Etichette allarmistiche sul vino, Lollobrigida: "Scelta gravissima"
Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha commentato la decisione dell'Irlanda di obbligare ad apporre etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino. Si è unito in coro anche il Consorzio Vino Chianti
L'ufficialità che ha coinvolto in prima persona l'Irlanda ha destato scalpore in tutta l'Unione Europea, la cui Commissione - da anni - lotta per ridurre il "consumo dannoso" di alcol. Ed il borbottio è arrivato in particolare dall'Italia (e dalla Francia) poiché il Bel Paese è il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato, di cui più di metà oltre i confini. E qual è il problema? Che, appunto, ventiquattro ore fa in Irlanda è stato varato un provvedimento governativo che obbliga l'apposizione di etichette con avvertenze di pericolo sulle bottiglie di vino, birra e liquori - proprio come accade già da decenni per il tabacco. Una scelta, dicevamo, che penalizza l'export nostrano, ma che non sembrerebbe toccare Dublino.
Per gli irlandesi, di fatto, le "priorità" sono differenti: il forte consumo di alcolici è un'emergenza sanitaria nazionale e giustifica etichette (le cosiddette "allarmistiche") che dovranno contenere un avvertimento sui danni del consumo di alcol, un monito sul suo legame diretto con tumori mortali, la quantità di alcol in grammi (invece che in percentuale), le calorie, un pittogramma (uguale a quello già in uso) sui rischi per la gravidanza, e un link a un sito web su alcol e salute.
Il commento del ministro Lollobrigida...
E oggi il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, all'entrata di Palazzo Chigi, ha commentato così la decisione del paese nordico: «La scelta di consentire l'etichetta sul vino all'Irlanda è gravissima - ha sentenziato il capogruppo di Fratelli d'Italia. Crediamo che dietro questa scelta un'altra volta si miri non a garantire la salute ma a condizionare i mercati e che la spinta in questo senso viene da nazioni che non producono vino e dove si abusa di superalcolici. Si vuole equiparare il vino ai superalcolici, ma il vino utilizzato in modo moderato è alimento sano».
E quello del Consorzio Vino Chianti
«Se la norma dovesse essere adottata da altri Paesi sarebbe un danno inestimabile». Così invece Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti. «Il vino è il prodotto dell'agroalimentare italiano più conosciuto e apprezzato al mondo, etichette simili sulle bottiglie provocherebbero un gravissimo danno di immagine al paese ed economico a tutto il settore, senza peraltro basi scientifiche: che il vino di qualità bevuto in giuste quantità faccia male e provochi tumori e malattie non è affatto dimostrato. L'Irlanda non è uno dei più grandi importatori di vino, ma il rischio è che la Comunità Europea faccia sua una tesi del genere, prendendo una strada irragionevole e dannosa».
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Alberto Lupini
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