Cambiamenti climatici, l’ulivo arriva sulle Alpi e al Sud si coltiva l’avocado
Per la tropicalizzazione del clima, cambia l'assetto dell'agricoltura italiana con l'ulivo e la vite che si spostano sempre più a nord e in Sicilia, Puglia e Calabria dove si coltivano sempre più frutti tropicali
Ulivo sulle Alpi e avocado in Sicilia… Per effetto dei cambiamenti climatici la coltivazione dell’ulivo in Italia è, infatti, arrivata a ridosso delle Alpi. Ma non solo: nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserve e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee, mentre i vigneti sono arrivati addirittura sulle vette. E, altra faccia della medaglia del clima impazzito, in Italia aumenta la produzione di frutta tropicale con le coltivazioni di banane, avocado, mango & company che nel giro di cinque anni sono praticamente triplicate arrivando a sfiorare i 1200 ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria. È quanto emerge dal primo studio Coldiretti-Ixe’ su “I tropicali italiani e gli effetti dei cambiamenti climatici” presentato in occasione dell’apertura del Villaggio Coldiretti di Palermo, da Piazza del Teatro Politeama a Piazza Castelnuovo, con migliaia di agricoltori, assieme al presidente di Coldiretti Ettore Prandini, dove è stata allestita la prima esposizione di produzioni tropicali coltivate in Italia, dall’avocado al logan, dalla papaya alle banane, dal mango alla carambola. e preparata la macedonia tropicale Made in Italy per il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. Un’iniziativa organizzata in Sicilia dove con la temperatura sopra i venti gradi alla vigilia dell’inverno si raccolgono banane e avocado per gli effetti della tropicalizzazione del clima che sta rivoluzionando l’agricoltura con il moltiplicarsi di eventi estremi e danni ma anche con l’arrivo di nuove colture, mai viste nel passato in Italia.
Il 2022, l’anno più caldo di sempre
Il 2022 si classifica fino ad ora in Italia come l’anno più caldo di sempre con una temperatura nei primi dieci mesi addirittura superiore di +1,07 gradi rispetto alla media storica, ma si registrano anche precipitazioni ridotte di oltre 1/3, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr, che effettua rilevazioni in Italia dal 1800. L’anomalia climatica rispetto alla media è stata più evidente nel nord (+1,41 gradi) rispetto al centro (+1,01 gradi) e al sud (+0,85 gradi) a conferma dei cambiamenti climatici in atto. La tendenza al surriscaldamento è dunque evidente in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.
L’olio ora si fa anche sulle Alpi
Il risultato è un profondo cambiamento sul paesaggio, sulla distribuzione e stagionalità delle coltivazioni e sulle stesse caratteristiche dei prodotti più tipici del Made in Italy. Si è verificato nel tempo un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l’olivo che è arrivato alle Alpi. È, infatti, in provincia di Sondrio, oltre il 46° parallelo, l’ultima frontiera nord dell’olio d’oliva italiano. Negli ultimi dieci anni la coltivazione dell’ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a circa diecimila piante, su quasi 30 mila metri quadrati di terreno.
In Toscana si coltivano le arachidi e in Pianura Padana il pomodoro
In Toscana sono arrivate addirittura le arachidi mentre nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee.
Vendemmia anticipata e vigneti in quota
Il vino italiano è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni, ma si è verificato nel tempo un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre, smentendo quindi il proverbio “ad agosto riempi la cucina e a settembre la cantina”, ma anche quanto scritto in molti testi scolastici che andrebbero ora rivisti. Il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni più alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.
A rischio il made in Italy
Il riscaldamento provoca anche il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l’affinamento dei formaggi o l’invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto mette a rischio il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani.
Cambiamenti climatici: nuova sfida per l’agricoltura
Ma i cambiamenti climatici in corso si manifestano anche con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense e l’arrivo di nuovi pericolosi parassiti alieni. «L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli» afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio».
Triplicano i frutti tropicali “made in Italy”
Dall’altra parte, i cambiamenti climatici spingono la frutta tropicale Made in Italy con le coltivazioni di banane, avocado, mango & c. che nel giro di cinque anni sono praticamente triplicate arrivando a sfiorare i 1200 ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria.
Boom di avocado e mango siciliani
A far la parte del leone è proprio la Trinacria con coltivazioni ad avocado e mango di diverse varietà nelle campagne tra Messina, l’Etna e Acireale, ma anche a frutto della passione, zapote nero (simile al cachi, di origine messicana), sapodilla (dal quale si ottiene anche lattice), litchi, il piccolo frutto cinese che ricorda l’uva moscato. Il tutto grazie all’impegno di giovani agricoltori che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici.
Bacche di aronia, banane e lime in Puglia
Ma anche in Puglia i tropicali sono ormai una realtà consolidata, spinta dagli effetti della siccità con una impennata delle coltivazioni di avocado, mango e bacche di Goji Made in Puglia insieme a tante altre produzioni esotiche come le bacche di aronia, le banane e il lime. A Castellaneta sono state piantumate altre 32mila piante di avocado, mentre in Salento si stimano 100mila piante di avocado e 8mila piante di mango e altrettante piante di lime, mentre fanno capolino timidamente le coltivazioni di banane 100% made in Puglia.
Melanzana thay, macadamia e canna da zucchero in Calabria
Tropicali italiani anche in Calabria dove alle coltivazioni di mango, avocado e frutto della passione si aggiungono melanzana thay (variante thailandese della nostra melanzana), macadamia (frutta secca a metà tra mandorla e nocciola) e addirittura la canna da zucchero, mentre l’annona, altro frutto tipico dei paesi del Sudamerica è ormai diffuso lungo le coste tanto da essere usato anche per produrre marmellata.
Il tutto grazie soprattutto all’impegno di giovani agricoltori che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici e in precedenza destinati alla produzione di arance e limoni.
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I tropicali made in Italy piacciono agli italiani
Da curiosità confinata a pochi ettari coltivati la produzione di tropicali italiani è dunque diventata un vero e proprio fenomeno di mercato, tanto che ben sette italiani su dieci (70%) cercano sugli scaffali mango, avocado, banane, ecc. coltivati in Italia, secondo l’indagine 2022 Coldiretti/Ixe’. Una tendenza motivata dal maggiore grado freschezza ma anche dalle preoccupazioni sulle garanzie di sicurezza del prodotto importato.
Quello delle piante tropicali Made in Italy è dunque un fattore destinato a modificare in maniera profonda i comportamenti di consumo nei prossimi anni, ma anche le scelte produttive delle stesse aziende agricole per gli effetti del surriscaldamento determinati dalle mutazioni del clima.
«Il fenomeno degli alberi esotici Made in Italy, spinto dall’impegno di tanti giovani agricoltori, è un esempio della capacità di innovazione delle imprese agricole italiane nell’affrontare in maniera costruttiva i cambiamenti climatici nonostante le difficoltà e i danni causati da eventi meteo sempre più estremi che negli ultimi dieci anni hanno provocato oltre 14miliardi di euro di danni al nostro sistema agroalimentare» conclude il presidente della Coldiretti Prandini.
TROPICALI COLTIVATI IN ITALIA
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Frutto |
Cosa è |
Da dove arriva |
Avocado |
Simile a una pera, usato per salsa guacamole |
Centro America |
Mango |
Di sapore dolce e succoso |
Asia meridionale, |
Banana |
Il frutto esotico più conosciuto |
Asia meridionale, Sudamerica, Africa |
Papaya |
A metà strada tra una albicocca e un melone |
Sudamerica, America centrale, Asia |
Frutto della passione |
Profumo intenso, sapore dolce acidulo |
Sudamerica, Asia |
Zapote nero |
Ricorda nella forma il cachi e nel sapore il cioccolato |
America centrale, Asia |
Annona |
Ricco di zuccheri, dal sapore acidulo-dolciastro |
America centrale, Sudamerica |
Litchi |
Piccolo frutto, |
Asia |
Feijoa |
Ha le dimensioni di una piccola prugna |
America Latina |
Casimiroa |
Ha un sapore che ricorda quello della pesca |
Messico |
Litchi |
Piccolo frutto, |
Asia |
Guava |
Dal sapore acidulo, ricca di vitamina c |
America Centrale |
Logan |
Dalla polpa dolce e succosa con retrogusto leggermente acidulo |
Asia |
Carambola
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Il sapore ricorda quello del ribes e degli agrumi, con un profumo molto intenso |
Asia |
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Alberto Lupini
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