“Cancellazione gratuita” Stop al “claim” ingannevole di Booking

Booking.com non potrà più sponsorizzare il proprio servizio “cancellazione gratuita” di una prenotazione. A deciderlo, l'Istituto dell'Autodisciplina pubblicitaria, con l’ingiunzione n. 18 del 2018, in vigore da oggi . Il motivo? Non è del tutto vero che quella possibilità di cancellazione sia gratuita

02 marzo 2018 | 14:52
La linea è più sottile di ciò che si può pensare inizialmente e, infatti, il termine utilizzato dall’Istituto non accusa Booking.com di dire il falso, ma di utilizzare un claim ingannevole: “Induce in errore il pubblico in merito alla vantata gratuità della possibilità di cancellare la propria prenotazione”, è stata la motivazione specifica.



In effetti, i più avvezzi alle prenotazioni online avranno notato che le prenotazioni che prevedono la “cancellazioni gratuita” hanno un prezzo superiore alle stesse che invece non ne danno l’opportunità. Ecco allora che non si può ritenere gratuita la cancellazione.

Il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara, nell'esprimere apprezzamento per la decisione, evidenzia come basti «consultare un qualsiasi portale per accorgersi che la prenotazione non cancellabile costa meno della prenotazione cancellabile. Quindi, la libertà di cancellare ha un prezzo e non può essere qualificata come gratuita. Questa differenza di prezzo è normale, spiega Nucara: serve a compensare, sia pur in minima parte, gli oneri che l’impresa sostiene per la gestione delle disdette e il danno che si genera nel caso in cui la camera rilasciata all'ultimo momento rimanga invenduta. Ma le condizioni devono essere trasparenti. Se affermi che la cancellazione è gratuita stai raccontando una frottola».
Uno spot pressoché identico era stato censurato ad inizio gennaio dall'Advertising standard authority, l'Autorità di vigilanza britannica (in quel caso il claim era "If you have to cancel, cancel. Most of the time it’s free and you can always book again”.

«Lascia senza parole - afferma Nucara - la circostanza che, due mesi dopo la decisione inglese, lo spot continuasse a circolare in Italia, che evidentemente viene trattata come colonia dell’impero. Ci auguriamo che l'Autorità prosegua l'opera di bonifica e disponga il blocco anche per la campagna pubblicitaria avviata da Ryanair Rooms in questi giorni sui quotidiani ("cancellazione quasi sempre gratuita") così come per l'analogo messaggio che continua ad apparire sul sito mobile di Booking. ("cancellazione gratuita per la maggior parte delle camere")».

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Alberto Lupini


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