Un’estate di crisi sulle spiagge italiane che ha causato un calo del 25% di presenze rispetto al 2018 determinato sia dal maltempo che da una crisi economica diventata ormai spauracchio “strutturale” per tanti. A giungo, ma specialmente a luglio, gli stabilimenti balneari hanno subito gravi danni alle infrastrutture a causa del maltempo. I forti venti e le grandinate hanno reso impraticabili per i turisti interi week end, sempre più “sacri” per gli addetti ai lavori nel mondo del turismo alla luce del fatto che le famiglie italiane possono ormai permettersi solo quelli o poco di più per passare qualche momento di relax.
Ombrelloni chiusi e sdraio vuote sulle spiagge italiane
Questi due fattori uniti hanno provocato circa il 25% in meno di presenze sulle spiagge del nostro Paese. Secondo i proprietari degli stabilimenti balneari, il calo - e qui si riaccende un polemica annosa - è frutto anche di previsioni meteorologiche errate, che spingono i turisti a rimanere a casa. Va detto ad onor del vero che, forse, anche da parte dei turisti c’è una tendenza - quasi ossessiva - a regolare ogni minimo spostamento a seconda di quello che dice il nostro smartphone.
Si conferma, inoltre, la tendenza a registrare il tutto esaurito nel weekend, mentre nei giorni feriali aumentano gli ombrelloni chiusi. A confermarlo è stato il presidente Sib, Sindaco italiano balneari, Antonio Capacchione. A giugno, quasi tutte le località hanno subito un calo, fatta eccezione per il Friuli Venezia Giulia, con il suo +20% di presenze, le Marche, +15%, la Puglia, la Sardegna e la Sicilia con +10%.
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Alberto Lupini