Il “Bravio delle Botti” di Montepulciano Sfide ai fornelli con i piatti più tipici
24 agosto 2017 | 14:34
di Giovanni Berera
Il Bravio delle Botti
Tre consigli per godersi al meglio la festa
Il primo consiglio è di godersi i giorni del Bravio facendo tappa nelle otto contrade, ognuna delle quali per una settimana apre le porte della sua storica sede, imbandendo ricche e colorate tavolate dove si mangiano i migliori prodotti del territorio (da provare i pici, la nana/anatra e il billo/tacchino) e dove il vino scorre abbondante, contribuendo ad un clima di diffusa ilarità.
Il secondo consiglio è quello di sedersi a tavola, stappare una bottiglia di Vino Nobile di Montepulciano, scambiare due parole con i contradaioli e farsi raccontare di prima mano la storia e le tradizioni del Bravìo. Fatta la tara a un po’ di sano campanilismo, saranno da subito chiare le ragioni del successo di una manifestazione che ha raggiunto la 43ª edizione e che sa esprimere pienamente l’identità (antica e contemporanea) di Montepulciano.
Il Vino Nobile di Montepulciano
Terzo e ultimo consiglio: compiere l’itinerario di contrada in contrada seguendo le orme tracciate dal concorso enogastronomico A Tavola con il Nobile, che da 15 anni è il preludio culinario al Bravìo. È una sfida ai fornelli, che vede fronteggiarsi i migliori cuochi amatoriali di ogni quartiere e che ha come obiettivo l’elaborazione di un piatto da sposare al meglio con il Vino Nobile. L’edizione di quest’anno, dedicata al formaggio Pecorino (“da utilizzare come ingrediente - e non come condimento - in un primo piatto” come recitava il ferreo regolamento) è stata vinta dal “Cappello del Pastore” della contrada di Voltaia, dove in cucina c’è Mariella, che nella vita fa la ragioniera e si mette ai fornelli per trovare un po’ di relax.
Un’ultima indicazione: l’itinerario tra le tavole delle contrade si può fare a piedi oppure con le comode ecobike di Urban Bikery. Sono il mezzo perfetto per battere a tappeto ogni angolo di Montepulciano, muovendosi veloci ed ecologici, senza quasi far fatica.
Il Cappello del Pastore di Voltaia, piatto vincitore della 15ª edizione di A Tavola con il Nobile
Un viaggio enogastronomico in otto tappe
Prima tappa consigliata non può che essere la cripta della chiesa del Gesù, sede della contrada di Voltaia, dove si può degustare il miglior piatto di A Tavola con il Nobile 2017. Il “Cappello del Pastore” è un raviolo con il ripieno di Pecorino Toscano Dop Stagionato e pera, adagiato su una purea di fave con l’aggiunta di Rigatino stagionato e fiori di zucca. La giuria, che l’ha premiato, ha indicato come ideale abbinamento i Vino Nobile di Montepulciano Fanetti, Godiolo, Montemercurio e Redi.
Da Voltaia ci si sposta a Cagnano, dove Roberto è sia il cuoco che lo spingitore di botte della contrada. Una vera dedizione. Roberto, che conosce bene il Vino Nobile occupandosi della produzione di un’azienda agricola di Montepulciano, propone i “Ravioli alla Bragia”, ripieni di Pecorino di Pienza e accompagnati da guanciale croccante e da pomodorini confit (direttamente dal suo orto bio).
Il Nido di maccheroni di Gracciano
Terza tappa è la Nobil Contrada di San Donato, che ha allestito il suo ristoro nei giardini della Fortezza Medicea, dove Monica e Claudia presentano i “Cappellacci del Contadino su fonduta di Pecorino”. Attraversata piazza Grande, si arriva all’Antica Contrada di Talosa, che accoglie i suoi ospiti nel cortile del rinascimentale Palazzo Ricci, realizzato su progetto di Baldassarre Peruzzi e oggi sede dell’Accademia europea di Musica e Arte. A fare gli onori di casa la signora Marisa, storica cuoca (lei si definisce “nonna”) della contrada, che quest’anno si è inventata le “Tagliatelle con crema di Pecorino”, ottenuta amalgamando tre tipologie di formaggio: Pecorino Toscano Dop Stagionato, pecorino freschissimo e ricotta di pecora. Per insaporire la pasta Marisa ha aggiunto i fichi del suo giardino e il Prosciutto Toscano Dop.
Per il quinto piatto ci si reca dalle “Massaie di Collazzi”, così hanno scelto di farsi chiamare le tre cuoche che sovrintendono alle cucine dell’omonima contrada, adagiata sul versante del colle Poliziano che si affaccia su Pienza e la Val d’Orcia. Attualmente è la contrada che detiene il maggior numero di vittorie di A Tavola con il Nobile (ben 4, anche se non ha mai vinto il Bravìo delle Botti). Le Massaie si sono inventate un “Tascapane”, un raviolone ispirato alle sacche dei militari, ripieno di Pecorino stagionato in foglie di noce, con fichi, Rigatino croccante e salsa di pomodoro all’Aglione della Valdichiana. Anche se non ha vinto, a Collazzi va certamente il merito di aver scelto per il suo piatto i migliori prodotti locali, come l’Aglione e il Pecorino affinato con foglie di noce, entrambi tra i Pat (Prodotti agricoli tradizionali) della Toscana.
Momenti di festa durante la Corsa del Bravio
Sesta tappa è il giardino della contrada Le Coste, da cui si gode in incantevole panorama sulla Valdichiana. In cucina ci sono Beatrice e Daniela, che hanno rivisitato i “Rivoltoli”, piatto povero della tradizione. Da Le Coste, risalendo un ripido pendio, si arriva alla contrada di Poggiolo, situata su un’altura poco più bassa del colle principale su cui si arrocca la Fortezza. Lo staff della cucina propone i “Rotolini farciti alla crema di Pecorino aromatizzato al pepe rosa e Rigatino croccante su composta di fichi”.
L’enogastrotour del Bravìo si conclude in bellezza nelle cantine dell’ex convento di sant’Agostino, sede della contrada di Gracciano, nella parte bassa di Montepulciano. Detiene saldamente i fornelli Manuela, che ha rispolverato un piatto della sua infanzia: il “Nido di maccheroni con sugo finto di coniglio e funghi galletti su crema di Pecorino ai tre sapori”. È una ricetta della nonna da cucinare solo utilizzando i suoi vecchi tegami di coccio, che Manuela custodisce gelosamente. A Gracciano si può approfittare anche della competenza enologica di Marco, che oltre a essere il rettore della contrada è un fresco sommelier. È la persona giusta a cui chiedere quale Nobile si sposa meglio con i maccheroni di Manuela.
Un’ultima tappa è d’obbligo. Si torna in Fortezza dove poco più di un anno fa ha inaugurato l’Enoliteca del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, dove si può trovare la quasi totale produzione dei viticoltori associati al Consorzio in degustazione e vendita. La perfetta conclusione del tour è gustare un calice di Vino Nobile sulla terrazza dell’Enoliteca con affaccio mozzafiato sul Tempio di San Biagio (capolavoro di Antonio da Sangallo il Vecchio che nel 2018 festeggerà i 500 anni dall’edificazione), sulla Valdichiana e la Val d’Orcia.
La Corsa del Bravio
Vino e cibo, storia e arte
Ciò che rende unici i giorni del Bravìo a Montepulciano è un insieme di fattori complesso ma profondamente autentico. Certo le rievocazioni storiche, con tamburi, chiarine, velluti, broccati e bandiere sono affascinanti, ma da sole rischierebbero di essere un grande teatro a cielo aperto, un po’ di maniera. Ciò che rende coinvolgente il Bravìo sono gli abitanti di Montepulciano. La passione dei contradaioli, che ogni sera fanno festa e aprono cortili, palazzi e cantine ai loro commensali, rende viva un’intera città. Poi siamo in uno dei più bei borghi d’Italia, circondato da vigneti, fondato su cantine, costellato di architetture rinascimentali. Al patrimonio storico-artistico fa eco quello agroalimentare, altrettanto ricco. È un continuo gioco di rimandi tra tavole e musei, cantine e chiese. Ogni cosa concorre a fare di Montepulciano, specialmente nei giorni del Bravìo, un luogo dove si fa tangibile l’autenticità di una tradizione. Storica, artistica, enologica e gastronomica.
Per informazioni: www.braviodellebotti.com
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Alberto Lupini