Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
mercoledì 06 novembre 2024  | aggiornato alle 00:21 | 108815 articoli pubblicati

Siad
Siad

Dop e Igp valgono 16,9 miliardi Anche con il virus, crescita del 4,2%

I prodotti enogastronomici made in Italy a denominazione reggono alla pandemia continuando ad attirare i consumi sia nei confini nazionale sia in termini di export. Valgono il 19% del fatturato di tutto l'agroalimentare.

 
11 dicembre 2020 | 15:28

Dop e Igp valgono 16,9 miliardi Anche con il virus, crescita del 4,2%

I prodotti enogastronomici made in Italy a denominazione reggono alla pandemia continuando ad attirare i consumi sia nei confini nazionale sia in termini di export. Valgono il 19% del fatturato di tutto l'agroalimentare.

11 dicembre 2020 | 15:28
 

Nei momenti di crisi emerge e sopravvive chi ha basi solide e ha costruito il proprio successo e valore in anni di lavoro e conferme. Per questo l'economia agroalimentare dei prodotti Dop e Igp made in Italy ha sofferto molto, ma retto l'onda della pandemia sostenendo l'intero territorio nazionale. A confermalo, l’analisi del XVIII Rapporto Ismea-Qualivita. I dati economici della #DopEconomy, relativi al 2019, delineano infatti un settore di primaria importanza e in crescita: 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione (+4,2% in un anno), un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano e un export da 9,5 miliardi di euro (+5,1% in un anno) che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore, grazie al lavoro di oltre 180mila operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti.

Dop e Igp trascinano l'agroalimentare -

Dop e Igp trascinano l'agroalimentare

#DopEconomy: quasi 17 miliardi di contributo all’economia agricola italiana
Il valore di 16,9 miliardi di euro della produzione certificata Dop e Igp agroalimentare e vinicola nel 2019 evidenzia un +4,2% rispetto all’anno precedente (che aveva segnato a sua volta un +6,0%) e confermando un trend di crescita ininterrotto negli ultimi dieci anni. La #DopEconomy fornisce un contributo del 19% al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, grazie so¬prattutto alle grandi produzioni certificate, ma anche con il contributo delle nuove filiere Dop e Igp: solo nel comparto del cibo, mezzo miliardo di valore alla produzione è da attribuire a Indicazioni Geografiche certificate dal 2010 in poi. L’agroalimentare Dop e Igp vale 7,7 miliardi di euro alla produzione e il vitivinicolo imbottigliato raggiunge 9,2 miliardi di euro.
 
Export Dop e Igp: qualità e origine alla guida delle esportazioni nazionali
Le Dop e Igp agroalimentari e vitivinicole consolidano il ruolo guida della qualità “made in Italy” agroalimentare all’estero. L’export del settore, pari a 9,5 miliardi di euro, ha messo a segno nel 2019 una crescita del +5,1% mantenendo una quota del 21% sul fatturato all’estero dell’intero agroalimentare. Il contributo maggiore a questo risultato è fornito dal comparto dei vini con un valore di 5,6 miliardi di euro, ma cresce anche il segmento del cibo Dop e Igp che si attesta sui 3,8 miliardi di euro per un +7,2% annuo.
 
Impatto territoriale: cresce il valore in 17 regioni, traina il Nord Italia
L’analisi degli impatti economici delle filiere agroalimentari e vitivinicole Dop e Igp attesta la positiva ricaduta sull’intero territorio nazionale, con 17 Regioni che contribuiscono, seppure con intensità diverse, alla crescita del comparto. A fare da traino è il Nord Italia con Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte che concentrano il 65% del valore produttivo delle filiere a Indicazione Geografica.
 
Cibo Dop, Igp, Stg: grandi e piccoli, il valore cresce del +5,7%
 Il Cibo italiano Dop, Igp, Stg nel 2019 raggiunge i 7,7 miliardi di euro di valore alla produzione e cresce del +5,7% in un anno, con un trend del +54% dal 2009. Bene anche il valore al consu¬mo pari a 15,3 miliardi di euro per un +63% sul 2009. Prosegue anche nel 2019 la dinamica positiva delle esportazioni: +7,2% in un anno, +162% dal 2009 e un valore che ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro. Mercati principali si confermano Germania (786 mln €), USA (711 mln €), Francia (525 mln €) e Regno Unito (273 mln €).
 
Vino Dop e Igp: 9,2 miliardi di euro valore record imbottigliato
 Nel 2019 la produzione di vino Ig certificata supera la soglia dei 25 milioni di ettolitri, risultato di tendenze opposte tra le Dop (+6,2% grazie anche all’introduzione di nuove produzioni) e le Igp (-1%). Il valore della produzione di vini a Ig sfusa è di circa 3,5 miliardi di euro, mentre all’imbottigliato raggiunge i 9,2 miliardi di euro: di questi, 7,6 miliardi sono rappresentati da vini Dop, che ricoprono un peso economico pari all’82% del vino Ig. Le esportazioni raggiungono 5,6 miliardi di euro (+4%) su un totale di 6,4 miliardi di euro (+3%) dell’export vitivinicolo italiano nel suo complesso.

Bellanova soddisfatta, ma non ancora del tutto
Soddisfatta il ministro alle Politiche agricole, Teresa Bellanova che - tuttavia - non si accontenta ancora: «Le Ig - ha detto - sono uno straordinario volano di crescita e di manutenzione della qualità territoriale integrata, capace di influire sulle scelte di sviluppo cui sono chiamate le comunità di riferimento. Un patrimonio rilevante del nostro Paese, teso a valorizzare territori e imprese, qualità produttiva, sostenibilità ambientale, salvaguardia del paesaggio, incremento dell’occupazione e sviluppo economico».

«Tutte parole chiave - ha continuato - che rientrano nelle nuove direttive di rivisitazione e sviluppo della politica agricola comune. Per le nostre prime dieci Dop registriamo un tasso di esportazioni importanti, ma dobbiamo ampliare questo elenco, rafforzare le altre produzioni di qualità riconosciuta, utilizzando le risorse disponibili per presidiare i mercati, aprire nuove strade, interpretare il tempo nuovo che la pandemia ci costringe a vivere. Lavoreremo insieme sul Patto per l’export, dove abbiamo preteso impegni chiari contro l’Italian sounding. Le nostre eccellenze sono troppo spesso vittima di imitazione e di furto di identità all’estero, una delle migliori risposte è la nostra presenza sul mercato. Dobbiamo ripartire dall’origine. E dobbiamo saperla difendere».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Madama Oliva
La Neff Coda Nera
Onesti Group
Julius Meiln

Madama Oliva
La Neff Coda Nera
Onesti Group

Julius Meiln
Allegrini
Molino Colombo