Per la prima volta dall'inizio della guerra tra Russia e Ucraina, il prezzo del grano è sceso: una contrazione notevole, l'8%, affiancata anche da quella del mais (-2%) e della soia (-0,2%), due materie prime destinate all'alimentazione animale che, proprio come il grano, erano schizzate alle stelle.
Cala il prezzo del grano: c'entrano le speculazioni
Un buon segnale? Non si direbbe. Le tensioni internazionali non accennano a placarsi e le difficoltà per chi deve importare sono le stesse dei giorni scorsi. Non soltanto da Russia e Ucraina (la chiusura dei porti sul Mar Nero è la criticità maggiore) ma anche dall'Ungheria, che ha deciso di ostacolare le esportazioni nazionali di cereali, soia e girasole, mettendo a rischio una stalla italiana su quattro (l'Italia importa dall'Ungheria 1,6 miliardi di chili di mais).
E allora perché il prezzo scende? Per Coldiretti, che ha analizzato l'andamento dei prezzi alla Borsa merci di Chicago, il punto di riferimento mondiale per le materie prime agricole, il motivo è da ricercare nelle speculazioni di chi ha approfittato degli alti valori raggiunti dal grano per realizzare profitti.
Non conta l'andamento reale del mercato
«Si spostano dai mercati finanziari in difficoltà ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati "future" (si tratta di contratti con i quali le parti si impegnano a scambiare a un prezzo prefissato una determinata quantità di un bene o di un'attività finanziaria, con un pagamento differito nel tempo, ndr) uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto», spiega in una nota la stessa Coldiretti.
"Una speculazione sulla fame" la definisce Coldiretti, che nei Paesi ricchi provoca inflazione e in quelli meno abbienti carestie e povertà.
I prezzi restano comunque alti
Le quotazioni sul mercato "future" di Chicago per il grano restano comunque ai massimi per un valore di 11,54 dollari per bushel (27,2 chili) ma su livelli alti si collocano anche le quotazioni di mais (7,54 dollari per bushel) e soia.