De Rita, servono energia e ardore Non aspettare solo lo Stato
Il fondatore del Censis ha analizzato il sistema Italia al cospetto della pandemia. Lo ha fatto mettendo in parallelo il scondo dopoguerra del Novecento. Non ne usciamo molto bene. Siamo un po’ immobili, istituzioni e cittadini
22 aprile 2020 | 11:10
Giuseppe De Rita ha una doppia esperienza, quella di avere 87 anni alle spalle e quella di essere il fondatore e la guida del Censis, che da 56 anni effettua a tutto campo ricerche socio-economiche.
In un’intervista a La Repubblica De Rita ha analizzato il sistema Italia al cospetto della pandemia in corso. Ricordando i tempi della guerra, quando era un ragazzino che sentiva i morsi della fame e il panorama erano solo macerie, ha fatto un parallelo con l’oggi. Nel 1945 lo Stato non era in grado di aiutare nessuno e tutti si sono rimboccati le maniche; oggi sembra siamo diventati bambini che non solo non riescono, ma non pensano nemmeno di allontanarsi dalla Mamma Stato. Non si può pendere letteralmente dalle sue labbra. Ci vuole uno sforzo, anche psichico, per reagire a un condizionamento antico che ha contribuito a sviluppare una sorta di pigrizia mentale.
Questo è il momento dell’energia, perché anche senza i bombardamenti ci si trova a vivere una situazione postbellica con un’economia che rischia di andare a picco. Il pensiero di De Rita va alla classe politica, che da sempre ha privilegiato la mansuetudine dei soggetti e oggi, da un lato è troppo autoreferenziale, preoccupata dell’efficacia di un tweet, dall’altro delega a squadre di esperti, quasi a tutelarsi. E in mezzo ci sono gli italiani, che hanno fatto crescere questo Paese straordinario fino a farlo diventare la quinta potenza mondiale. Oggi come allora, secondo l’esperienza di De Rita, è necessario un guizzo, un colpo di reni. Energia e ardore. Altro che bonus dello Stato!
Per informazioni: www.censis.it
Giuseppe De Rita
In un’intervista a La Repubblica De Rita ha analizzato il sistema Italia al cospetto della pandemia in corso. Ricordando i tempi della guerra, quando era un ragazzino che sentiva i morsi della fame e il panorama erano solo macerie, ha fatto un parallelo con l’oggi. Nel 1945 lo Stato non era in grado di aiutare nessuno e tutti si sono rimboccati le maniche; oggi sembra siamo diventati bambini che non solo non riescono, ma non pensano nemmeno di allontanarsi dalla Mamma Stato. Non si può pendere letteralmente dalle sue labbra. Ci vuole uno sforzo, anche psichico, per reagire a un condizionamento antico che ha contribuito a sviluppare una sorta di pigrizia mentale.
Questo è il momento dell’energia, perché anche senza i bombardamenti ci si trova a vivere una situazione postbellica con un’economia che rischia di andare a picco. Il pensiero di De Rita va alla classe politica, che da sempre ha privilegiato la mansuetudine dei soggetti e oggi, da un lato è troppo autoreferenziale, preoccupata dell’efficacia di un tweet, dall’altro delega a squadre di esperti, quasi a tutelarsi. E in mezzo ci sono gli italiani, che hanno fatto crescere questo Paese straordinario fino a farlo diventare la quinta potenza mondiale. Oggi come allora, secondo l’esperienza di De Rita, è necessario un guizzo, un colpo di reni. Energia e ardore. Altro che bonus dello Stato!
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