Fake news, l’Ue pensa ad un rimedio Commissione di inchiesta per vigilare?
31 gennaio 2017 | 17:19
Dalle parole ai fatti. La vicenda “Fake news” divampata in seguito all’elezione di Donald Trump e amplificata in Italia da Beppe Grillo ora finisce sui banchi dell’Europarlamento e della Commissione europea. L’idea, che segue un’iniziativa a livello nazionale intrapresa dalla Germania e in particolare dalla cancelliera Angela Merkel in vista delle elezioni tedesche del prossimo autunno, è quella di trovare una soluzione europea che possa garantire la corretta informazione tramite tutti i mezzi di comunicazione, con un occhio di riguardo speciale ai social.
Nell’assemblea Ue è stata già approvata una risoluzione politica contro la disinformazione anti-Ue e a favore dei movimenti populisti, attribuita alla Russia di Vladimir Putin e ai terroristi islamici dell’Isis. C’è di più però, perché eurodeputati britannici sarebbero intenzionati a proporre una commissione d’inchiesta sulle cosiddette "fake news", sull’esempio di quella appena lanciata da loro colleghi del Parlamento di Londra. Alla Commissione europea, dopo una promessa generica di intervento del presidente lussemburghese Jean-Claude Juncker, il commissario estone Andrus Ansip ha annunciato interventi sui vari Facebook, Google o Twitter, qualora questi social network non introducano adeguati controlli per impedire la circolazione in rete di notizie false.
Oltre alla Germania, vari governi Ue appaiono favorevoli ad approvare una legislazione europea per arginare la disinformazione tramite i social network. Ma in alcune capitali Ue non vorrebbero rischiare le polemiche e le proteste del popolo della rete, che scaturirebbero in caso di restrizioni della libertà di far circolazione le notizie sul web. Per questo la Commissione europea intenderebbe iniziare a fare pressione sui principali social network per convincerli ad attuare un «codice di condotta» contro i tentativi di disinformazione sul web.
«Sono preoccupato - ha dichiarato Ansip al quotidiano britannico Financial Times - e tutti sono preoccupati, dalle notizie false, specialmente dopo le elezioni negli Stati Uniti. Credo fermamente nelle misure di autocontrollo. Ma, se sarà necessario qualche tipo di chiarimento, saremo pronti». In ogni caso, se in Germania dovesse passare una legislazione restrittiva sulla diffusione di notizie false (si parla di introdurre multe ai social network fino a 500mila euro), Merkel appare in grado di influenzare i successivi interventi della Commissione di Juncker.
Nell’assemblea Ue è stata già approvata una risoluzione politica contro la disinformazione anti-Ue e a favore dei movimenti populisti, attribuita alla Russia di Vladimir Putin e ai terroristi islamici dell’Isis. C’è di più però, perché eurodeputati britannici sarebbero intenzionati a proporre una commissione d’inchiesta sulle cosiddette "fake news", sull’esempio di quella appena lanciata da loro colleghi del Parlamento di Londra. Alla Commissione europea, dopo una promessa generica di intervento del presidente lussemburghese Jean-Claude Juncker, il commissario estone Andrus Ansip ha annunciato interventi sui vari Facebook, Google o Twitter, qualora questi social network non introducano adeguati controlli per impedire la circolazione in rete di notizie false.
Oltre alla Germania, vari governi Ue appaiono favorevoli ad approvare una legislazione europea per arginare la disinformazione tramite i social network. Ma in alcune capitali Ue non vorrebbero rischiare le polemiche e le proteste del popolo della rete, che scaturirebbero in caso di restrizioni della libertà di far circolazione le notizie sul web. Per questo la Commissione europea intenderebbe iniziare a fare pressione sui principali social network per convincerli ad attuare un «codice di condotta» contro i tentativi di disinformazione sul web.
«Sono preoccupato - ha dichiarato Ansip al quotidiano britannico Financial Times - e tutti sono preoccupati, dalle notizie false, specialmente dopo le elezioni negli Stati Uniti. Credo fermamente nelle misure di autocontrollo. Ma, se sarà necessario qualche tipo di chiarimento, saremo pronti». In ogni caso, se in Germania dovesse passare una legislazione restrittiva sulla diffusione di notizie false (si parla di introdurre multe ai social network fino a 500mila euro), Merkel appare in grado di influenzare i successivi interventi della Commissione di Juncker.
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