Bayer-Monsanto, l'Ue dice sì Ma solo con garanzia di concorrenza

La Commissione Ue ha approvato l'acquisizione di Monsanto da parte di Bayer: si è finalmente sbloccata, dopo lo stop ad agosto 2017, la fusione che si contava valesse oltre 66 miliardi di euro

21 marzo 2018 | 16:51
Tuttavia ad una condizione: il nuovo colosso dovrà attuare «gli ampi rimedi» proposti per eliminare i dubbi dell'Ue sulle sovrapposizioni su sementi, pesticidi e agricoltura digitale.



«La nostra decisione assicura che ci sarà concorrenza efficace e innovazione» in questi tre settori coperti dai rimedi con misure che valgono oltre 6 miliardi di euro, e che «soddisfano in pieno le nostre preoccupazioni», ha detto la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager.

La preoccupazione prima, infatti, dell'Ue era la riduzione della concorrenza sul mercato, con conseguente impennata dei prezzi e qualità inferiore, e ancora meno scelta e meno innovazione. Scongiurata quest'ipotesi, l'ok è arrivato.

Nonostante le precauzioni prese dall'Ue, c'è chi ancora è preoccupato di questo "accorpamento": Coldiretti infatti commenta: «Con la fusione tra Bayer e Monsanto, tra DuPont e Dow Chemical e l'acquisizione di Syngenta da parte di ChemChina si rischia che il 63% del mercato delle sementi e il 75% di quello degli agrofarmaci finisca nelle mani di sole tre multinazionali con un evidente squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori».

La Coldiretti, continuando nel commento di questa notizia, continua ricordando che un miliardo e mezzo di produttori agricoli in tutto il mondo sono stretti in una tenaglia tra pochi grandi gruppi multinazionali che dettano le regole del mercato; aggiungendo poi che la perdita di potere contrattuale si tradurrebbe non solo in difficoltà economiche e occupazionali per gli agricoltori a livello globale, ma metterebbe anche a rischio la libertà di scelta dei consumatori e gli standard di sicurezza e qualità alimentare.

Il suggerimento finale di Coldiretti è quello di rafforzare il sistema dei Consorzi agrari, che «sono l'unica struttura degli agricoltori italiani in grado di sostenere il potere contrattuale delle imprese agricole di fronte al crescente strapotere delle multinazionali nel mercato dei mezzi tecnici.

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Alberto Lupini


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