Confcommercio plaude al Governo per quanto finora fatto per contrastare il caro bollette e il caro gasolio, ma al tempo stesso chiede di fare di più per aiutare le imprese e in particolare quelle del turismo e quelle legate al settore della ristorazione, come bar e ristoranti. Lo ha dichiarato Giovanni Acampora, membro di Giunta Confcommercio incaricato per la transizione ecologia e la sostenibilità, durante l'audizione, presso le commissioni della Camera dei deuputati legati al decreto legge recanti «Misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energiae rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali». In particolare Confcommercio è tornato nuovamente a chiedere di utilizzare lo scostamento di bilancio, ma anche di introdurre misure come il credito d'imposta per reperire utili e preziose risorse.
Servono scelte tempestive per salvare il turismo e imprese
«Occorrono scelte europee tempestive ed adeguate alla portata delle sfide in campo - ha ripreso Acampora - È necessario, cioè, che l’Europa proceda speditamente in direzione di una compiuta e comune politica energetica e che si promuova un Energy Recovery Fund finanziato da un comune debito pubblico europeo. Inoltre, l’annunciato nuovo regime temporaneo in materia di aiuti di Stato dovrebbe assicurare misure di sostegno realmente inclusive di ogni settore economico danneggiato dalla crisi in atto, consentendo compensazioni anche degli extra costi generati dal caro carburanti».
Confcommercio chiede maggiori risorse dallo scostamento di bilancio
Sul fronte interno per Confcommercio è urgente adottare misure realmente incisive, anche attraverso il ricorso allo scostamento di bilancio. «In particolare, occorre introdurre un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, per un’adeguata compensazione degli extra costi che l'eccezionale innalzamento dei prezzi delle commodities ha prodotto a carico delle imprese - ha ripreso Acampora - Si pensi, in particolare e a titolo d’esempio, al commercio alimentare, alla filiera del turismo e ai pubblici esercizi, al settore dei trasporti e della logistica e, più in generale, alle superfici di vendita e dei servizi caratterizzate da una forte incidenza dei consumi di energia. Contro i gravi effetti del caro carburanti, andrebbero, poi, rafforzati gli interventi previsti dal decreto, affiancando ad una sterilizzazione degli incrementi dell’Iva, misure più specifiche: l’introduzione di un credito d’imposta per compensare l’aumento del prezzo industriale del gasolio e l’estensione al metano per autotrazione dell’IVA ridotta al 5%».
Risolvere il problema dell'indipendenza energetica
Per Confcommercio l'Italia deve risolvere alla radice il problema dell'indipendenza energetica. «L’attuale scenario di crisi conferma l'errore di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni - ha detto Acampora - Vanno superati troppi "no" preconcetti e l’ipertrofia burocratica che, ad ogni passo, rischia di bloccare decisioni e realizzazioni. Servono pragmatismo e realismo per gestire, in Europa e nel nostro Paese, il processo di transizione energetica all’insegna della convergenza necessaria tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica e sociale».
Rivedere anche il prelevo fiscale sui trasporti
Per Confcommercio è infine necessario rivedere e ridimensionare strutturalmente il prelievo fiscale sui carburanti e sul settore dei trasporti e della mobilità. «Il prelievo ha raggiunto livelli insostenibili e comunque, in molte circostanze, abbondantemente superiori ai costi ambientali generati», ha spiegato Acampora. In Italia, per esempio, il livello dell’accisa sul gasolio è il più alto d’Europa e, pertanto, vanno ponderati con molta attenzione alcuni interventi previsti nel pacchetto europeo “Fit for 55”. Interventi che, in assenza di correzioni, colpirebbero duramente la capacità competitiva delle imprese nazionali, a cominciare dall’autotrasporto».