Concessioni, i balneari bocciano il decreto del Governo
Approvata dal Consiglio dei ministri la norma sulle gare delle concessioni balneari e infuria la polemica: la proroga al 2027 e gli indennizzi risicati deludono i balneari. Per le associazioni dei consumatori è una presa in giro
Punto finale per la questione balneari in Italia? Sembrerebbe di sì almeno per il Governo italiano che ha approvato il decreto che proroga le attuali concessioni fino a settembre 2027. La collaborazione tra Roma e Bruxelles, fa sapere Palazzo Chigi, ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l'opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, ma anche tra le richieste dell'Unione Europea e le esigenze degli operatori del settore, che annunciano battaglia.
Concessioni balneari: i punti chiave del decreto
Ma per prima cosa vediamo le novità introdotte con il nuovo decreto legge sulle concessioni balneari. Il provvedimento con le norme sui balneari fa parte del decreto legge che introduce disposizioni urgenti per la soluzione di procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano. Tra i punti salienti:
- Proroga fino al 2027: Le concessioni balneari in essere vedranno prolungata la loro durata fino al 30 settembre 2027. Questa misura è stata introdotta per consentire un'adeguata pianificazione delle nuove gare e salvaguardare gli interessi degli attuali gestori.
- Nuove gare entro il 2027: Entro giugno 2027 dovranno essere avviate le procedure di gara per l'assegnazione delle nuove concessioni. Questo significa che entro la fine dell'anno i comuni dovranno aver definito i bandi e avviato le procedure selettive.
- Durata delle nuove concessioni: Le nuove concessioni avranno una durata compresa tra 5 e 20 anni, un periodo ritenuto sufficiente per ammortizzare gli investimenti e garantire la continuità aziendale.
- Tutela dei concessionari uscenti: Il decreto prevede l'indennizzo per i concessionari uscenti, calcolato in base al valore degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni. Inoltre, viene garantita la priorità nell'assunzione per i lavoratori precedentemente impiegati.
- Criteri di assegnazione: Nella valutazione delle offerte, verrà data priorità ai concessionari uscenti che hanno fatto del settore balneare la loro principale fonte di reddito.
- Deroghe possibili: In casi eccezionali e motivati, è prevista la possibilità di prorogare ulteriormente le concessioni fino al 31 marzo 2028.
Inoltre, per aggiudicarsi una concessione balneare, inoltre, non basterà più offrire solo lettini e ombrelloni. Il governo ha infatti deciso di puntare sulla valorizzazione del territorio, introducendo nuovi criteri di assegnazione che tengono conto delle specificità culturali, folkloristiche ed enogastronomiche di ogni località. Le nuove concessioni dovranno offrire servizi integrati che valorizzino le tradizioni locali, organizzando eventi culturali, promuovendo prodotti tipici e coinvolgendo le comunità. Oltre al classico bagno, le spiagge si trasformeranno in veri e propri centri di aggregazione, offrendo una vasta gamma di attività e servizi per tutte le età. Le spiagge dovranno essere sempre più accessibili a tutti, con particolare attenzione alle persone con disabilità. Saranno valutati i progetti per migliorare l'accessibilità degli stabilimenti e delle spiagge libere. Le concessioni potranno offrire servizi anche al di fuori della stagione estiva, contribuendo così a destagionalizzare il turismo e a prolungare la vita delle località balneari.
Concessioni balneari: la mediazione con l'Europa
L'Ue commenta tramite la portavoce per il Mercato interno, Johanna Bernsel che «La Commissione europea accoglie con favore la decisione dell'Italia sul caso delle concessioni balneari. Ciò fa seguito a scambi costruttivi attraverso i quali la Commissione e le autorità italiane hanno raggiunto un'intesa comune sul quadro legislativo della riforma alla luce del diritto dell'Ue, con una soluzione completa, aperta e non discriminatoria che copra tutte le concessioni da attuare entro i prossimi tre anni». Anche se, sebbene si sia raggiunto un compromesso, l'Unione Europea potrebbe ancora sollevare obiezioni sulla durata delle nuove concessioni (fino a 20 anni) e sulle modalità di assegnazione.
Tutti contenti? Certo che no e, soprattutto, sono in molti a credere che si siano fatti i conti senza l'oste. I balneari si aspettavano molto di più dal Governo e si dicono delusi soprattutto per gli indennizzi ridotto all'osso. Per le opposizioni (Movimento 5 stelle in primis) e le associazioni dei consumatori si tratta di una presa in giro che in sostanza non modificherà nulla e chiedono a Bruxelles di non ratificare il provvedimento del Governo. Ma c'è di più la paura che circola chiara e forte e che sembra che il Governo italiano stia giocando il fuoco e con i soldi degli italiani...
Concessioni balneari, associazioni sul piede di guerra
Sindacato italiano balneari e Fiba-Confesercenti
«Il provvedimento legislativo adottato dal Consiglio dei ministri sulle concessioni demaniali marittime vigenti non ci soddisfa perché prevede la messa a gara delle aziende», affermano in una nota congiunta Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari (Sib) aderente a Fipe-Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba-Confesercenti che aggiungono: «Riuniremo gli organismi dirigenti delle nostre Organizzazioni per una valutazione del provvedimento legislativo e per decidere le conseguenti iniziative sindacali. Registriamo, con profondo rammarico, che il provvedimento non ha visto il coinvolgimento, non solo della categoria, ma, anche e principalmente degli Enti concedenti, (Regioni e Comuni), che esercitano, da decenni, le funzioni amministrative in materi».
Quindi sottolineano: «Riteniamo che sia interesse di tutti, non solo degli imprenditori balneari, una riforma organica della materia che salvaguardi le aziende turistiche attualmente operanti, frutto dell'attività e dei sacrifici di migliaia di famiglie di "onesti lavoratori" che hanno costruito un modello di balneazione attrezzata efficiente, di qualità e di successo che il mondo ci invidia. Riteniamo, poi, sia interesse di tutti che questa questione non sia oggetto di strumentalizzazioni politiche ma, piuttosto, di un serio e obiettivo dibattito pubblico». «È certo, comunque, che continueremo a batterci, con forza e determinazione - hanno concluso i presidenti di Sib e Fiba - a tutela dei diritti, riconosciuti anche dal diritto europeo, degli operatori attualmente operanti e per evitare che sia distrutto o snaturato il modello di balneazione attrezzata italiana fondato, prevalentemente, sul lavoro dei concessionari, non soltanto nel loro interesse, ma, soprattutto, del nostro Paese».
Federalberghi e Faita Federcamping
Sulla questione sono intervenute poi anche Federalberghi e Faita Federcamping, che hanno espresso preoccupazioni in merito al provvedimento. Le due associazioni sottolineano che, per le imprese turistico-ricettive come alberghi, campeggi e villaggi, la concessione delle aree demaniali è essenziale per l'offerta integrata di servizi di accoglienza e spiaggia. La revoca di queste concessioni, senza soluzioni adeguate, potrebbe compromettere gravemente l'attività di tali imprese.
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«In questo scenario - scrivono Federalberghi e Faita Federcamping -, l'estensione fino al settembre 2027 della validità delle attuali concessioni demaniali, pur essendo apprezzabile poiché apre una finestra temporale utilizzabile per ricercare le soluzioni più opportune, non è di per sé sufficiente a risolvere i problemi sul tappeto. Federalberghi e Faita Federcamping, in attesa di riunire i propri organi per una valutazione puntuale dei contenuti del decreto-legge, chiedono sin d'ora che il Parlamento ne migliori il contenuto, definendo delle misure ad hoc per le strutture turistico ricettive, come già fatto dal legislatore greco, nel pieno rispetto del diritto dell'Ue».
Concessioni balneari: le critiche al decreto legge
Ma come detto, il nuovo decreto legge sulle concessioni balneari sta scatenando forti polemiche e sono in molti a considerarlo una vera e propria presa in giro. «La proroga delle concessioni balneari al 2027 è uno scandalo - afferma Matteo Hallissey, segretario Radicali Italiani che ha anche regalato al presidente del sindacato autonomo balneari, Antonio Capacchione, un ombrellone con la scritta “2027”- le spiagge vanno liberate e consegnate ai cittadini. Abbiamo chilometri di spiagge sequestrate, da decenni ostaggio di una corporazione che paga canoni ridicoli e applica costi folli. È bene ricordare che siamo andati avanti a colpi di proroghe: 1993, 2006, 2012, 2015, 2020, ora 2027. Un settore che produce 15 miliardi di euro e che paga allo Stato la miseria di 1 euro ogni 100 di fatturato, una truffa resa legale dall'immobilismo della politica, un oltraggio nei confronti dei cittadini che possono fare il bagno solo a pagamento. Ci permettiamo pure di ragionare sugli indennizzi: dovrebbero darli loro ai cittadini e non viceversa, visti i guadagni che hanno avuto in tutti questi anni. Per questo abbiamo regalato un ombrellone con la scritta 2027 a Capacchione del Sib, ma non si deve preoccupare: abbiamo molti altri ombrelloni a casa pronti per essere piantati in tutte le concessioni scadute d'Italia».
«Dal governo l'ennesimo rinvio sui balneari: prendono in giro i balneari, bloccano gli investimenti, creano il caos negli enti locali e portano ancora una volta l'Italia verso una procedura di infrazione Ue. E tutto questo solo perché non si ha il coraggio di affrontare una questione andata ormai troppo oltre», gli fa eco l'eurodeputato del Pd Matteo Ricci. Mentre il M5s sottolinea: «Una proroga triennale per le attuali concessioni, già dichiarate illegittime dal Consiglio di Stato, è la pagliacciata finale del governo Meloni, dopo due anni di immobilismo totale». Per Riccardo Magi di +Europa invece il provvedimento è: «Una soluzione che mette una pietra tombale sulla concorrenza per altri tre anni con cui Giorgia Meloni raschia il fondo del barile del ridicolo. Spero che l'Unione europea bocci senza pietà il piano con cui il nostro governo vuole aggirare la Bolkestein».
Contrarie anche le associazioni dei consumatori. Per il Codacons: è una «presa per i fondelli» che «non risolve in alcun modo il nodo balneari». Il presidente Carlo Rienzi sostiene che il governo voglia rimandare «alle calende greche la soluzione al problema». Mentre l'Unione nazionale dei Consumatori sottolinea come si «costringe il nuovo concessionario a pagare quello vecchio pur di farlo sloggiare, con l'effetto che chi subentra si rivarrà ovviamente sui consumatori finali, facendo pagare a un prezzo ancor più salato ombrelloni e sdraio». «Dopo anni di sabbie mobili si corre ai ripari per tacitare l'Europa, ma Bruxelles chiede davvero di disconoscere i diritti acquisiti degli operatori?», si domanda retoricamente Maurizio Innocenti, presidente di Anva Confesercenti.
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Alberto Lupini
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