Chef a domicilio, alternativa valida. L'esperienza di Bernard Fournier
Lo chef del ristorante Da Candida a Campione d’Italia promuove il servizio che consente ai clienti di rivivere le sensazioni del ristorante direttamente a casa propria. Dal cibo alle posate
19 gennaio 2021 | 19:04
Per i ristoranti che hanno scelto di non spegnere le proprie cucine, le alternative per resistere alla crisi innescata dalla pandemia non sono molte. Tra queste c’è quella dello chef a domicilio, una soluzione che ha avuto il plauso di Bernard Fournier, cuoco del ristorante Da Candida a Campione d’Italia.
In un’intervista rilasciata al Corriere del Ticino, Fournier ha descritto il nuovo servizio dandone una valutazione positiva. «Ci siamo mossi subito, già durante il primo lockdown. Lo chef a domicilio ha avuto davvero buoni riscontri. Il servizio ha raggiunto il suo apice tra novembre e dicembre. Dopo le feste abbiamo registrato un calo, ma in generale è andato molto bene e ci ha permesso, cosa molto importante, di mantenere il contatto con i clienti abituali».
Che cos'è lo chef a domicilio?
Ma come funziona? Sostanzialmente, si organizzano delle vere e proprie cene a casa del cliente cercando quanto più possibile di ricreare le stesse sensazioni ed esperienze che si avrebbero al ristorante. Dal Candida, Fournier non porta solo il cibo nelle abitazioni dei privati ma anche tovaglie, posate, bicchieri. La cottura del cibo, invece, viene prima avviata nelle cucine del ristorante per poi essere completata sui fornelli di casa.
A utilizzare il servizio sono essenzialmente i clienti affezioni. Ma c’è spazio anche per i nuovi avventori: «Di solito sono persone di mezza età, dalla coppia ai gruppi di massimo 8 amici, per rispettare le misure sanitarie. Abbiamo avuto anche clienti che si sono concessi 3 cene a casa in 3 mesi».
Detto ciò, la domanda è d’obbligo: lo chef a domicilio può rappresentare il futuro della ristorazione? «La nostra esperienza dice di sì», ha risposto Fournier che anche dopo la fine della pandemia conta di continuare con il servizio.
Lo chef a domicilio
In un’intervista rilasciata al Corriere del Ticino, Fournier ha descritto il nuovo servizio dandone una valutazione positiva. «Ci siamo mossi subito, già durante il primo lockdown. Lo chef a domicilio ha avuto davvero buoni riscontri. Il servizio ha raggiunto il suo apice tra novembre e dicembre. Dopo le feste abbiamo registrato un calo, ma in generale è andato molto bene e ci ha permesso, cosa molto importante, di mantenere il contatto con i clienti abituali».
Che cos'è lo chef a domicilio?
Ma come funziona? Sostanzialmente, si organizzano delle vere e proprie cene a casa del cliente cercando quanto più possibile di ricreare le stesse sensazioni ed esperienze che si avrebbero al ristorante. Dal Candida, Fournier non porta solo il cibo nelle abitazioni dei privati ma anche tovaglie, posate, bicchieri. La cottura del cibo, invece, viene prima avviata nelle cucine del ristorante per poi essere completata sui fornelli di casa.
A utilizzare il servizio sono essenzialmente i clienti affezioni. Ma c’è spazio anche per i nuovi avventori: «Di solito sono persone di mezza età, dalla coppia ai gruppi di massimo 8 amici, per rispettare le misure sanitarie. Abbiamo avuto anche clienti che si sono concessi 3 cene a casa in 3 mesi».
Detto ciò, la domanda è d’obbligo: lo chef a domicilio può rappresentare il futuro della ristorazione? «La nostra esperienza dice di sì», ha risposto Fournier che anche dopo la fine della pandemia conta di continuare con il servizio.
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Alberto Lupini
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