Caos concessioni, i balneari non ci stanno più: scioperi in programma ad agosto

I balneari di tutta Italia sciopereranno dal 9 agosto per protestare contro l'incertezza sulle concessioni: ombrelloni chiusi per 2 ore, estendibili a 4 ore il 19 agosto e fino a 6-8 ore il 29 agosto

29 luglio 2024 | 11:43

I balneari italiani sono ufficialmente "in guerra" a causa della mancanza di certezze sul futuro delle concessioni. Il prossimo 9 agosto, infatti, dopo i primi avvertimenti al Governo andati a vuoto, partiranno scioperi in tutta Italia con la chiusura degli ombrelloni per due ore. Una protesta che potrebbe poi estendersi a quattro ore il 19 agosto e arrivare fino a sei o otto ore il 29 agosto.

La questione delle concessioni balneari

La questione, ricordiamo, ruota attorno all'applicazione della direttiva europea Bolkestein che, secondo le attuali regole, dovrebbe vedere l'avvio di gare aperte a tutti gli operatori europei a gennaio. Tuttavia, permangono molte incertezze su dove e come queste gare verranno svolte. Il Consiglio di Stato ha indicato che la legge si applica laddove «la risorsa è scarsa», ma un monitoraggio governativo di fine 2023 ha identificato solo il 19% delle coste come tali.

Per questo Antonio Capacchione, presidente del Sib-Fipe (Sindacato italiano balneari), ha sollecitato l'esecutivo a fare chiarezza attraverso un parere dell'Avvocatura dello Stato e a predisporre misure di sostegno per le oltre 30.000 imprese del settore. Secondo Capacchione, sarebbe preferibile applicare la cosiddetta "legge Draghi", che prevede indennizzi per chi perde la concessione, piuttosto che prolungare l'attuale stato di incertezza. I comuni, infatti, hanno bisogno di regole precise entro fine ottobre per poter organizzare le gare.

Concessioni balneari, come il Governo pensa di risolvere la questione

Al momento, il Governo ha due opzioni sul tavolo. La prima è avviare le gare con indennizzi, una scelta supportata dalle opposizioni per evitare favoritismi verso quella che chiamano la «lobby dei balneari», magari limitando il numero di gare con un chiarimento tecnico. La seconda opzione invece è portare la questione davanti alla Corte Ue per guadagnare tempo, con il rischio di un giudizio sfavorevole.

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Alberto Lupini


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