Clima e prezzi rallentano il Pil dell'agricoltura: calo dell'1%

A pesare sulla decrescita del Pil agricolo, secondo l'Istat, è stato l’aumento dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori con balzi che riguardano i fertilizzanti, i prodotti energetici e gli alimenti per animali

31 gennaio 2023 | 17:17

In controtendenza rispetto all’andamento generale dello scorso anno (che ha visto il Pil crescere del 3,9% più delle previsioni) cala dell’1% su base annuale il valore aggiunto dell’agricoltura che è pari 38,4 miliardi per effetto dell’aumento dei costi energetici e dell’impatto dei cambiamenti climatici. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla stima preliminare del Pil nel quarto trimestre dell’Istat che evidenzia una andamento congiunturale negativo per l’agricoltura. A pesare è stato l’aumento dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori (+23,6%) con balzi che riguardano i fertilizzanti (+63,4%), i prodotti energetici (+49,7%) e gli alimenti per animali (+25,1%).

 

L’incremento dei costi si è ampliato e consolidato nel corso del 2022 in buona parte – precisa la Coldiretti - per le conseguenze del conflitto in atto in Ucraina che ha prodotto una forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici. Il risultato è che sono calate le imprese in agricoltura nel 2022 con un saldo negativo di -3363 realtà proprio per effetto del mix micidiale dell’aumento dei costi e del cambiamento climatico che ha decimato i raccolti

Prandini: «Pandemia e guerra hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito. Servono rimedi»

«La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori» afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare l’esigenza di «raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa».

«Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato tra l’altro progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. Un impegno che – conclude Prandini – ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali».

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Alberto Lupini


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