Da vecchio a vintage: la rivincita dei sapori e dello stile di una volta

da vecchio a vintage, da semplice a minimal negli ultimi anni abbiamo assistito al ritorno di sapori e stili di vita del '900 che sono diventati veri e propri trend anche sui social

14 novembre 2023 | 14:30
di Francesca Fornaciari

C’è stato un momento, qualche anno fa, dove l’aggettivo vecchio si è trasformato in vintage, il semplice è diventato minimal, il rustico è diventato raw. Abbiamo fatto diventare di moda il passato e quasi non ce ne siamo accorti… fino ad ora. Ora, che nelle osterie d’antan milanesi c’è la fila fuori e la prenotazione online, che le ricette degli influencer non hanno più una lista della spesa lunga ed esotica ma pochi (buonissimi) ingredienti, che il weekend in campagna è diventato cool e la tovaglia a quadretti di design. Cosa ci ha spinto a guardarci indietro? Il marketing, come al solito.

 

In tutti i campi artistici, dalla moda al cinema, c’è un ciclico ritorno al passato e, in modo inconsapevole, questi trend si insinuano anche nella nostra vita con le scelte quotidiane: cosa acquistare, cosa guardare, cosa indossare. Il mondo dell’enogastronomia era, fino a qualche tempo fa, la mosca bianca tra le arti poiché le tradizioni erano sì importanti ma venivano innovate, rese fusion, scardinate così da rendere anche un semplice piatto di pasta al pomodoro un’elaborata ricettazione da 20 ingredienti e altrettante ore di preparazione. Uno chef veniva giudicato dall’inventiva, dalla creatività a discapito dell’effettiva bontà del piatto così come un ristorante veniva considerato cool se proponeva qualcosa di nuovo: dalle poké house ormai mainstream ai ristoranti di sola carne esotica fino ai tavoli interattivi con chef virtuali.

Ritorno alle radici: Il trend del cibo "vintage" in Italia

Si faceva a gara alla proposta più estrema per una cucina divertente e a tratti dissacrante. Risultato? Più esperienze che cene effettive, più ricordi da raccontare agli amici che papille gustative soddisfatte. Il ritorno al passato vero, quello di pochi ingredienti e grembiuli sporchi di sugo, è arrivato prepotente post-pandemia, dove la nenia “ne usciremo migliori” forse da qualche parte ha centrato il punto. Abbiamo fatto il pane in casa e ora lo pretendiamo anche al ristorante per un rassicurante ricordo del focolare domestico. Esempio emblematico di questo back to the past all’italiana lo si vede in Trippa, giovanissima trattoria dal sapore vintage: tovagliette, non tovaglie, poche pagine di menu e ricette come si deve.

Si mangia quello che c’è ma si prenota online, sempre che ci sia posto. La gen-z adora osterie e sagre di paese, che racconta e recensisce su Tiktok mentre i ristoranti propongono serate a tema con sottofondo di soli artisti italiani di qualche decennio fa e gli influencer fanno dirette social in cucina con la nonna. Sulle piattaforme digitali corre veloce l’hashtag #italiancore dove, soprattutto all’estero, l’Italia viene presentata nella sua forma più iconica ed immortale, con Sofia Loren che mangia una generosa dose di spaghetti, i pescatori delle Cinque Terre in perfetta armocromia con l’ambiente e la Puglia come un’immensa masseria bianca con panni stesi (bianchi anch’essi) ovunque. Insomma, la cara e vecchia Italia buongustaia è diventata un trend, i ristoranti hanno abbandonato la cucina molecolare per una parmigiana come Dio comanda e noi forse non ne usciremo migliori ma ne usciremo, finalmente, sazi!

Marketing tips: consigli per un locale vintage e cool

Poche e semplici regole per far sembrare il tuo locale “since 2021” un intrigante luogo con anni di storia e tradizioni alle spalle. Partiamo dal table-setting: semplice, d’ispirazione rustica, tovagliette di carta paglia o monocolore, se vuoi esagerare a quadretti. Il menu dev’essere scritto a mano, meglio ancora su una lavagna ben visibile a tutti i clienti. La proposta culinaria dev’essere stringata, non più di 3 scelte a portata mentre il vino della casa dev’essere realmente di qualità e in caraffe di ceramica. L’abbigliamento del personale di sala dev’essere informale ma mai inelegante, in materiali naturali e senza colori accesi.

Bandita la plastica nell’arredamento, puntare su paglia, vimini e legno. Sui social bisogna esserci, ma le foto avranno un filtro vintage e non saranno mai perfette, sperimentate con sfocature accidentali e sorrisi spontanei dello Chef. L’obiettivo finale? Far sentire i clienti a casa della nonna, creare un luogo dove sentirsi protetti. Ultimo ma non meno importante, porzioni abbondanti, mi raccomando!

Il trend: tutto torna perché ci guardiamo sempre indietro

Il richiamo al passato nel cibo si basa sui concetti psicologici di nostalgia e di familiarità. La nostalgia deriva dall'idealizzazione del passato, mentre la familiarità offre sicurezza. Spesso viene vista come forma di protesta contro la modernità ma, al contrario, è la conseguenza di un normale ciclo che si ripete da sempre. Il cambiamento di generazione infatti influenza le tendenze e gli stili di vita e le nuove generazioni non cambiano mai del tutto, piuttosto mutano lentamente lasciandosi addosso qualche traccia di quel passato che, all’improvviso, ritorna.

Assaggiare un cibo può evocare ricordi ed emozioni, portandoci indietro nel tempo come Proust insegna. Questa esperienza va oltre la nutrizione, diventando un viaggio sensoriale e psicologico che permette di rivivere momenti speciali e scoprire parti di noi stessi dimenticate. Non solo nostalgia, ma una connessione con la nostra storia personale e collettiva.

Liste 5 cose: 5 ricette D'Antan

‘50ies - Frittata di cipolle sulla sdraio in spiaggia
‘60ies - Insalata di carne in scatola come schiscetta
‘70ies - Pesca Melba per una dose di zuccheri extra
‘80ies - Pennette alla Vodka nell’hotel in riviera
‘90ies - Cocktail di gamberi all’aperitivo

Profilo Instagram

@postisinceri: Bar dalle insegne démodée, tavole calde con tavolini di plastica, osterie che vantano date di fondazione di oltre cinquant’anni fa, bocciofile e circoletti che scandiscono da decenni la vita quotidiana dei quartieri: dal 2018, Posti Sinceri colleziona luoghi profondamente radicati nel nostro tessuto urbano.

La parola del mese: Neostalgia

Sentimento di malinconia - diffuso soprattutto tra i giovani - che spinge al desiderio di vivere epoche mai vissute per ragioni anagrafiche. Un ritorno al passato che viaggia tra moda, cinema fino alle abitudini alimentari.

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Alberto Lupini


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