Caro bollette, Cursano attacca: “Conviene offrire i caffè e far pagare l'aria condizionata”
Il vice presidente di Fipe, ospite alla trasmissione Porta a Porta, ha commentato il difficile momento che stanno attraversando bar, ristoranti e pubblici esercizi, travolti dalla crisi energetica
Nell'ultima puntata di Porta a Porta, in onda ieri su Rai Uno, è stato affrontato il tema della crisi energetica, al centro di questa campagna elettorale e una delle maggiori preoccupazioni degli italiani. Per il dibattito in studio era presente anche Aldo Maria Cursano, vice presidente di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi). Bruno Vespa si è rivolto a lui chiedendo quanto fossero stati incrementati in media i prezzi all'interno dei bar e dei ristoranti. «Ancora siamo assolutamente sotto l'inflazione, però, il problema non è il domani, ma l'oggi. Perchè per poter sopravvivere domani, bisogna cercare di vivere oggi. E mentre si discute a Roma e Bruxelles, il nostro sistema produttivo e distributivo sta saltando. I prezzi sono aumentati dal 3% al 4%, ma prima di queste impennate. Perchè noi viviamo di lavoro e non siamo la Croce Rossa. I prezzi sono il risultato di ogni fonte di costo» - ha spiegato Cursano.
Un aumento annuale in media dai 30 ai 100 mila euro
Il conduttore ha poi proseguito, chiedendo a Cursano quanto costassero caffè e cornetto, prima di questo incremento dei prezzi, a seguito dell'esposizione del caro bollette. «Questo è un discorso molto distribuito - ha proseguito il vice presidente di Fipe - Per esempio nella mia città il caffè e cornetto oggi si attestava sui 2,20 euro, mentre adesso siamo sui 2,40 euro. Ma ripeto, oggi conviene offrire i caffè e far pagare l'aria condizionata. Noi siamo passati da un costo accessorio, a un costo che ha superato la locazione. Imprese, come le nostre, che determinano il prezzo di quel caffè o di quella pizza, in funzione dei costi preventivi, l'affitto, le spese energetiche o per le materie prime o il costo del personale, cosa devono fare quanto ti arriva tra capo e collo una mazzata di questo tipo con un incremento del 300, 400 o 500%. Si sta andando da una media di aumento annuale dai 30 ai 100 mila euro.
Il rischio di perdere il bar sotto casa è reale
Ancora il conduttore Vespa ha proseguito, chiedendo per quanto riguarda i pubblici esercizi di fare una previsione realistica. Aldo Maria Cursano ha risposto: «Le bollette in vetrina che abbiamo voluto condividere con la clientela e i cittadini, servono a esprimere questo ultimo atto di legittima difesa. Il rischio di perdere il bar sotto casa è reale. E, quindi, qui è la condivisione della responsabilità in un momento così delicato. Perchè quando i costi superano le entrate, mi creda, non c'è nulla da fare. Soccombi».
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Non siamo stati a guardare. Siamo imprenditori
Il vice presidente di Fipe ha poi proseguito: «Noi che cosa abbiamo fatto? Non siamo stati certo a guardare. Siamo imprenditori. Noi abbiamo diminuito gli orari, ci stiamo concentrando su delle fasce, abbiamo rivisto i processi produttivi, abbiamo rivisto i menu con più piatti freddi, abbiamo ridotto l'utilizzo dell'aria condizionata con la chiusura negli orari più caldi. C'è chi apre solo la cena. Stiamo cercando di offrire un servizio anche adeguato, non solo alla qualità del lavoro a cui dobbiamo avvicinare i nostri ragazzi, ma fare in modo di contenerne i costi.
Il conto non lo possono pagare le famiglie e le imprese
Il conduttore ha poi incalzato Cursano chiedendo a che tipo di risparmio avessero portato gli interventi messi in atto dai pubblici esercizi. «Non ha prodotto un risultato. Perchè di fronte a una diminuzione netta del consumo, aria condizionata, processi, prodotti, orari, riorganizzazione lavorativa alla fin fine continuano a raddoppiare e triplicare. C'è questo elemento che mortifica. Assistere come testimoni impotenti, mentre le nostre imprese, i nostri progetti di vita e i nostri sogni sono destinati a soccombere. E non penso che qui si possa in qualche modo dire che la speculazione è il mercato. Ma se questo non funziona, il conto non lo possono pagare le famiglie e le imprese. Io sono pronto a fare i miei sacrifici, sono pronto a fare quanto è necessario per il Paese».
Il sistema, anche quello europeo, sta con il lavoro o con la speculazione?
Il conduttore ha poi concluso chiedendo all'esponente di Fipe quali siano le proprie richieste, che ha risposto: «Salvare le nostre imprese e fare in modo che quei costi potessero rimanere tali e fare in modo di trovare una soluzione per gli eccessi. Perchè adesso se noi non paghiamo, ci staccano la luce, entriamo in mora. E adesso le grandi compagnie stanno aspettando quello, proprio per riproporci nuovi contratti più penalizzanti e stanno chiedendo a tutti fideussione e bilanci. Si va dalla padella alla brace, perchè se non pago, mi spengono la luce o entro in mora. E allora il governo deve trovare una formula per tutelarci, ridistribuendo o creando una sospensione. Creiamo una prospettiva e salviamo questo mercato produttivo e distributivo. Qui è a rischio. Se un domani superiamo la crisi, non ci saranno più le imprese. Il sistema, anche quello europeo, sta con il lavoro o con la speculazione?».
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Alberto Lupini
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