Focolaio Covid al Billionaire Cinquanta dipendenti in quarantena

Sei casi di contagio sono stati accertati tra alcuni collaboratori del locale di Porto Cervo, chiuso da Flavio Briatore lunedì scorso in polemica con le ordinanze del ministro della Salute e del sindaco di Arzachena

21 agosto 2020 | 15:06
Prima la chiusura anticipata della stagione, non senza polemiche, ora la notizia della quarantena per una cinquantina di dipendenti. Si torna a parlare del Billionaire di Porto Cervo, il celebre locale di Flavio Briatore, a tre giorni dalla decisione di quest’ultimo di chiudere definitivamente le porte per l’estate 2020, dopo che il sindaco di Arzachena ha firmato un’ordinanza con la quale ha stabilito lo stop alla musica nei locali a mezzanotte.

Flavio Briatore

Nelle scorse è trapelata invece la notizia dei circa 50 dipendenti del locale di Porto Cervo che hanno deciso di mettersi «in auto-isolamento dopo i casi di positività accertati su alcuni lavoratori stagionali, con i quali sono stati a contatto», spiegano direttamente dalla discoteca. I contagi sarebbero in tutto sei.



Il Billionaire è chiuso da lunedì il 17 agosto e nel frattempo tanti altri locali della Costa Smeralda hanno fatto altrettanto. Da regione covid-free a quella in cui i casi stanno crescendo di giorno in giorno: la Sardegna vive ore difficili, nel tentativo di arginare l’aumento dei contagi e di capire come questo fenomeno si sia reso possibile. Nel caso del locale di Flavio Briatore, è possibile che il virus sia stato trasmesso da uno dei clienti e passato poi per pr e addetti ai tavoli e ai privé. E poi si sia diffuso fra il personale. «Da noi le norme sono state rispettate totalmente», sottolineano i responsabili della gestione del Billionaire, che però aggiungono: «I ragazzi arrivano e vanno via dalle discoteche su auto stracariche, con qualche bicchiere di troppo in corpo e viaggiano privi di mascherine».

Oggi è tornato a farsi sentire anche il Governatore Christian Solinas, secondo cui «la Sardegna non ha mai avuto una circolazione virale autoctona. Tutti i casi registrati - ha detto, respingendo le accuse che vorrebbero considerare la Sardegna come Isola di untori - sono di importazione o di ritorno di persone che provengono da zone in cui vi sono focolai attivi ben noti e riconosciuti. I sardi hanno fatto grandi sacrifici per preservare l’immunità virale nell’isola, avevamo raggiunto una condizione pari a zero, ora la ripresa dei contagi è dovuta alla circolazione senza controlli purtroppo adottata da questo governo».

Christian Solinas

Liquidando poi come una «boutade priva di fondamento», l’ipotesi di isolare la Sardegna con un nuovo lockdown, il governatore ha ribadito la volontà di riproporre il cosiddetto «passaporto sanitario», un provvedimento che aveva ipotizzato all’inizio dell’estate e che poi aveva abbandonato: «Noi non siamo alla ricerca di una ragione postuma - ha concluso Solinas - Allora ci fu una strumentalizzazione violenta di questa proposta che delineava un modello sul solco internazionale di esperienze come quelle della Corea del Sud e dell’Indonesia che avevano già avuto un secondo lockdown. Chiedevamo che i passeggeri presentassero un certificato insieme alla carta d’imbarco, significava evitare una recrudescenza».

Sono due i focolai finora accertati sull’Isola: oltre a quello in Costa Smeralda, è sotto osservazione da qualche giorno anche quello a La Maddalena. «Nessuna delle persone risultate positive al Covid è in terapia intensiva e non c’è nessuna emergenza sanitaria», chiarisce all’Adnkronos Marcello Acciaro, responsabile dell’Unità di crisi regionale che sta gestendo i casi di Covid nel nord Sardegna. Acciaro lancia anche un messaggio ai virologi: «I giovani che sono positivi al Covid dovrebbero essere trattati subito con la clorochina per evitare che le loro condizioni di salute si aggravino. Sia io che altri medici come me pensiamo che non appena accertata la positività del paziente questo debba essere trattato subito sin dal primo giorno invece noi li mandiamo a casa. Chiedo ai virologi di fare in fretta e di trovare al più presto una terapia efficace, non si può curare un paziente col Covid con la Tachipirina».

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Alberto Lupini


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