Cresce il consumo dei cibi senza glutine Biscotti e pasta nel paniere Istat

01 marzo 2015 | 11:40
di Juri Piceni e Mariapia Gandossi
In statistica economica, il “paniere” è un insieme di beni e servizi rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno. I beni e servizi componenti un paniere, ponderati ciascuno secondo un peso proporzionale al grado di importanza che il prodotto rappresenta nell’ambito dell’intero paniere (e quindi in quello dei consumi della collettività), costituiscono la base per il calcolo degli indici dei prezzi.



Il grado d’importanza dei beni e servizi all’interno del paniere è collegato alla quantità e alla frequenza di acquisto del bene o servizio stesso. L’aggiornamento “tiene conto delle novità emerse nelle abitudini di spesa delle famiglie italiane” e arricchisce, in alcuni casi, la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati. Nel 2015 il paniere utilizzato per il calcolo dell’inflazione, precisa l’Istat (Istituto nazionale di statistica), si compone di 1.441 prodotti aggregati in 618 posizioni rappresentative.

Tra le posizioni rappresentative entrate nel paniere 2015 si segnalano i biscotti e la pasta senza glutine; la loro inclusione è finalizzata rappresentare la crescente domanda di alimenti senza glutine da parte sia delle persone affette da celiachia che di altri consumatori. Un segnale importante che dimostra la continua crescita del mercato del “gluten free” non solo nelle farmacie ma anche negli altri canali distributivi, come negozi specializzati e Gdo. Infatti il mercato degli alimenti funzionali è in crisi: tiene solo il segmento “intolleranza”, con un fatturato del 41% (fonte Ref Ricerche su dati Nielsen). I dati sulle vendite presso i punti vendita della Gdo confermano il trend in atto: il giro d’affari dei prodotti senza glutine è cresciuto del 32,1% nel 2014 rispetto all'anno precedente.

Questo trend può essere meglio compreso se si tiene conto che sono in forte aumento gli italiani affetti da disturbi dell’alimentazione: secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, circa l’8% dei bambini e il 2% della popolazione adulta soffre di reazioni avverse a uno o più cibi. Le persone che per necessità devono consumare prodotti senza glutine sono sempre di più grazie anche alle diagnosi precoci.



Ma c’è comunque un numero di persone che decide, per libera scelta, di consumare prodotti senza glutine per svariati motivi. Un vantaggio può derivare sicuramente dalla forza della domanda. Più persone chiedono, più le aziende (e così i ristoratori) si dovranno adeguare all’idea di avere prodotti senza glutine per tutti, sempre e ovunque.

Per le aziende produttrici o distributrici di prodotti senza glutine si profilano opportunità interessanti per l’allargamento del proprio target di riferimento, di cui potranno sicuramente giovare anche i consumatori intolleranti al glutine; uno scenario ancora troppo condizionato dall’erogabilità dei prodotti, che nell’ipotesi di una completa apertura del mercato potrà solamente crescere ancor di più.

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Alberto Lupini


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