Pessimo servizio, tavolo non igienizzato, ritardi e mancanza di igiene da parte del cameriere. Cronaca di una recensione postata qualche giorno fa su Tripadvisor. Peccato che nulla di quanto è partito da un account fittizio (poi cancellato) fosse vero. Il vizietto di scrivere commenti fasulli sui locali è tornato puntuale con la riapertura dei pubblici esercizi. E, com’era da immaginare, il Covid entra anche nelle recensioni. Peccato che anche questa volta sia stata persa un’occasione per raccontare la verità.
La disavventura è capitata a un ristoratore di Cagliari, titolare della Locanda Caddeo. Il messaggio lasciato dall’anonimo recensore (poi individuato come un concorrente del locale) è eloquente come le centinaia di migliaia che l’hanno preceduto. Recitava più o meno così: «
Servizio pessimo, il tavolo non è stato igienizzato. Ritardo nella presa degli ordini e tagliere servito senza che l'operatore indossasse i guanti». Ora, posto che il cameriere non aveva neppure l’obbligo di indossarli, i guanti, come previsto dalle direttive del Governo, tutto ciò che è stato annotato nella recensione è risultato essere frutto della fantasia chi l’ha scritto.
Francesco Caddeo, che oltre ad essere il proprietario di questo locale, ne possiede altri tre locali in Sardegna (l’ultimo sta per aprire a Quartu Sant’Elena) ha impiegato poco per stanare il responsabile, cui ha risposto a stretto giro: «
Se solo ti fossi seduto in quella sedia e accomodato a quel tavolo, avresti notato con quale scrupolo prestiamo attenzione a tutte le nuove norme igienico sanitarie e di distanziamento imposte dai nuovi regolamenti e anche le nuove procedure non obbligatorie, ma richieste al personale di sala dal sottoscritto. Già, perché tu in quel tavolo ci sei solo passato vicino il tempo necessario per scattare questa foto è per tua sfortuna sei stato visto e anche riconosciuto da dei clienti che si gustavano oltre che il loro aperitivo questa ridicola scena».
Francesco Caddeo
Interpellato da Italia a Tavola, Francesco Caddeo spiega meglio l’accaduto: «Non è stato neppure furbo – dice – dalla foto si vede chiaramente che questa persona non era seduta e che, addirittura, il locale era ancora chiuso». Caddeo non è nuovo, purtroppo, a questo tipo di attacchi: «Stavolta, però – ammette – non è stato difficile smascherare il responsabile». Un concorrente, appunto, costretto a chiudere la sua attività proprio dopo l’emergenza sanitaria.
A caldo Francesco Caddeo
ha minacciato un’azione legale nei confronti del responsabile del messaggio. «Forse si è spaventato – spiega – sta di fatto che ha provveduto a cancellare l’account e la recensione è sparita dalla rete». Per una storia che si chiude tutto sommato in maniera positiva per il ristoratore, tante altre hanno danneggiato (e continuano a danneggiare) i malcapitati commercianti, vittime delle recensioni false. «Tripadvisor fa poco o nulla, a mio avviso, per evitare che queste cose accadano – continua Caddeo – Basterebbe richiedere lo scontrino prima di ogni recensione da far valere come prova reale della consumazione all’interno del locale, e ogni cosa che viene giudicata, dovrebbe essere dimostrata con una fotografia».
La locanda Caddeo di Cagliari
Un impegno a costo zero per Tripadvisor (tutti gli “oneri” sarebbero a carico dei recensori), che pure non sta attraversando certo un periodo roseo della sua storia. La crisi del turismo nei mesi del
lockdown ha costretto la piattaforma americana a licenziare il 25% del suo personale. Solo l’anno scorso, in autunno, dopo
l’ennesima sanzione di un tribunale, era stata la stessa azienda ad ammettere che ogni anno vengono postati sul sito circa
3 milioni di commenti falsi, che probabilmente sono molti, molti di più.
Neppure
le nozze con la Guida Michelin sembra che abbiano smacchiato la coscienza del sito, che da qualche tempo a questa parte, pubblica inserzioni a pagamento che fanno schizzare al primo posto della classifica locali che in realtà navigano nelle retrovie, scalzando così i migliori dalla vetta. Un espediente utilizzato forse per mettere a tacere le accuse di voti e posizioni comprati per apparire sempre davanti a tutti. Non solo: aprendo il sito, una volta esisteva solo la classifica; oggi prima di accedere alla graduatoria ci si imbatte in mille altre sottocategorie, che mettono ancor più in evidenza locali che altrimenti in pochi riuscirebbero a vedere.
Insomma un pasticcio che, condito al vizietto delle recensioni false che proseguono anche dopo il Covid, r
endono sempre meno attendibile la piattaforma americana.