Saracena è un comune calabrese, situato nella parte settentrionale della provincia di Cosenza, che vanta antichissime origini. Un attento lavoro archeologico ha infatti permesso di risalire a testimonianze del tardo eneolitico e alla prima età del bronzo nella Valle del Garga. Successivamente è stata città enotria di Sextio ed entra a far parte della Confederazione Bruzia, in epoca preromana e romana. Durante le invasioni barbariche, la città diventa ‘La Saracina’, presumibilmente sotto il dominio saraceno, all’epoca dell’arrivo degli Arabi in Val di Crati.
Saracena in Calabria, fonte: Associazione Nazionale Città del Tartufo
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Saracena, fonte: Associazione Nazionale Città del Tartufo
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Saracena, fonte: Associazione Nazionale Città del Tartufo
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Saracena, fonte: Associazione Nazionale Città del Tartufo
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Non si hanno testimonianze dirette della presenza dei Saraceni, ma la cittadina presenta un centro storico con moltissimi elementi che ricordano un impianto urbanistico islamico. Il nuovo abitato nasce attorno a un castello ed è cinto da mura con quattro porte (Vaglio, Scarano, Nova, San Pietro), orientate secondo i punti cardinali. Si ha prima notizia di questo castello in un documento del 1072 che parla di un incontro tra Roberto il Guiscardo e il nipote ribelle Abelardo. Piano di Novacco e i Piani di Masistro rappresentano la porta d’ingresso dell’area meridionale del Parco nazionale del Pollino, habitat naturale per il tartufo uncinato.
Quest’area, nota anche come Orsomarso, è costituita da ettari di faggeta, a volte completamente selvaggia, che di tanto in tanto svela radure e paesaggi di straordinaria bellezza. A cavallo dei due mari, Jonio e Tirreno, i pendii più impegnativi lasciano il posto a distese pianeggianti, offrendo l’accesso a vecchi e abbandonati tracciati ferroviari o scorrendo lungo serpeggianti vallette immerse in un bosco. Il bosco, ricco di funghi e tartufi uncinati, mostra i segni di una natura viva e florida.
Associazione Nazionale Città del Tartufo
Sono ormai frequenti gli incontri con i caprioli, un tempo rarissimi. Il Piano di Novacco si svela nella sua ampiezza con uno straordinario colpo d’occhio in ogni stagione, dal bianco della neve più abbagliante all’accesissimo verde estivo, dal rosso della faggeta in autunno alla policromia più entusiasmante della primavera inoltrata. Alle spalle di Novacco guadagnano quota il timpone di Scifarello, ricco di acqua sorgiva, e l’omonimo pianoro che conducono verso il Piano di Caramolo in un viale di fragole e frutti di bosco. Ci si inerpica poi sulla vetta del Monte Caramolo, terrazza esclusiva sui due mari. Le due conche carsiche di Masistro (Piano di Mezzo e Piano Grande) sono di grande potenza visiva, sia che vengano visitate percorrendone il fondo, sia che le si osservi dall’alto, risalendo la cintura di dolci rilievi che le circonda ed affacciandosi sul Piano di Campotenese e sul Mar Tirreno.
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