La carne coltivata sarà il cibo del futuro per gli astronauti nello spazio?

L'idea di coltivare carne nello spazio sembra promettente, come dimostrano due progetti di ricerca sostenuti dall'Agenzia spaziale europea (Esa) e condotti in modo indipendente in Germania e Gran Bretagna

09 novembre 2023 | 12:50

L'idea di coltivare carne nello spazio sembra promettente, come dimostrano due progetti di ricerca sostenuti dall'Agenzia spaziale europea (Esa) e condotti in modo indipendente in Germania e Gran Bretagna. In Germania, partecipano all'iniziativa l'azienda biotech Yuri e l'Università di Reutlingen, mentre nel Regno Unito sono coinvolte le aziende Kayser Space, Cellular Agriculture e Campden Bri. Esplorare ulteriormente questa via potrebbe portare a nuove scoperte e comprendere meglio le sfide e le opportunità legate alla coltivazione di carne nello spazio.

«Entrambi i gruppi sono giunti a conclusioni simili, suggerendo che l'idea di produrre carne coltivata nello spazio non è inverosimile e richiede ulteriori ricerche» ha osservato Paolo Corradi dell'Esa. Entrambi i progetti, infatti, hanno studiato la possibilità di coltivare carne nello spazio come cibo per gli astronauti, in particolare per quelli impegnati nelle future lunghe missioni dirette alla Luna e poi su Marte.

Perché coltivare la carne nello spazio?

«L'obiettivo è quello di fornire agli astronauti cibo nutriente durante le missioni a lungo termine lontano dalla Terra, superando la tipica durata di due anni delle tradizionali forniture confezionate", osserva Corradi. "Considerando la limitatezza delle risorse nello spazio, coltivare cibo fresco in situ - ha aggiunto Corradi - sarebbe necessario per aumentare la resilienza e l'autosufficienza di una missione e potrebbe anche fornire supporto psicologico all'equipaggio». Contemporaneamente l'Agenzia spaziale europea sta puntando a sviluppare tecnologie innovative per migliorare la produzione di carne coltivata nello spazio. Allo stesso tempo, stanno costruendo prototipi sulla Terra per studiare sistemi avanzati, come quelli a circuito chiuso, che consentono il recupero dei nutrienti e il riciclo dei rifiuti metabolici. Questi progressi potrebbero essere applicati non solo per l'ambiente spaziale, ma anche per la produzione di carne sulla Terra (nonostante questa non sia ben vista in Italia e in Europa), contribuendo a risolvere le sfide ambientali legate alla produzione tradizionale di carne.

Carne coltivata nello spazio? Ricerca in fase iniziale, ma c'è grande speranza

Il comparto è ancora in fase iniziale di ricerca, ma promettente, come indicato da rapporti della Fao e dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Si sottolinea che la produzione tradizionale di carne rappresenta una minaccia per l'ambiente a causa delle emissioni di gas serra, deforestazione, perdita di biodiversità, e del grande consumo di acqua e suolo. Inoltre, si evidenzia la sofferenza degli animali e il rischio di nuove pandemie. La direzione verso la carne coltivata potrebbe offrire soluzioni sostenibili e etiche per affrontare tali problematiche.

«La continua ricerca dell'Esa in questo campo - ha scritto l'Agenzia Spaziale Europea - potrebbe contribuire, attraverso il trasferimento della tecnologia spaziale alle applicazioni terrestri, a un cambiamento di paradigma nel modo in cui produciamo e consumiamo carne. Ciò porterebbe a una transizione necessaria, che porterà enormi benefici al pianeta e agli esseri umani, in linea con l'impegno dell'Esa nei confronti degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite».

Carne coltivata, qual è la situazione in Italia?

Il Governo italiano, lo scorso 17 ottobre, pare aver attuato un vero e proprio dietrofront per quanto riguarda le misure anti-carne sintetica. Se lo scorso luglio il ministro dell'Agricoltura e Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, aveva annunciato che non solo l'importazione e la commercializzazione, ma ogni forma di sviluppo, della carne coltivata in laboratorio in Italia sarebbe stata vietata, il tiro sembra esser stato decisamente corretto nelle ultime settimane. Il motivo? Sembra come il disegno di legge approvato la scorsa estate sia incompatibile con il diritto europeo. E per evitare bocciature clamorose da Bruxelles (con relative figuracce), il Governo avrebbe fatto dietrofront. 

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024