Nei bar e ristoranti non manca la presenza le donne, ma ciò che serve è un ulteriore passo avanti: per dare un futuro al comparto, infatti, non basta che ricoprano ruoli subordinati, ma ciò che è necessario è che diventino imprenditrici e manager, in grado di portare la propria visione all'interno dei locali. Lo rileva Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne di Fipe Confcommercio, in occasione dell’Assemblea annuale della categoria, alla presenza del presidente della Federazione italiana dei Pubblici esercizi, Lino Enrico Stoppani.
Per Valentina Picca Bianchi, inoltre, è necessario dare una nuova identità al comparto, attraverso un approccio delle donne, che sia prima di tutto manageriale e che punti sui valori forti di questo periodo storico: dall’etica, alla sostenibilità, passando attraverso lo sviluppo di sistemi di welfare in grado di coniugare vita privata e professionale, e progetti di inclusione e sicurezza di genere.
Un cambio di prospettiva che può essere guidato prima di tutto dalle donne
Sul tema della presenza delle donne all'interno del comparto della ristorazione è intervenuta Valentina Picca Bianchi che ha dichiarato: «La presenza delle donne nel mondo dei Pubblici esercizi è ormai una realtà consolidata, ma per fare un ulteriore passo in avanti è necessaria una nuova mentalità. Vivere all’interno delle cucine non è più sufficiente: per dare un futuro al settore occorre diventare prima di tutto manager, trasferendo la propria visione del mondo all’interno dei locali. Un cambio di prospettiva che può essere guidato prima di tutto dalle donne».
Un comparto che sta perdendo il proprio appeal per le donne
Il quadro dal quale si muove la riflessione di Picca Bianchi è nei numeri. Dopo il crollo registrato nel 2020 a causa dei paesanti lockdown, il numero di imprese a titolarità femminile è tornato ai livelli pre Covid, superando le 112.700 unità a fine 2021. Ciò che ancora rimane in passivo è il dato sull’occupazione, con 411mila ragazze al lavoro in bar, ristoranti e imprese di catering contro le quasi 480mila del 2019. Colpa anche di un comparto, quello della ristorazione, che sta perdendo il proprio appeal soprattutto nei confronti del mondo femminile, a causa di orari poco compatibili con la vita personale e a causa dell’alto tasso di mortalità delle imprese.
Solo un’impresa su tre è a titolarità femminile
Partendo da questo numeri, arriva la sfida lanciata dalla presidente del Gruppo Donne a tutto il settore, che ha dichiarato: «Oggi è donna il 51,8% delle lavoratrici dei pubblici esercizi, mentre solo un’impresa su tre è a titolarità femminile – spiega Picca Bianchi - Nei prossimi anni l’obiettivo deve essere quello di ribaltare queste percentuali».
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Dare una nuova identità al comparto
Un’assunzione di responsabilità, ma anche un modo per dare una nuova identità al comparto, attraverso un approccio che sia prima di tutto manageriale e che punti sui valori forti di questo periodo storico. Dall’etica, alla sostenibilità, dunque, passando attraverso lo sviluppo di sistemi di welfare in grado di coniugare vita privata e professionale, e progetti di inclusione e sicurezza di genere. «Un esempio su tutti – sottolinea la presidente – è il progetto #SicurezzaVera, con il quale stiamo trasformando numerosi pubblici esercizi in presidi di legalità e in porti sicuri per le donne vittime di molestie, violenze o attenzioni eccessive non gradite. Grazie alla collaborazione con la Polizia di Stato siamo pronti a fare un ulteriore salto di qualità estendendo Sicurezza Vera ad altre realtà».
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Alberto Lupini
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