Fipe, recensioni false: l'Ue scende in campo e promette tutela

Rispondendo ad una interrogazione parlamentare, il Commissario europeo per la giustizia Didier Reynders ha ribadito la necessità di dottare misure per contrastare la pubblicazione di commenti falsi. Soddisfatta la Fipe che in più occasioni ha evidenziato che le recensioni ingannevoli rappresentano un elemento di crescente criticità non solo in danno dei consumatori, ma ha anche delle imprese

03 luglio 2024 | 16:16

Una risposta apprezzata, quella che il Commissario europeo per la giustizia Didier Reynders ha dato circa la responsabilità delle piattaforme di recensioni online sui commenti falsi. Fipe-Confcommercio, la federazione italiana pubblici esercizi, infatti, ha più volte evidenziato come le recensioni ingannevoli fossero dannose per il sistema, in termini economici e non solo. E in attesa che si muova l'Italia, dall'Europa sembrano arrivare segnali confortanti nel legiferare su una materia tanto importante quanto affatto regolamentata. Una svolta da tempo attesa e che forse potrebbe finalmente segnare una vittoria nella battaglia che da sempre Italia a Tavola ha avviato contro il sistema corrotto delle recensioni online senza controllo in cui chiunque può violare i principi di una corretta libera concorrenza.

Recensioni false, cosa è successo in Europa

Rispondendo ad un’interrogazione parlamentare dell’Eurodeputato Paolo Borchia, Reynders ha ribadito che le piattaforme che ricevono una segnalazione riguardo una recensione sospetta sono dunque tenute a comunicare tempestivamente all’impresa le misure che intendono adottare, richiamando la necessità di adottare misure adeguate a contrastare la pubblicazione di commenti falsi.

 

Una posizione importante, che da tempo Italia a Tavola sollecitava e che arriva dopo che in Italia il ministro del Turismo Daniela Santanchè aveva incontrato lo scorso febbraio le principali associazioni di categoria del comparto alberghiero, extralberghiero, del turismo organizzato, della ristorazione e del divertimento per iniziare ad affrontare questo delicatissimo tema. Oltre all’iniziativa italiana, dunque, qualcosa si sta muovendo anche in Europa. 

«Alla luce della risposta della Commissione - commenta Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio - è fondamentale che le piattaforme indichino se e in che modo garantiscono che le recensioni provengono da consumatori che abbiano effettivamente usufruito del servizio, e che le imprese possano accedere agilmente alla gestione dei reclami, secondo quanto stabilito dai Regolamenti UE 2019/1150 (“P2B”) e 2022/2065 (“DSA”). Risulta decisivo che le modalità per presentare la segnalazione vengano indicate con chiarezza e siano facilmente accessibili alle imprese: criteri che, secondo una prima analisi condotta da Fipe, non si riscontrano nei siti delle principali piattaforme».

Recensioni false, quanto valgono?

La Fipe ha in più occasioni ha evidenziato che le recensioni ingannevoli rappresentano un elemento di crescente criticità non solo in danno dei consumatori, ma ha anche conseguenze negative dirette sulle imprese in termini reputazionali ed economici, se si pensa che le recensioni in generale hanno un impatto che può arrivare anche fino al 30% sul fatturato, alterando le corrette dinamiche di concorrenza.

 

Secondo una rilevazione condotta da Fipe, infatti, il 65% dei consumatori legge le recensioni prima di scegliere un locale: di questi, il 66% le ritiene decisive per la scelta del locale dove recarsi. Se poi si considera che l’82,8% dei ristoratori ritiene le recensioni molto-abbastanza importanti, si comprende facilmente perché questi sono esposti ai ricatti di chi vuole vendere recensioni false (siti di recensioni)

Recensioni false, occorre agire

Secondo il collettivo di tutela dei consumatori americani Pirg, il 40% delle recensioni online è completamente inventato, rispetto al solo 4% del 2021. Questo dato è preoccupante, soprattutto perché oltre il 90% degli utenti si affida al passaparola online per prendere decisioni di acquisto. Non esistono dati aggiornati per l'Europa ma ripetutamente Italia a Tavola ha denunciato il degrado del sistema che evidenzia troppo spesso corruzione per favorire con l'imbroglio di recensioni tarocche un locale o danneggiarne un altro. E tutto questo dopo che non si è fermato per tempo il sistema malato di TripAdvisor che ora ha contagiato un po' tutti i social.

Le piattaforme online offrono pacchetti a pagamento per generare recensioni false. Ad esempio, su Google si possono acquistare 10 recensioni positive per 127 euro, mentre su Facebook lo stesso numero di recensioni costa 79 euro. Su Instagram, invece, bastano 15 euro per ottenere migliaia di nuovi follower. Le piccole imprese sono le più colpite da questo fenomeno. I concorrenti disonesti possono utilizzare recensioni false per danneggiare la loro reputazione online, con gravi conseguenze per il loro business, anche con conseguenze tragiche come la morte di Giovanna Pedretti che ha scosso profondamente tutto il settore della ristorazione.

Per contrastare il fenomeno bisognerebbe mettere in campo diverse azioni: ogni account dovrebbe essere associato a un'identità reale, come quella verificata tramite Spid. Ad esempio, per recensire un ristorante su una piattaforma online, dovrebbe essere necessario dimostrare di averci mangiato mostrando una fattura o uno scontrino. Si potrebbe anche sviluppare sistemi di intelligenza artificiale in grado di identificare le recensioni false. Questi sistemi potrebbero analizzare il testo delle recensioni, lo stile di scrittura e altri fattori per individuare quelle che sono probabilmente false. In questo senso, tra l'altro, gli esempi virtuosi non mancano.

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Alberto Lupini


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