Conte: Fabbriche chiuse Aperti alimentari e servizi essenziali

Il premier ha parlato in diretta al Paese, decidendo di rallentare su tutto il territorio nazionale «il motore produttivo del Paese, senza fermarlo». Farmacie ed edicole aperte. Anche gli alimentari, naturalmente , che non avranno orari limitati, quindi non c'è bisogno di code. Stretta ulteriore in Lombardia e Piemonte: niente mercati alimentari ambulanti

21 marzo 2020 | 23:43
In diretta sul suo canale Facebook, Giuseppe Conte si è nuovamente rivolto al Paese, visto anche l'aggravarsi della situazione coronavirus in Italia. La soluzione è rallentare il motore produttivo del Paese, ma non fermarlo, ha detto il nostro Premier in conferenza stampa. Quindi tutte le fabbriche sono chiuse, rimangono aperti alimentari (senza restrizione di orario, «quindi non c'è bisogno di creare assembramenti o code») e servizi necessari al Paese, come le farmacie e le edicole. Un decreto che interessa tutto il nostro Paese, nessuna regione esclusa. Un decreto che permette da una parte di contenere la diffusione del virus sempre garantendo però tutti i beni essenziali ai cittadini. «Una misura ancora più estrema - conclude Conte - che però con il sacrificio di tutti, ci permetterà di ritrovarci, spero presto, di nuovo nelle piazze con amici e parenti».


Giuseppe Conte


Sin dall'inizio ho scelto la linea della trasparenza, della condivisione. Non ho minimizzato, non ho nascosto la realtà. Ho scelto di rendere tutti partecipi della sfida che affrontiamo. È la crisi più difficile che il Paese vive dal secondo dopoguerra. Siamo chiamati a misurarci con notizie che ci feriscono, ci lasciano un segno sempre impresso nella nostra memoria, anche quando questo sarà finito.

La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova. Questi decessi, per i nostri valori, non sono solo numeri, sono persone, storie di famiglie che perdono gli affetti più cari. Le misure fin qui adottate richiedono tempo prima che possano spiegare i loro effetti. Continuiamo a seguire tutte le regole. Sono misure severe, ne sono consapevole, rimanere a casa, rinunciare alle abitudini... Non è facile, ma non ci sono alternative.

In questo momento dobbiamo resistere, perché solo così tuteleremo noi stessi e le persone che amiamo. Il nostro sacrificio di restare a casa è peraltro minimo se paragoniamo il sacrificio che stanno compiendo i concittadini negli ospedali. C'è chi rinuncia, chi rischia molto di più. Penso innanzitutto ai medici, agli infermieri. Ma anche alle forze dell'ordine, agli uomini e alle donne della protezione civile, ai farmacisti, a chi lavora nei supermercati o nell'informazione. Persone che non vanno solo a lavorare, ma compiono ogni giorno un atto di responsabilità verso la nazione. Un atto di amore per l'Italia.

Oggi abbiamo deciso di fare un altro passo. La decisione del governo è quella di chiudere nell'intera Italia ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile, a garantirci bene e servizi essenziali. Tutto il pomeriggio abbiamo lavorato, con i sindacati, per stilare una lista che indichi tutti quei servizi necessari, di pubblica utilità, per il funzionamento dello stato.

Continueranno a rimanere aperti i supermercati, i negozi di alimentari e di prima necessità. Quindi fate attezione, nessuna restrizione è prevista sui giorni di apertura. Invito tutti a mantenere calma, non c'è ragione di fare corse agli acquisti, niente code. Anche farmarcie, parafarmacie rimarranno aperte. Servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari. Anche i pubblici essenziali come i trasporti. Anche le attività connesse a quelle essenziali.

Al di fuori delle attività essenziali, si consente solo lo svolgimento di lavoro smart working. Resisteranno solo le attività produttive rilevanti per la produzione nazionale.

Rallentiamo il motore produttivo del Paese ma non lo fermiamo. È una decisione non facile, ma questo ci consente, ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio. Necessario oggi tutto questo per contenere quanto più possibile la diffusione dell'epidemia.

L'emergenza sanitaria sta tramutando in piena emergenza economica. Ma io vi dico: lo Stato c'è. Faremo misure straordinarie che ci faranno ripartire quanto prima.

Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte, come una catena a protezione del bene più importante, la vita. Se anche cedesse un solo anello, questa barriera di protezione verrebbe meno, e non va bene.

Quelle rinunce che oggi sembrano un passo indietro domani ci permetteranno di tornare nelle nostre piazze, fra le braccia di parenti e amici. Stiamo rinunciando alle abitudini più care. Lo facciamo perché amiamo l'Italia. Uniti ce la faremo.


Prima del discorso di Conte, Lombardia e Piemonte avevano già deciso (vista la situazione critica e i numeri della protezione civile di oggi) per misure più restrittive rispetto a quelle dell'ormai passato decreto.

La Regione Lombardia
«La Lombardia, d'accordo con i i sindaci del nostro territorio, con le associazioni di categoria e con le parti sociali, ha deciso di emanare un'ordinanza con la quale vengono disposte nuove stringenti limitazioni per contrastare la diffusione del coronavirus». Così il presidente della Regione, Attilio Fontana. L'ordinanza entra in vigore domani e produce effetto - salvo diverse disposizioni legate all'evoluzione della situazione epidemiologica - fino al 15 aprile.

La competenza sulla chiusura delle attività produttive, si legge in una nota della Regione, è del Governo ma i rappresentanti delle associazioni di impresa hanno garantito che fin dalle prossime ore chiederanno ai propri associati di sospendere comunque tutte quelle produzioni che non fanno parte delle filiere "essenziali".

«Una decisione dettata dal serrato confronto - prosegue Fontana - con le nostre autorità sanitarie che ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare. Non so più come dirlo: solo con l'estrema limitazione dei contatti interpersonali possiamo cercare di invertire questa tendenza».

L'ordinanza della Regione Lombardia mantiene aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie e i supermercati, ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Viene decretato il fermo delle attività nei cantieri edili e il divieto di praticare sport e attività motorie svolte all'aperto, anche singolarmente.

Altri divieti dell'ordinanza:
  • l'assembramento nei luoghi pubblici - fatto salvo il distanziamento (droplet) - e conseguente ammenda fino a 5 mila euro;
  • la sospensione dell'attività degli Uffici Pubblici, fatta salva l'erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità;
  • la sospensione delle attività artigianali non legate alle emergenze o alle filiere essenziali;
  • la sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti; la sospensione delle attivita' inerenti ai servizi alla persona;
  • la chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza.
  • Viene anche disposta la chiusura di tutte le strutture ricettive ad esclusione di quelle legate alla gestione dell'emergenza.
  • Gli ospiti già presenti nella struttura dovranno lasciarla entro le 72 ore successive all'entrata in vigore dell'ordinanza;
  • Il fermo delle attività nei cantieri edili.
  • Sono esclusi dai divieti quelli legati alle attività di ristrutturazione sanitarie e ospedaliere ed emergenziali, oltre quelli stradali, autostradali e ferroviari; la chiusura dei distributori automatici cosiddetti 'h24' che distribuiscono bevande e alimenti confezionati.
  • Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Ai supermercati, alle farmacie, nei luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, si raccomanda a cura del gestore/titolare di provvedere alla rilevazione della temperatura corporea.
  • Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, valgono le prescrizioni su distanziamento degli utenti contenute nelle due ordinanze regionali già in vigore. Resta affidata ai sindaci la valutazione di ampliare ulteriormente le disposizioni restrittive in base alle rispettive esigenze.

La Regione Piemonte
«Se non lo facciamo adesso rischiamo che sia inutile». Così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio in serata ha annunciato un ulteriore stretta sulle misure imposte per limitare il contagio da coronavirus. In particolare, la nuova ordinanza operativa da domani, dispone la chiusura di uffici pubblici e studi professionali, vieta gli spostamenti verso le seconde case e limita le attività mercatali.

«Chiudiamo tutto quello che è possibile chiudere in base ai poteri di cui dispongono le Regioni - spiega Cirio - questa è la più grande emergenza affrontata dal dopoguerra ad oggi. Sappiamo che stiamo chiedendo un grande sforzo a ogni cittadino, ma vi prego di comprendere che è la scelta giusta. La nostra libertà è un bene, ma la nostra vita lo è di più. Vi prego, proteggetela restando a casa».

La nuova ordinanza, che avrà efficacia in Piemonte fino al 3 aprile, prevede anche una stretta sui mercati, che saranno possibili solo dove i sindaci potranno garantire il contingentamento degli accessi e il non assembramento, anche grazie all'utilizzo di transenne e con il presidio costante dei vigili urbani.

Inoltre, l'accesso agli esercizi commerciali sarà limitato a un solo componente del nucleo familiare, salvo comprovati motivi di assistenza ad altre persone. Chiusi anche gli uffici pubblici e gli studi professionali, fatta salva l'erogazione dei servizi essenziali e indifferibili.

Fra le altre misure, il divieto di assembramento di più di due persone nei luoghi pubblici, lo stop agli spostamenti verso le seconde case e il divieto di sosta e assembramento davanti ai distributori automatici "h24" che forniscono bevande e alimenti confezionati. Bloccate anche le slot machine e disattivati i monitor e televisori da parte degli esercenti. Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie e i tabaccai, dove dovrà essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Dove possibile, dovrà effettuarsi la rilevazione sistematica della temperatura corporea presso i supermercati, le farmacie e i luoghi di lavoro. Disposto, infine, il fermo dell'attività nei cantieri, a eccezione di quelli di interesse strategico.

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