Estate in Romagna e infondati allarmismi. La stagione inizia a metà giugno
Agli albergatori non risultano disdette dei tedeschi spaventati dall'alluvione. Il parere di Giancarlo Barocci, ex presidente dell’associazione albergatori di Cesenatico: «La stagione vera inizia con la fine delle scuole»
Di solito si dice che la verità sta nel mezzo. E in questo caso in Romagna la verità sta tra albergatori che dicono che stanno fioccando disdette, soprattutto dai tedeschi, ancora spaventati dall’alluvione, e altri che senza giri di parole affermano che la situazione è nella norma: come sempre la gente sta cominciando ad arrivare e solo con le scuole tutte chiuse si inizierà ufficialmente la stagione. Con il boom come sempre. Uno di questi è Giancarlo Barocci, ex presidente dell’associazione albergatori di Cesenatico e direttore dell’Hotel Leonardo Cesenatico che a Italia a Tavola, dice sicuro che «No, la situazione non è tragica». Anzi. Eppure per molti colleghi non stanno bastando l’invito della ministra del Turismo Daniela Santanchè di andare “tutti in vacanza in Romagna” e lo sforzo condiviso di ministero, Enit e Regione per rassicurare i turisti, in particolare, gli stranieri sul fatto che la Riviera Romagnola, in tempi record, ha messo l’alluvione alle spalle e, splendente come sempre, è pronta per l’estate 2023. Tant’è che i dati dicono che un tedesco su due al momento ha cancellato la prenotazione per le vacanze di giugno in Romagna, mentre per il mese di luglio siamo al 25% di disdette. Ed è, infatti, proprio dalla Germania che “remano” contro la Riviera Romagnola con titoli di giornale allarmistici e non veritieri del tipo “Rimini, il paradiso delle vacanze allagato”. E così, naturalmente, i turisti spaventati ci credono e disdicono. Disdette che già nella settimana di Pentecoste avevano raggiunto il 10% da tedeschi, svizzeri e austriaci. Se poi aggiungiamo alla paura dei danni del post alluvione inflazione, meteo e imposte da pagare capiamo che la scelta della vacanza è tutt’altro che semplice. E così i turisti starebbero ripiegando su zone della Croazia, della Spagna e della Grecia. Soprattutto i turisti non fidelizzati e che prenotano su siti online come ad esempio Booking o Expedia.
L’estate in Romagna? Parte con la fine di tutte le scuole
Dati che spaventano certo. Ma, come dicevamo per Barocci, «Non va male. Solamente che la gente non capisce ancora che il periodo in cui ci sarà la gente al mare è quando chiudono le scuole. Quindi, appunto, fino a quando non chiudono tutte le scuole c'è, sì, poca gente. Certo un po’ di disdette ci sono state, ovviamente, per quello è successo e perché sono stati cancellati i grandi eventi di maggio. Ma già da questa settimana si vede che la gente sta cominciando ad arrivare e la prossima ci sarà il pienone. Tutto normale insomma. Bisogna attendere che chiudano le scuole, punto. La verità è che, alluvione o meno, fino al 15 giugno non c'è mai stata la gente, magari qualche anziano ecc. Si comincia a lavorare quando finiscono tutte le suole. Anzi forse allora sarebbe questa la soluzione. Fare chiudere le suole meno in estate e più durante l’anno, come succede all’estero. Ad esempio, se per Pasqua ci fossero 15 giorni di vacanza si lavorerebbe diversamente. Una volta, ad esempio, si lavorava fino al 30 settembre perché la scuola iniziava il 1° ottobre».
Gli italiani non rinunciano all’estate in Romagna
Una teoria che sembra avere un senso, anche perché ad esempio gli italiano non rinunceranno alle vacanze in Romagna. E lo stesso vale per i francesi, gli scandinavi e turisti dell’Est Europa. Il trend delle disdette, quindi, sembra destinato ad esaurirsi, anche se l’inflazione non ha certamente agevolato l’arrivo di nuovi visitatori. E la valutazione di come andrà la stagione la potremmo fare solo più in là.
Alluvione, la conta dei danni per il turismo
Al momento è anche difficile quantificare i mancati ricavi per le disdette ma il 2023 per la zona si preannunciava come un anno record, con una spesa turistica estiva di 3,7 miliardi (+6,2%) secondo le stime di Demoskopika, dopo un 2022 in cui si erano superate le presenze del 2019.
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«Ci stiamo riprendendo, siamo ottimisti ma buona parte dei giorni di giugno sono andati persi a causa della mancanza degli ospiti stranieri» rimarca Patrizia Rinaldis, presidente di Feralberghi Romagna. «La stagione è partita sotto scacco dell’effetto meteo – aggiunge Simone Battistoni, presidente sindacato italiano balneari Emilia Romagna – Siamo in attesa dell’arrivo dell’alta pressione che porti stabilmente il bel tempo». E poi si vedrà con la fine di tutte le scuole…
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