Il cibo del futuro? Sempre più genuino, autentico, sostenibile
Nel nostro Paese molti sono stati i cambiamenti negli ultimi tempi: l’80,5% degli italiani acquista prodotti alimentari di prossimità, valorizzando le aziende agricole locali e riducendo l’utilizzo di mezzi di trasporto
Pandemia, guerra e crisi climatica ed economica impongono sempre più una riflessione sui nuovi trend della nutrizione in rapporto agli scenari futuri del cibo. Nell'ambito del progetto "Food for Future, Future for Food" si sono confrontati in una tavola rotonda a Roma, all'Università di Tor Vergata, numerosi rappresentanti del mondo accademico e dell'industria agricola e alimentare. I relatori sono intervenuti rispondendo alle domande degli studenti sui maggiori temi di attualità. «Il futuro è la parola chiave di questi tempi - ha detto Simonetta Pattuglia, direttore del Master in Economia e Management della Comunicazione e dei Media, curatrice dell’evento - perchè quello che è accaduto negli ultimi tre anni ha fatto accelerare il futuro in tantissimi settori, incluso quello dell'alimentazione. Nell'ottica del marketing e della comunicazione, vogliamo esplorare i nuovi trend della nutrizione, sempre più influenzati dai principi di salute e sostenibilità, con uno sguardo al futuro tra crisi e nuove modalità di produzione, distribuzione e consumo. Il cibo del futuro dovrà essere sempre più genuino, autentico, sostenibile e accessibile a tutti. Il biologico continua a crescere: le vendite alimentari bio nel mercato interno hanno raggiunto nel 2021 4,6 miliardi di euro, registrando un aumento del +5% rispetto al 2020». L'Italia infatti è al secondo posto nel mondo nell'export del bio, dopo gli Stati Uniti ma anche questo cibo, come quello ottenuto da agricoltura sostenibile, deve essere contenuto nei prezzi e accessibile a tutti, non solo privilegio per pochi.
Produzione, distribuzione, promozione e condivisione del cibo del futuro
In particolare, sul tema “Food, Wine & Co” si è discusso su produzione, distribuzione, promozione e condivisione del cibo del futuro in termini di approccio al consumatore tra servizi, iniziative e storytelling di tradizioni, territori e progetti. L’appuntamento, organizzato dal Master in Economia e Management della Comunicazione e dei Media, nell'ambito delle celebrazioni per i 40 anni dell'ateneo romano, è stato ideato da Simonetta Pattuglia, direttore del Master in Economia e Management della Comunicazione e dei Media, curatrice dell’evento, e Paola Cambria, direttore comunicazione e giornalista eno-gastronomica. Si è così rinnovato l'appuntamento che da 11 anni è dedicato a brand, prodotti, servizi, imprese e territori italiani e all’eccellenza che essi esprimono quale ricchezza distintiva e strategica, in un’ottica di sviluppo sostenibile e di benessere delle persone, nel confronto con gli altri Paesi e i trend internazionali.
Qualità ed export, le chiavi per il futuro
Soprattutto - è stato ribadito - bisogna puntare sulla qualità e farla conoscere anche all'estero. Il nostro comparto agroalimentare è fortemente cresciuto: 52 mld di export (Ismea 2021), con il vino protagonista (vendite + 7 mld) e + 21% rispetto al 2020. Dati incoraggianti che devono spingerci a fare una profonda riflessione sull’importanza di valorizzare e proteggere il made in Italy, mettendo in campo politiche per incentivare la produzione, innovare la distribuzione, la tutela dei prodotti italiani e combattere la diffusione dell’italian sounding. Per Beniamino Quintieri questo è un fenomeno che prospera perchè gli stranieri non sono abbastanza informati sul nostro food e le istituzioni europee invece del Nutriscore, le etichette a semaforo sul quantitativo calorico del cibo dovrebbe investire sulla conoscenza e sull'educazione dei consumatori.
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Una grande opportunità di mercato
Claudia Golinelli, docente di progettazione di sistemi turistici ha evidenziato come esista un legame forte tra la il cibo italiano e la promozione di eventi. «È stato accertato - ha detto- che il food viene visto come contenuto per differenziare i nostri appuntamenti all'estero rispetto a quelli della concorrenza, come avvenuto di recente a Dubai, con la presenza di un grande chef come Niko Romito. Si parla di una partecipazione del +20%, rappresentando una grande opportunità di mercato». Inevitabile un confronto sul cibo supertecnologico o nato in laboratorio di cui si discute da anni come soluzione alla riduzione delle risorse del pianeta e su cui sono già state investite somme colossali. Incalzano anche le previsioni sulla crescita della popolazione mondiale.
Sarà necessario fare delle scelte
Per Massimo Monti, ad di Alce Nero, non ci saranno nel prossimo futuro scenari apocalittici. «Tutto dipende da noi - ha detto - perchè sicuramente sarà necessario fare delle scelte, dovremmo consumare meno e fare un uso più spinto della tecnologia». Anche per Brunella Saccone dell'ITA-Italian Trade Agency, non si dovrà rinunciare ad alcuni cibi ma sarà necessario ridurre le porzioni. Inoltre potremo contare sulle nuove possibilità offerte dalla nutriceutica, termine nato dalla fusione di nutrizione e farmaceutica. Per Laura Di Renzo, docente di Scienze della Nutrizione, i cibi innovativi e proposti in sostituzione di quelli naturale non è detto che siano realmente sostenibili. «Sul gradimento - ha detto - la palatabilità di un prodotto (il gusto all'assaggio) spesso non corrisponde al suo reale apporto nutrizionale».
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Puntare su territorialità e qualità
I produttori devono puntare sulla territorialità e sulla qualità che deve essere mantenuta fino alla fine della trasformazione e all'arrivo sul mercato. Sul tema vino è intervenuto Vittorio Cino, direttore generale Federvini. «È un forte elemento di socialità - ha detto- e in Italia ha 3000 anni storia e una tradizione profonda. L’obiettivo di oggi è di rinnovarlo, tenendo conto delle sfide della sostenibilità e delle competenze che il mercato del lavoro attualmente richiede. Ma è anche un perfetto integratore sociale. Negli anni '70 ad esempio, Montalcino era un borgo depresso e spopolato e ora grazie all'imprenditoria del settore è al top. Ma il comparto deve essere sempre più al passo dei tempi con innovazione, competenze e sostenibilità».
La sostenibilità ha un costo importante
Per Stefano Ricci di Acqua Filette, tuttavia, la sostenibilità ha un costo importante per le aziende e per i consumatori. «Dovremmo quindi fare uno step a livello di network - ha detto - per portare avanti la sostenibilità in modo coerente. Siamo noi a determinare il futuro del cibo». Da più parti è stata ribadita anche l'importanza dei social nel processo collettivo verso una maggiore consapevolezza sul tema dell'alimentazione e sulla sicurezza alimentare. Stefano Caccavari, fondatore di Mulinum di San Floro e Val D’Orcia, ha raccontato come da un semplice appello su Facebook sia nata una comunità di famiglie che hanno acquistato in comune un molino per garantire una produzione di farine biologiche da grani antichi.
I cambiamenti registrati negli ultimi tempi
Nel nostro Paese molti sono stati i cambiamenti registrati negli ultimi tempi: l’80,5% degli italiani acquista prodotti alimentari di prossimità, valorizzando così le aziende agricole locali e riducendo l’utilizzo di mezzi di trasporto che incidono sul riscaldamento globale. Sempre più persone scelgono di non essere più onnivore, preferendo la dieta vegetariana o vegana e dando ascolto ai propri principi etici o morali: in Italia sono poco meno del 10% della popolazione, e il dato europeo è raddoppiato in quattro anni. L’83,1% degli italiani, quando sceglie cosa mangiare, è attento all’impatto sulla salute, mentre il 93,5% riutilizza il cibo che avanza da pranzi e cene, in una logica di riduzione degli sprechi (Osservatorio Enpaia-Censis 2022). È inoltre emerso che il 43% delle famiglie italiane ha dichiarati di reagire allo scenario inflazionistico causato dalla guerra concentrando la spesa su prodotti indispensabili, eliminando il superfluo (Rapporto Coop 2022). Un secondo appuntamento sul tema “Food, Wine & Co” si svolgerà a febbraio alla Fiera di Roma e avrà come focus il benessere e la salute
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