Il cliente mette un capello nel piatto per non pagare la cena: ecco cosa rischia

In Inghilterra un cliente ha messo un capello nel suo piatto cercando di non pagare la cena. Scoperto, però, grazie alle telecamere. Ma un capello può provenire anche dalla cucina: cosa succede in quel caso?

10 novembre 2023 | 13:09

Ci ha provato a non pagare il conto il cliente di un pub inglese. Purtroppo per lui, però, il piano è saltato per via delle telecamere di sorveglianza, grazie alle quali il titolare del locale ha colto sul fatto il proprio (non più gradito) ospite. Non solo salvando quindi il suo incasso, ma anche la reputazione del ristorante. Il tutto è accaduto durante una cena a base di arrosto di manzo all'Observeatary di Blackburn in Inghilterra. Evidentemente convinto di riuscire nell'intento, il cliente ha piazzato un proprio capello nella sua pietanza, contando sul fatto che grazie a questo stratagemma sarebbe riuscito a evitare di sborsare i soldi del pasto (meno di 13 sterline).

Capello nel piatto? Il cliente potrebbe non pagare il conto

Da cosa nasce tutto il fatto? La legge italiana parla chiaro, ed evidentemente anche nel Regno Unito vige qualcosa di molto simile. Un capello, o un corpo estraneo in generale (una mosca per esempio) all'interno di un piatto può esentare l'ospite dal pagamento del conto.

Come ci fanno sapere dalla pagina di A Cena con Diritto, formata da esperti di diritto della ristorazione: «... ll cliente che trova un capello nel piatto può lecitamente rifiutare il pagamento visto che la presenza di un corpo estraneo rappresenta un inadempimento contrattuale da parte del ristoratore che non potrà esigerne il pagamento in quanto il servizio non è stato correttamente eseguito. Inoltre può essere tenuto al risarcimento del danno nei confronti del cliente se questo lo subisce, ad esempio un'allergia. Per evitare la risoluzione del contratto il ristoratore può offrire la sostituzione del piatto contaminato ma compete in ogni caso al cliente valutare se aderire alla proposta sostituzione o rifiutarla. Al contrario può rifiutare il pagamento».

Cosa rischia il cliente che mette un capello nel piatto per non pagare?

Fatta questa doverosa premessa, a questo punto, sorge il dubbio lecito legato a cosa rischia un cliente che, come quello inglese, ha cercato di trarre in inganno il ristoratore con il suo stratagemma. Perlomeno nel nostro Paese: «... potrebbe configurarsi il reato di truffa art. 640 c.p. che ricorre quando “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032». E se il cliente venisse scoperto grazie alle telecamere di videosorveglianza, è importante che il ristoratore non pubblichi le immagini sui social. Altrimenti a rischiare da un punto di vista legale sarebbe anche lui.

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Credits  -  Policy  -  PARTNER  -  EURO-TOQUES | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024