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Essere dove non arrivano gli altri: BgEat sostiene i locali di Provincia

La piattaforma di ordinazione e consegna di piatti e bevande lanciata nella Bergamasca a giugno copre i ristoranti della Provincia e delle Valli. Un centinaio i ristoranti che hanno aderito e oltre 4mila gli iscritti.

 
14 novembre 2020 | 11:15

Essere dove non arrivano gli altri: BgEat sostiene i locali di Provincia

La piattaforma di ordinazione e consegna di piatti e bevande lanciata nella Bergamasca a giugno copre i ristoranti della Provincia e delle Valli. Un centinaio i ristoranti che hanno aderito e oltre 4mila gli iscritti.

14 novembre 2020 | 11:15
 

Dalle grandi crisi nascono grandi opportunità. Non una frase fatta, ma la realtà. Così è stato per Andrea Togni, 36 anni di Almè (Bg), e Damiano Vassalli, 38 anni, di Albino (Bg). Due imprenditori che dalla crisi nera in cui erano finiti i loro lavori a causa del coronavirus (rispettivamente titolare della discoteca Evolution Café l’uno e organizzatore di eventi l’altro) hanno fatto nascere un’attività in piena crescita: BgEat, la piattaforma di ordinazione e consegna di piatti e bevande lanciata a giugno.

Da sinistra: Andrea Togni, Roberto Nembrini, Damiano Vassalli e Kevin Masserini (rider BgEat) - Essere dove non arrivano gli altri: BgEat sostiene i locali di Provincia

Da sinistra: Andrea Togni, Roberto Nembrini, Damiano Vassalli e Kevin Masserini (rider BgEat)

Il plus di BgEat, diciamolo subito, è aver risposto a un bisogno ed esserci lì dove «gli altri non arrivano» (per citare il claim che accompagna la start-up), cioè in Provincia e nella Valli. Perché se in una grande città come Bergamo i grandi marchi del food delivery esistono da tempo mancava una copertura nei comuni lontani dal centro.

«Siamo partiti – spiega Togni al Corriere della Sera - nei comuni dove viviamo, Almè e Albino, e in quelli vicini. Inizialmente avevamo 40 ristoranti e 4-5 fattorini. Ora i primi sono un centinaio e oltre a tutta la Val Seriana, raggiungiamo la città e la sua cintura, da Gorle a Ponteranica. Stiamo lavorando per potenziare la Valle Brembana e l’Isola. Entro la primavera 2021 vorremmo coprire l’80% della provincia».

Una direzione che si sta rivelando vincente: oggi BgEat conta 4mila iscritti, ma i numeri crescono di settimana in settimana.

Un circolo virtuoso a sostegno dei ristoranti e di chi ha perso il lavoro
Ma non solo, BgEat sta mettendo in moto un circolo virtuoso a sostegno dei ristoranti del territorio, duramente colpiti dalla pandemia in generale e dalla nuova zona rossa in Lombardia, e di molte persone comuni che hanno perso il lavoro. «Abbiamo pensato — spiega Vassalli — di fare incontrare le esigenze di due categorie colpite, in modo diverso, da questa crisi: quelle dei ristoratori e quelle dei clienti».

E i collaboratori stanno aumentando: «Fra i “rider” e le persone impegnate nell’attività commerciale e promozionale, ora siamo una quarantina - aggiunge Roberto Nembrini, 37 anni, innovation manager di Pradalunga che si è unito al duo come consulente - Quelli che lavorano con noi dall’inizio hanno un contratto part-time a tempo determinato. Alcuni hanno la partita Iva. Chi nei mesi si è aggiunto per far fronte alla richiesta ha un contratto a progetto ma, se le cose proseguiranno così, saranno ulteriormente regolarizzati. Abbiamo molti universitari, ma pure adulti che sono rimasti senza lavoro o che hanno bisogno di arrotondare».

La carta vincete: ognuno presidia il territorio in cui vive
Oltre a raggiungere i comuni e i Paesi fuori dal centro, l’asso nella mancia di BgEat è mantenere l’impegno sostenibile e il cibo buono consegnato entro i 13-14 minuti. Per farlo ogni raider «presidia» in auto il territorio nel quale vive.

Gli ordini, che nei giorni come il sabato arrivano anche a 350 e per i quali prendono una percentuale dai ristoratori, si fanno online, i pagamenti con carta di credito o contanti, le consegne per lo più a casa (anche se il cliente può passare direttamente a ritirare il suo sacchetto).

Con BgEat ci si può fare arrivare a casa dalla pizza alle bollicine, dal sushi al gelato, dal menu indiano a quello tipico fino ad arrivare ai menu dei ristoranti gourmet.

Proprio questi ultimi sono il fiore all’occhiello della piattaforma, dove, ad esempio, si può scegliere il menu RistoFante di Alzano Lombardo (ordine minimo 50 euro) o il pesce di mare dell’Osteria degli Assonica di Sorisole (ordine minimo 80 euro) o ancora gli hamburger gourmet della Cucina Cereda di Ponte San Pietro (ordine minimo 20 euro).

Progetto in espansione oltre al cibo e in altre Province
Ma l’idea e non fermarsi qui e andare anche oltre al cibo: «Stiamo immaginando di consegnare la spesa o gli abiti del lavasecco - aggiunge Nembrini - E nel 2021 apriremo una campagna di crowdfunding per poi esportare il nostro modello in altre province».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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