Fipe Confcommercio chiede al Governo di snellire le procedure anticontagio per la lotta al Covid 19, allentando un un po’ la presa (un po’ come ha deciso di fare oggi, martedì 2 febbraio la Danimarca) per permettere ai pubblici esercizi (fra questi ci sono anche hotel, bar, ristoranti) di respirare e di tornare a crescere. «Viviamo ormai una complessa burocrazia sanitaria che sta togliendo agli italiani la voglia di socialità - ha dichiarato in una nota l’associazione di categoria - Chiediamo un intervento di razionalizzazione e semplificazione delle norme per restituire fiducia e ridare una prospettiva alle nostre città che, in molti casi, stanno vivendo un lockdown di fatto». C'è infatti da considerare il fatto che i pubblici esercizi sono in crisi anche a causa del caro bollette (c'è stata la scorsa settimana una protesta dei locali a lume di candela che ha fatto il giro di tutta Italia). Altri, invece, hanno già dovuto tagliare menu e orari di apertura.
Baristi e ristoratori chiedono aiuti e procedure antiCovid più snelle al Governo
Le richieste di bar e ristoranti: «Così siamo in un lockdown di fatto»
Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi (che oggi, martedì 2 febbraio, ha dato vita a uno storico protocollo per lavorate insieme alla Federazione cuochi), al termine di un Consiglio Direttivo, ha approvato un Ordine del Giorno per richiedere al Governo un intervento su più fronti per ricostruire un clima di fiducia positivo. La Fipe chiede così l’introduzione di controlli a campione del green pass all’interno dei pubblici esercizi e invoca la risoluzione di situazioni paradossali come quella che vede i turisti stranieri entrare in Italia con un semplice Green pass, mentre per accedere a ristorante o al bar viene richiesto il certificato rafforzato. Senza dimenticare l’incertezza a cui sono costrette le discoteche nonostante le misure richiamate dal Consiglio dei Ministri di ieri e quella che grava sulle imprese balneari dopo la sentenza del Consiglio di Stato sulla proroga delle concessioni demaniali.
Per baristi e ristoratori servono anche ulteriori aiuti economici
Oltre alla necessaria semplificazione normativa in tema sanitario, le richieste che arrivano dal mondo della ristorazione e dell’intrattenimento guardano alla congiuntura, con la necessità di nuovi ristori economici, di una proroga dei debiti contratti durante il Covid e l’introduzione di incisive misure per contrastare la spinta inflazionistica, che rischia di compromettere la ripartenza dei consumi. Altre richieste, seppur non meno urgenti, gettano poi lo sguardo a temi strutturali per il settore come quelli che riguardano le politiche del lavoro e il sostegno allo sviluppo e la valorizzazione delle competenze nel settore.
Il commento di Fipe-Confcommercio: «Le imprese sono un patrimonio da tutelare»
«Siamo consapevoli della difficoltà in cui si trova il Paese – spiegano da Fipe-Confcommercio – ma è evidente che le imprese sono un patrimonio che va tutelato perché fondamentali per la crescita e per la tenuta dell’occupazione. Occorre intervenire subito per tenere sotto controllo i costi e per semplificare le regole con l’obiettivo di far ripartire i consumi e, il turismo decisivo per il rilancio dell’economia di tutte le aree del nostro Paese».