappresentato quasi interamente dal risultato di Scalapay. Conquista il terzo posto il settore Energy con circa 164 milioni di euro, grazie all’operazione conclusa da Newcleo (startup che sviluppa tecnologie per la produzione di energia nucleare pulita). Al quarto e quinto posto, rispettivamente con circa 147 e 99 milioni di euro, i settori Proptech e Health & Lifescience. Foodtech, fintech, energy, proptech e health & lifescience rappresentano circa il 75% della raccolta totale dell'anno.
Il foodtech per guardare al futuro con ottimismo
Ma quando parliamo di foodtech di cosa parliamo? Il Foodtech è un settore che fa leva sulle tecnologie digitali innovative per la produzione, conservazione, lavorazione, confezionamento, controllo e distribuzione del cibo. È composto da imprenditori e startup agroalimentari che hanno generalmente due mission principali: rendere i prodotti di qualità accessibili al maggior numero di persone e far sì che la produzione agricola diventi sempre più sostenibile nel lungo temine.
In pratica il foodtech è uno di quei settori fondamentali che permetteranno all’intero pianeta di guardare al futuro con ottimismo logico.
L’innovazione parte dall’agritech
Il settore più caldo dove l’innovazione è di casa è quello dell’agricoltura. Su questo fronte si sta giocando una partita con enormi investimenti in startup e in nuove tecnologie, che stanno ridisegnando il modo di sviluppare la maggior parte delle realtà del settore: e quindi sostenibilità, nuovi prodotti, nuova domanda di food.
In gergo si chiama agritech, e include tutti i servizi e le tecnologie che puntano ad aumentare l’efficienza e la sostenibilità dell’agricoltura e dell’allevamento: l’agritech nel mondo è primo per numero di aziende (1.521) con 14 miliardi di investimenti. Chi invece ha le performance più alte in termini di “funding” è il settore del delivery: 889 aziende, per investimenti di 31,5 miliardi di euro (il 48% dell’intero settore foodtech).
Occhio al “cibo del futuro”
Un altro segmento in forte ascesa in tutto il mondo è quello del Next-gen food and drinks: sulla carne-non-carne, insetti, prodotti a base di funghi, bevande sostitutive dei pasti lanciati sul mercato da 1.210 imprese, si sono coagulati negli ultimi 10 anni 6,2 miliardi di investimenti, di cui oltre 2,4 nel 2020. Le altre tendenze nella “top eight” sono le cucine e i ristoranti tech (396 imprese per 4,8 miliardi), le app e i servizi per i consumatori (584 aziende per 3,5 miliardi), il riciclo (350 aziende per 1,8 miliardi), la trasformazione (165 imprese per 1,7 miliardi) e infine la tracciabilità (233 players per 1,6 miliardi).
Perché il foodtech piace tanto agli investitori
Il foodtech piace tanto agli investitori perché rappresenta il futuro. Perché riguarda tutti noi, dalle generazioni più vecchie a quelle più giovani.
La tecnologia sta entrando nelle nostre fattorie, nei nostri ristoranti e nelle nostre case per renderci la vita più facile, ma anche per ottenere una trasformazione nel modo in cui produciamo il cibo e come lo consumiamo. L’industria si sta trasformando per rispondere a un consumatore sempre più consapevole e per trovare soluzioni al problema della sostenibilità o dello spreco alimentare.
Solo la punta dell’iceberg
Il foodtech, in conclusione, è un settore di cui abbiamo visto solo la punta dell’iceberg e che senza dubbio avrà una forte crescita nei prossimi anni. Possiamo stare certi che in futuro si parlerà sempre più di foodtech e che questo settore sarà uno strumento importante che aiuterà a risolvere alcuni dei problemi che più ci preoccupano a livello ambientale. E cambierà il modo in cui ci alimenteremo.
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Alberto Lupini
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