L’Italia a tavola (in particolare) per gli stranieri non è, come si possa pensare, solo pizza. Anche il pane (o meglio i diversi tipi di pane italiano) è tra i capisaldi della cucina italiana e della Dieta mediterranea. Ultima prova ne è stata quella della giornalista americana Oprah Winfrey, la “Regina di tutti i media” con 22,3 milioni di follower e tra le donne più potenti al mondo, che, in vacanza al Grand Hotel Palazzo Fiuggi con le amiche, si è innamorata del pane ciociaro tanto da portalo con sé in California con il jet privato. Pane italiano al centro anche della “Giornata della ristorazione” organizzata dalla Fipe-Federazione pubblici esercizi, il 28 aprile: un appuntamento fondamentale per tutto il mondo dell’accoglienza e per la cucina italiana, finalmente candidata (come quella francese) a Patrimonio dell’Umanità Unesco. Pane a cui gli italiani fanno fatica a rinunciare, nonostante il caro bollette e materie prime che ne ha fatto schizzare il prezzo alle stelle in tutta Italia, con Ferrara, patria della tipica Coppia ferrarese, in testa per le città più care per il pane al kg: qui un chilo di pane fresco realizzato con farina di grano costa fino a 9,8 euro (quotazione massima), mentre il prezzo medio si attesta a 5,31 euro al kg.
Caro pane: in quali città italiane costa di più?
Al secondo posto della classifica, stilata da Assoutenti, delle città più care per l’acquisto del pane quotidiano c’è Forlì, dove il prezzo massimo del pane fresco è di 9 euro al kg (4,37 euro il prezzo medio). Carissima, anche Venezia, dove un chilo di pane fresco è venduto in media a 5,52 euro (8,5 euro la quotazione massima).
Ma i listini superano i 6 euro/kg anche in numerose città, da Milano a Bari, passando per Ancona, Macerata, Bologna, Bolzano, Modena, Reggio Emilia, Trento e Udine.
C’è da chiedersi, quindi, dove il pane costa meno? Le province più economiche sono Napoli (2 euro al kg il prezzo massimo), Cosenza (2,5 euro), Benevento (2,65 euro).
Il pane al centro della Giornata della ristorazione italiana
Una situazione a cui, dunque, bisogna trovare rimedio prima che sia troppo tardi. In questo senso diventa importantissima la Giornata della ristorazione, con la scelta del pane italiano come fulcro della discussione. Il pane è del resto uno dei simboli per eccellenza della condivisione a tavola. Quel pane quotidiano che spesso è minacciato da costi che costringono sempre più panificatori artigianali a chiudere bottega (con i giovani che scappano dalla professione), da “mode” del momento che allontano dalla tradizione italiana e dal surgelato (per altro spesso buono), per lo più spagnolo, persino in alcuni ristoranti stellati e di cucina d’aurore…
Insieme per valorizzare il pane italiano
E dobbiamo essere noi, italiani, per primi, invece a ricordarci del patrimonio culinario che abbiamo e a volerlo tutelare, insieme (cuochi, politici, associazioni e cittadini). E non “ricordarcelo” solo quando Oprah Winfrey decide di portarsi a casa le pagnotte scure dell’Antica Forneria Ciociara di Torre Cajetani, piccolo borgo medievale in provincia di Frosinone, che ora come ha detto all’Agi Pierluigi Moriconi, figlio di Achille, che gestisce il forno insieme alla madre Emilia e alla cugina Michela, questa storia «ha portato parecchi clienti, sia turisti sia persone del posto mai viste prima». Eppure il fornaio era sempre lì ai piedi del paese… Come, chi passasse non sentisse prima il meraviglioso profumo di pane appena sfornato rimane un mistero….
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Alberto Lupini
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