Euro-Toques sbarca in Abruzzo: Giuseppe Tinari è il delegato regionale

Lo chef del ristorante Villa Maiella è stato selezionato dal presidente Italia e International, Enrico Derflingher e dal consiglio direttivo. «Da sempre credo nell'associazionismo», spiega Tinari orgoglioso

21 settembre 2021 | 05:00
di Federico Biffignandi

Euro-Toques conquista un’altra regione e sceglie il suo cuoco per onorarla al meglio nel pieno spirito dell’associazione: siamo in Abruzzo con lo chef Giuseppe Tinari che è stato scelto dal presidente Italia e International, Enrico Derflingher, come delegato regionale. Tinari guida il ristorante Villa Maiella di Guardiagrele (Ch) una stella Michelin conquistata grazie al lavoro sodo e famigliare col figlio Arcangelo, giovane ma già capace di distinguersi.

 

Il benvenuto di Derflingher

«È con molto piacere e orgoglio che diamo il benvenuto in associazione a Giuseppe Tinari - spiega Enrico Derflingher - e al figlio Arcangelo Tinari, giovane chef del Ristorante Villa Maiella di Guardiagrele (CH), e già una stella Michelin. Vista la mancanza di una figura di riferimento per l’associazione sul territorio abruzzese abbiamo deciso insieme al Consiglio Direttivo, Tinari delegato regionale. Al lui facciamo un grande in bocca al lupo per il preziosissimo lavoro che sicuramente svolgerà per la nostra associazione e a cui facciamo i nostri complimenti per il lavoro di ricerca e promozione del territorio, in perfetta linea con quelli che sono i valori Euro-Toques, che da circa 30 anni continua a portare avanti».

 

Il "credo" di Tinari: associarsi!

Un modus operandi, quello di Tinari e della famiglia, che proprio sull’associazionismo si è fondato ed è cresciuto. «Credo molto nell’associazionismo - conferma Giuseppe - e infatti sul nostro territorio, già prima del 2000 ci eravamo uniti in 7 ristoranti (che poi eravamo 7 amici) per promuovere il territorio e le sue tipicità. Da qui è nato il marchio “Qualità Abruzzo” che oggi raccoglie una trentina di ristoranti e produttori. Il presidente Derflingher mi ha proposto qualcosa di simile alla nostra associazione e non ho potuto fare altro che accettare: vorrei portare il contributo migliore possibile, anche con l’aiuto di mio figlio».

La storia di associazionismo trova le radici nella famiglia Tinari. Nel 1968 furono i genitori di Giuseppe ad aprire una sorta di osteria: «Fu mia madre - ricorda Tinari - a pensare ad un luogo per vendere panini, vino, birra per servire gli operai di una fornace aperta nei dintorni. Il progetto si ingrandì e nacque una fiaschetteria, dove io bazzicavo ma con rammarico. Mia madre infatti chiedeva spesso aiuto ai vicini di casa per gestire il luogo, sia da un punto di vista logistico che proprio gastronomico. Mi faceva soffrire questa cosa e così decisi di iscrivermi alla scuola alberghiera, fare gavetta in alcuni grandi ristoranti e poi tornare lì per aiutarla ed ampliare il ristorante, anche con mia moglie Angela».

 

 

Prodotti del territorio sempre nel menu

La filosofia resta però sempre quella che ha insegnato la mamma: «Puntiamo sulla stagionalità - spiega lo chef - proponendo prodotti del territorio e sfruttando una fattoria che abbiamo avviato nel 2006. Abbiamo anche un orto di erbe aromatiche e lavoriamo solo con contadini che coltivano vicino a noi».

 

Una storia di tradizione, ma anche di lungimiranza perché Villa Maiella è anche ricettività: «Abbiamo ricavato delle camere sopra al ristorante - spiega il titolare - così da consentire a chi viene da lontano di pernottare da noi; è una modalità che sta piacendo».

Tanto che dopo il periodo di chiusure generali - patite poco grazie ad una struttura di base solida e, anzi, preso come tempo per stare in famiglia - l’estate 2021 è andata a gonfie vele. L’ampio locale consente di lavorare con circa 40 coperti in totale rilassamento e sicurezza. «Sono convinto che rimanere uniti e condividere sia sempre la scelta migliore. Parlare coi colleghi, consigliarsi, aiutarsi è l’arma per lavorare tutti al meglio».

Uno spirito guida illuminante che dovrebbe insegnare tanto a molti. Le radici, del resto, non si sradicano e Giuseppe lo sa bene. Se qualche volta capita di “dimenticarsi” ci pensano sempre mamma e papà che un passaggio dal ristorante lo fanno sempre, ancora oggi…

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Alberto Lupini


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