Da Berlino il no alla globalizzazione 250mila manifestanti contro Ttip e Ceta
11 ottobre 2015 | 09:29
Com’è solito per questi eventi, la cifra dei manifestanti scesi in piazza a Berlino contro il Transatlantic trade and investment partnership (Ttip), l'accordo di libero scambio che l'Unione Europea sta negoziando con gli Stati Uniti, è oscillante. Si parla di 250mila partecipanti, secondo gli organizzatori, arrivati con 600 autobus da tutto il Paese, ma per la polizia, che ha schierato mille agenti lungo il percorso del corteo, sarebbero stati circa 100mila. Sta di fatto che lo slogan "Stop Ttip e Ceta" era rivolto, come suggerisce la seconda sigla, anche contro il recente Comprehensive economic and trade agreement, che l’Ue sta negoziando con il Canada. Il corteo ha sfilato dalla stazione fino alla colonna della Vittoria nel mezzo del Tiergarten, senza che si verificasse alcun incidente.
Si è trattato della manifestazione finora più imponente che si è avuta contro gli accordi transatlantici, i cui negoziati vanno a rilento a Bruxelles proprio a seguito delle preoccupazioni e dubbi espressi in particolare da organizzazioni dei consumatori e gruppi ambientalisti. Forti le perplessità sugli effetti che potrà avere la creazione della più grande zona di libero scambio del mondo, che interesserà 800 milioni di consumatori. Se i sostenitori dell'accordo affermano che questo aiuterà il rilancio dell'economia europea rimuovendo dazi e tariffe e creando standard comuni, i critici temono che questo ridurrà le protezioni per consumatori ed ambiente, dando ancora più potere alle corporation.
«Abbiamo bisogno di salvaguardie sociali ed ecologiche alla globalizzazione, ma Ttip e Ceta vanno nella direzione sbagliata», si legge sul sito degli organizzatori della manifestazione. «Hanno tratto la lezione sbagliata dalla crisi finanziaria, rafforzando le corporation internazionali ed indebolendo la piccola e media impresa, anche in agricoltura».
Iniziati nel giugno del 2013, i negoziati del Ttip stanno andando avanti più lentamente del previsto. Il nuovo round è previsto alla fine di ottobre a Miami in Florida. Gli Stati Uniti sono riusciti questa settimana a chiudere, dopo sei anni di negoziati, la Trans-Pacific Partnership, il Tpp, l'accordo commerciale con altri 11 Paesi dell'Area Asia-Pacifico. La manifestazione rientra nella settimana mondiale di protesta, gli "International days of action", che si concluderà il prossimo 17 ottobre. L'obiettivo è chiedere che si blocchino i negoziati per il Ttip e che Consiglio e Parlamento europei non ratifichino il Ceta, l'accordo con il Canada oggetto di recente negoziato.
Si è trattato della manifestazione finora più imponente che si è avuta contro gli accordi transatlantici, i cui negoziati vanno a rilento a Bruxelles proprio a seguito delle preoccupazioni e dubbi espressi in particolare da organizzazioni dei consumatori e gruppi ambientalisti. Forti le perplessità sugli effetti che potrà avere la creazione della più grande zona di libero scambio del mondo, che interesserà 800 milioni di consumatori. Se i sostenitori dell'accordo affermano che questo aiuterà il rilancio dell'economia europea rimuovendo dazi e tariffe e creando standard comuni, i critici temono che questo ridurrà le protezioni per consumatori ed ambiente, dando ancora più potere alle corporation.
«Abbiamo bisogno di salvaguardie sociali ed ecologiche alla globalizzazione, ma Ttip e Ceta vanno nella direzione sbagliata», si legge sul sito degli organizzatori della manifestazione. «Hanno tratto la lezione sbagliata dalla crisi finanziaria, rafforzando le corporation internazionali ed indebolendo la piccola e media impresa, anche in agricoltura».
Iniziati nel giugno del 2013, i negoziati del Ttip stanno andando avanti più lentamente del previsto. Il nuovo round è previsto alla fine di ottobre a Miami in Florida. Gli Stati Uniti sono riusciti questa settimana a chiudere, dopo sei anni di negoziati, la Trans-Pacific Partnership, il Tpp, l'accordo commerciale con altri 11 Paesi dell'Area Asia-Pacifico. La manifestazione rientra nella settimana mondiale di protesta, gli "International days of action", che si concluderà il prossimo 17 ottobre. L'obiettivo è chiedere che si blocchino i negoziati per il Ttip e che Consiglio e Parlamento europei non ratifichino il Ceta, l'accordo con il Canada oggetto di recente negoziato.
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