Balneari: con Mattarella a fianco, la Meloni cercherà di emanare bandi di gara

Mattarella ha promulgato il Milleproroghe con riserve, sottolineando la necessità dell'iniziativa di governo e Parlamento per correggere le norme sui balneari. Meloni e il ministro Fitto al lavoro prima della bocciatura Ue

25 febbraio 2023 | 10:19

Che fosse un cammino tortuoso, lo si era capito. La questione balneari si fa sempre più complicata. Ora, la norma sulle concessioni, che prevede il posticipo della messa a bando di un anno (e fino al 2025 "in presenza di ragioni oggettive che impediscono l'espletamento della procedura selettiva"), è stata sì approvata dal decreto Milleproroghe, ma è anche arrivata l’immediata censura del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che, mette i puntini sulle i alla questione bandi di gara per non incorrere nella procedura di infrazione della Ue, che da tempo chiede che le concessioni sulle spiagge siano sottoposte a concorrenza. Un intervento quello di Mattarella che era nell’aria e che la premier Giorgia Meloni ha ben accolto, visto che lei stessa aveva provato ad aprire a modifiche proprio per non incorrere nei rilievi del Quirinale e allo scontro con l’Europa. E se ciò accadesse, se cioè la Corte di giustizia europea bocciasse la norma «per i balneari sarebbe un disastro», ammettono fonti di FdI. Situazione che nei giorni scorsi però non era stata presa in considerazione da tutti i politici: sui balneari, bacino di voti di tutti i partiti del centrodestra, la resistenza è stata feroce, nonostante anche il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, incontrandosi con le associazioni di categoria, avesse tentato di aprire un dialogo, trovandosi però di fronte un muro. Ora a sostegno della Meloni è arrivato però anche Mattarella, il cui intervento potrebbe essere perfino utile per riaprire un tavolo con le categorie ed arrivare a modifiche prima che sia troppo tardi.


Il “muro” del Centrodestra

Il Governo, dunque, si mette al lavoro per cercare di salvare il salvabile, cercando di emanare bandi di gara. E toccherà proprio a il ministro Fitto di cercare un accordo con l’Unione europea sui balneari, che “protetti” dal centrodestra non hanno ceduto su nulla. E il Governo non aveva forzato, nonostante, nei giorni scorsi al Senato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, aveva avvertito i capigruppo del centrodestra: il Quirinale si oppone alla norma, e potrebbe perfino non promulgare la legge rinviandola alle Camere. Ma trasversalmente sia da FdI sia soprattutto da Lega e Forza Italia, con in testa l’azzurro Maurizio Gasparri e il capogruppo leghista Massimiliano Romeo, non avevano voluto sentire ragioni.

 


Il rischio dell’opposizione europea

Ma ora, appunto, come dicevamo, il Governo Meloni ha l’asso nella manica per trovare una soluzione allo stallo: il monito di Mattarella e l’avvertimento che, se non si arriverà a un’intesa e la Corte europea dovesse aprire la procedura contro l’Italia, potrebbero essere le singole procure a disapplicare la norma che proroga le concessioni. Per questo urgono modifiche, prima che sia troppo tardi…

Cosa può succedere all’Italia

D’altronde l'Europa, attraverso un portavoce della Commissione era stata chiara sulla necessità delle gare essendo il suolo (delle spiagge) pubblico e quindi di proprietà dello Stato: «I cittadini e le imprese italiane -  ha affermato il portavoce - hanno bisogno, senza ulteriori ritardi, di procedure trasparenti, imparziali e aperte per decidere a quale impresa debba essere concesso il diritto di utilizzare il suolo pubblico, in questo caso le spiagge, per offrire i propri servizi. Bruxelles continua a seguire da vicino gli sviluppi sulla riforma delle concessioni in Italia» che, evidenzia il portavoce, «è già oggetto di una procedura d'infrazione» avviata nei confronti dell’Italia nel 2020 e ribadita nel novembre 2021.


Secondo l'ex presidente del Consiglio di Stato e della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio «il rischio di una procedura di infrazione è serio. E ci sono segnali forti di una pronuncia rapida, perché pende già una questione pregiudiziale davanti alla Corte di Giustizia Ue, che ha deciso la procedura accelerata. Il che prelude a una sentenza rapida e dall'esito facilmente prevedibile, visti i termini cristallini della questione».


Per Assobalneari la proroga è necessaria

Assobalneari ha sempre sostenuto la necessità di una proroga per preservare i livelli occupazionali e si è espressa in termini positivi all'introduzione dell'emendamento sulla proroga all'interno del milleproroghe. Il provvedimento, secondo il presidente dell'associazione Fabrizio Licordari, tutela «le imprese italiane dagli attacchi di Bruxelles che vorrebbero gare per tutte le attività, del nostro Paese che ancora resistono agli assalti delle Multinazionali come invece non hanno saputo sostenere le piccole attività commerciali di prossimità. Mi riferisco alle imprese balneari, campeggi, porti turistici, ristoranti, alberghi, ormeggiatori, imprese della nautica, ma anche i taxi, gli ambulanti per citarne alcuni».


La messa in mora dell'Italia da parte della Ue il 3 dicembre 2020.La Commissione chiede all'Italia di garantire trasparenza e parità di trattamento per quanto riguarda le concessioni balneari   La Commissione ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all'Italia in merito al rilascio di autorizzazioni relative all'uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi (concessioni balneari). Gli Stati membri sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (ad esempio le spiagge), siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi. L'obiettivo è fornire a tutti i prestatori di servizi interessati - attuali e futuri - la possibilità di competere per l'accesso a tali risorse limitate, di promuovere l'innovazione e la concorrenza leale e offrire vantaggi ai consumatori e alle imprese, proteggendo nel contempo i cittadini dal rischio di monopolizzazione di tali risorse.


In una sentenza del 14 luglio 2016 emessa a seguito di un rinvio pregiudiziale del Tribunale amministrativo regionale della Lombardia (cause riunite C-458/14 e C-67/15), la Corte di giustizia dell'Unione europea ha stabilito che la normativa pertinente e la pratica esistente a quel tempo in Italia di prorogare automaticamente le autorizzazioni vigenti delle concessioni balneari erano incompatibili con il diritto dell'Unione. L'Italia non ha attuato la sentenza della Corte. Inoltre, l'Italia da allora ha prorogato ulteriormente le autorizzazioni vigenti fino alla fine del 2033 e ha vietato alle autorità locali di avviare o proseguire procedimenti pubblici di selezione per l'assegnazione di concessioni, che altrimenti sarebbero scadute, violando il diritto dell'Unione. La Commissione ritiene che la normativa italiana, oltre a essere incompatibile con il diritto dell'Ue, sia in contrasto con la sostanza della sentenza della Cgue sopra menzionata e crei incertezza giuridica per i servizi turistici balneari, scoraggi gli investimenti in un settore fondamentale per l'economia italiana e già duramente colpito dalla pandemia di coronavirus, causando nel contempo una perdita di reddito potenzialmente significativa per le autorità locali italiane. L'Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere alle argomentazioni sollevate dalla Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

 

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Alberto Lupini


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