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Aperture illecite o altre trattative? Ristoratori divisi sulle proteste contro il Governo

Alcuni gestori stanno organizzando aperture non consentite a partire dal 15 gennaio forti dell'hashtag #ioapro. La Fipe ha subito espresso parere contrario rilanciando sull'importanza di un confronto col Governo e sottolineando che l'iniziativa potrebbe essere un boomerang per il settore. All'iniziativa parteciperebbero palestre, ristoranti e bar.

 
13 gennaio 2021 | 13:15

Aperture illecite o altre trattative? Ristoratori divisi sulle proteste contro il Governo

Alcuni gestori stanno organizzando aperture non consentite a partire dal 15 gennaio forti dell'hashtag #ioapro. La Fipe ha subito espresso parere contrario rilanciando sull'importanza di un confronto col Governo e sottolineando che l'iniziativa potrebbe essere un boomerang per il settore. All'iniziativa parteciperebbero palestre, ristoranti e bar.

13 gennaio 2021 | 13:15
 

Nelle zone rosse ristoranti chiusi, in quelle arancioni pure, nelle gialle cucina e sala potrebbero riaprire, ma il giallo ora non è più così giallo e quindi a cena si deve chiudere e nei weekend anche perché si torna arancioni. E, come se non bastasse, stop all’asporto per i bar dalle 18. Insomma chiusure, chiusure e ancora chiusure. Ma c’è chi non ne può più e allora si tappa le orecchie e spalanca le porte dei propri locali alla faccia dei decreti.

Sono i ristoratori di tutta Italia che hanno risposto all’hashtag #ioapro lanciato su Facebook dal ristoratore marchigiano Umberto Carriera che tra Pesaro e Fano è titolare di sei ristoranti della catena Carriera’s group. Il progetto prevede di riaprire i locali a partire da venerdì 15 gennaio e di proseguire ad oltranza. Molti i ristoratori che hanno garantito l’adesione, ma da parte delle associazioni di categoria (Fipe in testa) sono subito arrivati messaggi volti a placare questa reazione che rischia di vanificare tutti gli sforzi istituzionali che si stanno mettendo in campo per convincere il Governo a tornare sui suoi passi.

Aprire illecitamente o affidarsi alle associazioni? - Aperture illecite o altre trattative? Ristoratori divisi sulle proteste

Aprire illecitamente o affidarsi alle associazioni?

#ioapro: Ristoranti aperti nel rispetto dei protocolli, ma contro il Decreto
L’iniziativa #ioapro ha cavalcato quella originaria lanciata invece a Cagliari, da Maurizio Stara, proprietario del pub Red Fox che in un post Facebook di inizio gennaio diceva: "Non spengo più la mia insegna, io apro. La nostra è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19".

A Italia a Tavola ha confermato: «Il nostro è un grido d’aiuto per far capire quello che stiamo passando, abbiamo lanciato questa iniziativa che ora è passata nelle mandi di Umberto Carriera e altri ristoratori i quali stanno facendo un gran lavoro per raccogliere adesioni».

E le adesioni non mancano. Essendo un’iniziativa social, poco ufficiale e basata molto sulla pancia e sulle iniziative personali i numeri non ci sono, ma a giudicare dalla bacheca ufficiale dell’evento “Iapro1501” saranno in tantissimi, almeno a parola. Poi, come qualche utente nei commenti ha giustamente sottolineato, bisognerà vedere davvero se i locali apriranno contro la legge. Lo chef stellato Giancarlo Perbellini ad esempio si è già detto contrario.

L’Art. 3 del DL Ponte replica, in sostanza, la struttura sanzionatoria dei precedenti Dpcm. Ne deriva che le violazioni delle misure restrittive imposte potranno esser punite:
- con una sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro, suscettibile di essere applicata sia agli esercenti che ai consumatori;
- per quanto riguarda le categorie rappresentate, con la sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni;
- eventuale configurazione a carico dei trasgressori di gravi ipotesi di reato, come i delitti colposi contro la salute pubblica di cui all’art. 452 c.p.

Umberto Carriera - Aperture illecite o altre trattative? Ristoratori divisi sulle proteste
Umberto Carriera

Gli “organizzatori” hanno pensato anche a questo però perché nel “pacchetto” offrono l’assistenza legale gratuita qualora nel corso dell’apertura dovessero avvenire dei controlli e scattare le sanzioni. Assistenza che sarà garantita anche ai clienti i quali potrebbero essere passibili di sanzioni. Ma arriveranno dei clienti a sfidare la legge?

«Noi crediamo di sì - ha spiegato Marco Guidi, segretario dello staff di Umberto Carriera - stiamo ricevendo molti messaggi di sostegno e di partecipazione anche da famiglie che hanno promesso di andare al ristorante. E tanti sono i ristoratori che ci hanno garantito l’apertura. Come ci comporteremo? Rispettando la Costituzione, ma non il decreto e quindi apriremo nel pieno rispetto della tutela della salute dei ristoratori e dei clienti, tra distanziamento, mascherine, numero massimo di commensali al tavolo, sanificazione e chiusura entro le 22 per il coprifuoco».

Fipe: Disperazione comprensibile, ma manifestazione dannosa
Pronto l’altolà di Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi che si è dissociata da questa iniziativa. «La disperazione - ha detto il direttore Roberto Calugi - è comprensibile, ma manifestare così è sbagliato perché espone a sanzioni pecuniarie e penali i ristoratori e i clienti. E poi il rischio è che così la curva dei contagi si rialzi e questo sarà evidentemente controproducente perché chi aderisce sarà responsabile di altre restrizioni; è la scusa più banale che il Governo sta adottando e che rischia di farci chiudere fino a maggio. Io dico che l’attività di rappresentanza è una cosa seria, non si fa urlando e non si conquistano facilmente consensi, mi verrebbe da chiedere dove erano tutti questi ristoratori esperti di associazionismo prima del virus…».

Contrario anche il parere del vicepresidente Fipe, Aldo Cursano: «Siamo una federazione storica per cui abbiamo un grande senso di responsabilità in questo periodo- ha detto a Italia a Tavola il vicepresidente, Aldo Cursano - e mai indurremo i nostri soci e colleghi a percorrere strade pericolose da un punto di vista di multe, ma anche di rischio penale e di chiusura dell’attività. Con iniziative simili si va a sfidare il tema della salute pubblica e quindi dei nostri clienti che sono il nostro bene più prezioso. Detto questo, è chiaro che manifestazioni così sono il simbolo di una situazione che è drammatica e rispecchia la disperazione di imprenditori senza prospettive. La necessità tuttavia di rimanere nella legge è anche dettata dal fatto che rischiamo di diventare vittime di attacchi, verremmo additati come untori e l’idea strumentalizzata per giustificare le restrizioni del Governo».

Roberto Calugi e Aldo Cursano - Aperture illecite o altre trattative? Ristoratori divisi sulle proteste
Roberto Calugi e Aldo Cursano

In un comunicato stampa ufficiale anche il presidente di Confcommercio Rimini, Gianni Indino ha tenuto a esprimere il suo dissenso: “Continueremo a lavorare per i settori messi in ginocchio dalle conseguenze della pandemia, continueremo a cercare soluzioni, a chiedere ristori a fondo perduto, moratorie e dilazioni sulle imposte, anche quelle legate alle utenze, e un efficace accesso al credito che non venga condizionato dalla burocrazia. Continueremo a pressare il Governo affinché abbandoni il balletto dell’incertezza che logora oltremodo le imprese e ponga in essere misure coerenti, strutturali e di ampio respiro anche in vista della distribuzione dei fondi del Recovery Plan. Il Cts ci dice che per evitare un’ulteriore propagazione del contagio da Covid-19 bisogna rispettare le regole: io non sono un virologo e posso solo accettare quel che dice la scienza. Le proteste, se fatte nel rispetto degli altri, sono legittime, ma attenzione a chi dice che non possono portare a sanzioni”.

Gaetano Gallà e Gianni Indino - Aperture illecite o altre trattative? Ristoratori divisi sulle proteste
Gaetano Callà e Gianni Indino

“Non abbiamo iniziato adesso, abbiamo lavorato fin dal primo giorno di lockdown ormai un anno fa - dice Gaetano Callà, presidente di Fipe della provincia di Rimini e consigliere nazionale -, anche ottenendo risultati, magari non sufficienti ma comunque fondamentali, come i vari ristori, che di certo non sarebbero arrivati senza un’azione coordinata e pressante di tutto il sistema associativo e non solo. Il presidente Fipe, Stoppani, insieme ai sindacati dei lavoratori, sarà al tavolo del ministro dello Sviluppo Economico, Patuanelli per elaborare insieme un piano organico di interventi per imprese e lavoratori dei pubblici esercizi, anche con l’obiettivo di programmare una veloce riapertura in sicurezza dei locali, garantendo anche il servizio di cena.

"Purtroppo - ha chiuso - è innegabile: circa il 40% dell’intero fatturato annuo del settore pubblici esercizi è andato in fumo ed è normale essere arrabbiati con chi impone le restrizioni, ma invito tutti alla ragionevolezza perché farsi guidare dalla rabbia porta solo problemi, perché ogni decisione magari presa in buonafede rischia di diventare un boomerang e di essere strumentalizzata per fini che nulla hanno a che fare con l’impresa”.

Da Tni un flash mob parallelo
Anche Tni-Tutela Nazionale Imprese ha voluto prendere posizione sull’idea. Il portavoce Pasquale Naccari ha fatto un appello ai ristoratori di #ioapro: «Il momento è drammatico, ma non agite di pancia. Manifestazioni sempre nelle regole».

Ecco perché ha indetto un flash mob parallelo che si svolgerà venerdì all’ora di cena e si intitolerà “#Ioaprosoloinsicurezza. Dietro lo slogan “Perché a pranzo sì e a cena no?”, venerdì dalle 20 alle 22, gli imprenditori riuniti del collettivo Tni, rappresentante 40mila aziende italiane del mondo Horeca (bar, ristoranti, alberghi), simuleranno un'apertura serale con luci e musica accesa, la sala allestita e titolari e dipendenti e clienti presenti a pranzo, che si siederanno allo stesso tavolo, rispettando il distanziamento senza somministrazione, per dimostrare che il virus non ha orario e che se si può pranzare, rispettando tutti i protocolli, si può anche cenare.

Un incontro anche con i Prefetti
Intanto giovedì 14 gennaio, gli imprenditori delle città che con Tni nei giorni scorsi hanno voluto inviare una lettera di allarme ai rispettivi Prefetti e al Governo, saranno ricevuti dagli stessi Prefetti per un confronto. in tutte le città italiane che hanno aderito, i rappresentanti saranno ricevuti dai Prefetti.

«Ci stanno uccidendo - sottolinea Gianfranco Vissani, presidente onorario RistoItalia e membro onorario di Tutela Nazionale Imprese - i ristoratori sono in ginocchio, tanti nostri dipendenti sono in attesa della cassa integrazione e il decreto ristori è solo una mancetta. Siamo tutti vittime di scelte insensate: il virus non ha orari, arriva quando vuole arrivare. In Germania, Giappone e altri Paesi hanno messo a disposizione centinaia e centinaia di miliardi sotto forma di aiuti mentre il Governo italiano va alla guerra con cavalli a dondolo e pistole a schizzo. Sono molto deluso da questa situazione».

«Ci troviamo in zona arancione, ma vogliamo anche noi partecipare all’azione dimostrativa per ribadire che i nostri locali sono sicuri - aggiunge Andrea Penzo Aiello, presidente di Veneto Imprese Unite - venerdì sera tutti i ristoranti veneti, insieme a quelli di tutta Italia, accenderanno musica e luci, apparecchieranno i tavoli e faranno sedere i propri dipendenti. Questo per dire che sono molto più sicuri i nostri spazi rispetto alle case, dove si continuano a ospitare incontri e cene senza rispettare assolutamente le regole».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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