Ecco perché il Lido 84 è il miglior ristorante italiano per 50 Best

Il Lido 84 di Gardone Riviera è il miglior ristorante italiano, seguito dal Reale, dall'Uliassi, da Le Calandre e dal Piazza Duomo. Lo annuncia la classifica pubblicata dal The World's 50 Best Restaurants

21 giugno 2023 | 11:40

Il Lido 84 di Gardone Riviera dello chef Riccardo Camanini è il miglior ristorante d'Italia e il settimo al mondo per il The World's 50 Best Restaurants 2023, conquistando una posizione rispetto alla graduatoria dello scorso anno. Ben quattro, poi, i locali del nostro Paese che si sono piazzati nei primi 50: il Reale (16°), l'Uliassi (34°), Le Calandre (41°) e Piazza Duomo (42°). Il podio, invece, parla tutto spagnolo, visto che la medaglia d'oro, d'argento e quella di bronzo sono andate rispettivamente al Central di Lima, al Disfrutar di Barcellona e al Diverxo di Madrid. Conosciamo, però, nel dettaglio i migliori ristoranti dello Stivale...

The World's 50 Best Restaurants 2023: il Lido 84 (7ª posizione)

Sulla sponda occidentale del lago di Garda, a Gardone Riviera, Giancarlo e Riccardo Camanini hanno deciso di inaugurare l’avventura gastronomica del Lido 84, dove tra canfori ed ulivi, oleandri e buganvillee, comincia la meravigliosa “Riviera dei Limoni”, Riccardo ha deciso di radicare la sua cucina dopo un percorso di formazione che l’ha visto crescere al fianco di grandi maestri quali, tra gli altri, Gualtiero Marchesi, Raymond Blanc, Jean-Louis Nomicos e Alain Ducasse. Una settima posizione, quella del ristorante bresciano, che rifila così un vero e proprio schiaffo alla Michelin Italia che ancora oggi, purtroppo, non ne riconosce il valore.

Ed è proprio questo luogo incantevole ad accendere l’ispirazione: che sia il latte crudo di montagna impiegato per il gelato mantecato al momento, il Bagòss per i tortellini o lo stracchino, passando per le sarde, l’anguilla, l’olio e i limoni, è sempre questo angolo d’Italia in cui la montagna si getta nel lago a fornire a Riccardo buona parte dei prodotti ch’egli trasforma nella sua cucina. Frutto di una visione che associa alla più squisita raffinatezza un amore sincero per l’ospitalità, la cucina di Riccardo è impregnata di sapori antichi che rievocano i luoghi che lo hanno cresciuto, e profumata quanto lo zabaione tiepido che accompagna la sua torta delle rose. Nei suoi piatti, la tecnica è sempre al servizio di una fortissima componente poetica: il rispetto della materialità del prodotto si coniuga così allo slancio immaginifico, come nel caso della sinfonia silvestre del “Riso, aglio nero fermentato e frutti di bosco” o della “Romanità Transalpina” della “Cacio e pepe cotta in vescica”.

Per Scatti di Gusto, «il Lido 84, basta leggere una qualunque recensione, è uno dei ristoranti più apprezzati d’Italia. Posizionato strategicamente sulla costa del Lago di Garda, nel comune di Gardone Riviera, offre una vista incredibile sull’acqua e sull’antico castello della Rocca di Manerba. Un tempo era il lido numero 84 (appunto), lungo la sponda bresciana del grande lago. Nella sala da pranzo, che è un omaggio all’Art Déco degli anni ’60 e ai colori della natura circostante, lo chef Riccardo Camanini impiega metodi di cottura innovativi per esaltare i sapori originali dei prodotti locali. Oltre alle recensioni, anche le valutazioni del ristorante di Gardone sono da primo della classe. Il punto saliente del menu, citato in ogni recensione del Lido 84, è una surreale versione della “cacio e pepe”: i rigatoni cacio e pepe cotti in vescica. Nel senso che vengono cotti all’interno di una vescica di maiale aperta al tavolo con calcolata teatralità. La “Cacio e pepe” del Lido 84, una citazione di Bocuse - il più famoso chef francese - e di un piatto dove protagonisti sono i poulet de Bresse (gran cru del pollame d’oltralpe), costa 40 € a persona e richiede un’attesa di 40 minuti. Ma a stupire e a rientrare nel novero dei piatti che fanno strabuzzare occhi e papille gustative, chiamati dai gourmet “signature dish”, c’è molto altro».

Lido 84 | Corso Giuseppe Zanardelli, 196 - 25083 Gardone Riviera (Bs) | Tel. 0365 20019

The World's 50 Best Restaurants 2023: il Reale (16ª posizione)

La storia del Reale, tre stelle Michelin di Castel di Sangro, provincia dell’Aquila, inizia in realtà a Rivisondoli, qualche chilometro più a sud. Lì Niko Romito e la sorella Cristiana nel 2000 rilevano la trattoria di loro padre e muovono i primi passi verso la loro idea di cucina e di ristorazione. Un percorso che ha poi preso definitivamente forma al Reale, con la prima stella Michelin arrivata nel 2007, seguita dalla seconda nel 2009 e dalla terza nel 2014. Il ristorante si trova all’interno di un ex monastero completamente riqualificato, che ospita anche un hotel, il Casadonna, e l’Accademia Niko Romito, una scuola di alta formazione.

Il menu degustazione (190 euro), sempre in trasformazione in base alla stagione, è il risultato della continua ricerca dello chef e della sua lenta trasformazione, che l’ha portato a scegliere il mondo vegetale a scapito di quello animale. Il percorso del Reale è, infatti, interamente vegetale, con la materia prima che viene esaltata da diversi tipi di cottura. Tra gli altri, un simbolo di questo lavoro è il Cavolfiore gratinato, servito nel menu degustazione. Altro simbolo della cucina di Romito è il pane, frutto anch’esso di una continua sperimentazione.

Reale | Contrada Piana Santa Liberata - 67031 Castel di Sangro (Aq) | Tel. 086469382

The World's 50 Best Restaurants 2023: l'Uliassi (34ª posizione)

Nel percorso che ha portato il ristorante Uliassi di Senigallia a diventare un tre stelle Michelin ci sono diverse tappe. C’è l’infanzia di Mauro e Catia Uliassi, fratello e sorella, nel bar di famiglia. C’è la scelta di Mauro di lasciare l’Itis e iscriversi all’alberghiero. C’è la decisione di aprire, nel 1986, la Pizzeria da Mauro, chiusa pochi mesi dopo. E c’è, infine, la scelta di comprare, insieme fratello e sorella, il locale in riva al mare che dal 1990 è Uliassi.

Proprio il mare è il grande protagonista della proposta di Uliassi, che parte dalla cucina della Riviera Adriatica e si addentra in sperimentazioni e in un’interpretazione creativa e personale della tradizione. Un legame, quello con il mare, che si affianca a una passione mai sopita per l’entroterra e nello specifico per la selvaggina, a cui è dedicato uno dei menu degustazione, il menu Caccia (250 euro). Oltre a questo, sono disponibili altre tre proposte: I Classici (250 euro), il Classico Easy (220 euro, sei portate a scelta dello chef) e Lab (250 euro), il menu nel quale Mauro Uliassi presenta ogni anno dieci piatti inediti. Da non perdere gli Spaghetti affumicati con vongole e datterini arrostiti e la Pasta al pomodoro alla Hilde in infuso di foglie di fico.

Uliassi | Banchina di Levante 6 - 60019 Senigallia (An) | Tel. 07165463

The World's 50 Best Restaurants 2023: Le Calandre (41ª posizione)

Alajmo è oggi un universo in continua evoluzione, che conta numerosi locali sparsi tra il Veneto, Parigi e Marrakech. Il cuore e il fulcro della storia della famiglia Alajmo resta però il ristorante Le Calandre di Rubano, in provincia di Padova. Fondato nel 1981 da Erminio Alajmo e Rita Chimetto, ha ottenuto la sua prima stella Michelin nel 1992, ma si è consacrato a livello nazionale e internazionale anche grazie al lavoro dei figli di Erminio e Rita, Massimiliano e Raffaele. Da quando la gestione è passata nelle loro mani, sono arrivate prima la seconda (1996) e poi la terza stella Michelin, nel 2002. Massimiliano aveva, all’epoca, soltanto 28 anni e divenne così il più giovane cuoco al mondo a ottenere il riconoscimento.

Oggi Le Calandre è, a tutti gli effetti, laboratorio creativo e base dell’intero gruppo. Nel ristorante vengono proposti tre menu degustazione, tutti a 260 euro, ma viene lasciata molta libertà agli ospiti, che sono liberi di crearsi il proprio percorso da 3, 4 o 5 portate. Imperdibile uno dei piatti più iconici della storia de Le Calandre: il Cappuccino di seppie al nero.

Le Calandre | Via Liguria 1 - 35030 Rubano (Pd) | Tel. 049630303

The World's 50 Best Restaurants 2023: Piazza Duomo (42ª posizione)

Piazza Duomo, il ristorante di Enrico Crippa e della famiglia Ceretto ad Alba, è una sorta di manifesto delle Langhe gastronomiche. Lo è non soltanto per le tre stelle Michelin (la prima nel 2006, l'anno dopo l'apertura, la seconda nel a cui si è affiancata anche la stella verde, ma anche e soprattutto per lo spirito che guida la sua cucina: radici ben piantate nel territorio senza però porsi alcun confine. 

Due i percorsi offerti. Il Menu Barolo (500 euro menu e vini), dieci portate, è un’ode al Piemonte e alle sue grandi tradizioni, sabaude ma anche contadine. Un esempio su tutti, l’Insalata del vignaiolo, un omaggio di Crippa a coloro che lavorano alla vendemmia, che recupera gli avanzi di bollito accompagnati dalla salsa verde. Il Menu Il Viaggio (290 euro) è invece frutto di creatività, ricerca continua e materie prime eccellenti. Otto portate che sono una sintesi del suo viaggio umano e lavorativo, e dello sfaccettato bagaglio di esperienze dello chef. 

Piazza Duomo | Piazza Risorgimento 4 - 12051 Alba (Cn) | Tel. 0173366167

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Alberto Lupini


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