Festa di matrimonio abusiva, chiuso il ristorante e multati gli sposi
I carabinieri hanno interrotto, dopo un controllo di routine, una festa di matrimonio con 60 invitati e musica dal vivo nel Parmense. Il wedding può ripartire dal 15 giugno, ma c'è da lottare contro l'abusivismo
18 maggio 2021 | 12:31
Non è riuscito ad attendere il 15 giugno, data ufficiale di ripresa dei ricevimenti nuziali, per riaprire la propria sala a una festa di matrimonio con oltre 60 invitati e musica dal vivo. Così un ristoratore di Sala Baganza, nel Parmense, si è vista comminata una multa e la chiusura per cinque giorni del proprio locale. Motivo? Mancato rispetto delle norma anti-Covid che non permettono raduni di questo tipo all'interno dei locali pubblici.
Una volta arriviti alla festa, gli invitati potranno servirsi autonomamente al rinfresco solo in presenza di prodotti monoporzione e chiusi (stessa cosa vale anche per pane e grissini al tavolo). Con queste modalità il servizio può avvenire anche a braccio da parte del cameriere. In alternativa, il cibo può essere servito direttamente da un operatore adibito alla getione del buffet. Fra i tavoli è previsto il distanziamento di almeno due metri. Gli ospiti seduti al tavolo (secondo il segnaposto assegnato) dovranno poter consultare un menu individuale.
Per garantire agli ospiti un’adeguata informazione sulle misure di prevenzione da rispettare durante l’evento, ma anche per controllare in sede che tutto si svolga secondo protocollo e per mantenere l’elenco dei partecipanti per un periodo di 14 giorni nel caso si dovessero verificare delle positività, in modo da favorire il tracciamento, è predisposto il Covid manager. Questa figura, da individuare tra i dipendenti dell’azienda, dovrà essere affiancata da personale di supporto al fine di garantire un rapporto tra addetti al controllo e ospiti non inferiore a 1 ogni 50 ospiti.
Sposi e invitati scoperti da un controllo di routine
Corresponsabili di quanto avvenuto, anche la coppia di sposi che, trovata la disponibilità del locale, si erano affidati a una wedding planner per l'organizzazione dell'evento. Invitati: circa 60 persone. Peccato che, nello stesso giorno, proprio in quel ristorante, sia arrivato il controllo dei carabinieri di Salsomaggiore e del nucelo ispettorato del Lavoro di Parma per un controllo di routine sul rispetto dei protocolli all'interno dei locali pubblici. Di fronte alla scena, le forze dell'ordine non hanno potuto fare altro che interrompere la festa e multare anche sposi e invitati; mentre sono ancora in corso accertamenti per individuare la wedding planner.La battaglia contro l'abusivismo
L'accaduto accende la luce sul problema dell'abusivismo, già sottolineato a Italia a Tavola da Paolo Capurro, presidente di Anbc (l'Associaziona nazionale di banqueting e catering): «Il decreto è stato scritto male per quanto riguarda la nostra categoria. Questo lascia spazio a operatori che, per ignoranza o poca attenzione ai protocolli danno per possibili ricevimenti che non lo sono. Magari proponendo protocolli “fatti in casa” che, però, non sono validati dalle autorità. Ovviamente, c’è da riconoscere, di fondo, la paradossalità della situazione: a noi operatori del banqueting e catering è permesso di essere attivi come tutte le altre aziende che esercitano un’attività di ristorazione, ma sono vietate tutte le occasioni in cui potremmo lavorare».Le regole per un ricevimento a prova di protocollo
Secondo le indicazioni emerse il 17 maggio da Cabina di regia e Consiglio dei ministri, la ripresa ufficiale della possibilità di organizzare feste e ricevimenti nuziali scatta dal 15 giugno. Per partecipare al banchetto, però, gli ospiti (sposi compresi) devono essere muniti di green pass. Detto diversamente, devono dimostrare di essere stati vaccinati, di essere guariti dal Covid o di possedere il risultato negativo di un tampone (anche salivare) effettuato al massimo nelle 48 ore precedenti l'evento. In ogni caso si deve mantenere la mascherina indossata nel caso in cui non si sia seduti al tavolo.Una volta arriviti alla festa, gli invitati potranno servirsi autonomamente al rinfresco solo in presenza di prodotti monoporzione e chiusi (stessa cosa vale anche per pane e grissini al tavolo). Con queste modalità il servizio può avvenire anche a braccio da parte del cameriere. In alternativa, il cibo può essere servito direttamente da un operatore adibito alla getione del buffet. Fra i tavoli è previsto il distanziamento di almeno due metri. Gli ospiti seduti al tavolo (secondo il segnaposto assegnato) dovranno poter consultare un menu individuale.
Per garantire agli ospiti un’adeguata informazione sulle misure di prevenzione da rispettare durante l’evento, ma anche per controllare in sede che tutto si svolga secondo protocollo e per mantenere l’elenco dei partecipanti per un periodo di 14 giorni nel caso si dovessero verificare delle positività, in modo da favorire il tracciamento, è predisposto il Covid manager. Questa figura, da individuare tra i dipendenti dell’azienda, dovrà essere affiancata da personale di supporto al fine di garantire un rapporto tra addetti al controllo e ospiti non inferiore a 1 ogni 50 ospiti.
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