«Annunci ingannevoli sul web» L’Ue detta le regole a Booking.com

La piattaforma di prenotazioni online dovrà adeguare il linguaggio della propria comunicazione entro il prossimo mese di luglio per non incorrere in sanzioni, com’è invece già accaduto per Tripadvisor . A deciderlo è stata un’indagine condotta dalla Commissione europea, che ha chiesto al sito una maggiore trasparenza

08 gennaio 2020 | 10:21
Più trasparenza nella comunicazione (spesso aggressiva e fuorviante), più chiarezza sui prezzi e sconti, e una distinzione netta tra le proposte che arrivano da un privato e quelle che arrivano da professionisti del settore. Sono soltanto alcune delle disposizioni dettate dalla Commissione Europea al sito di prenotazioni Booking.com (su cui era stata aperta un'indagine poco più di un anno fa anche in Italia), dopo che a metà dicembre un’indagine interna della stessa Commissione ha stabilito che alcune frasi – o, meglio, sollecitazioni – utilizzate dal portale, risultano come ingannevoli e inducono a manipolare il volere degli utenti che ricercano sulla piattaforma la sistemazione a loro più congeniale.

Booking.com è finito nel mirino della Commissione Europea

Frasi del tipo “approfitta ora, tra poco questo prezzo non sarà più disponibile” e “stanza scontatissima”, sono molto frequenti su Booking.com, ma spesso non sono veritiere. Per questo la Commissione ha chiesto al sito di correggere il tiro, adeguando il linguaggio della propria comunicazione. Lo ha fatto con una serie di paletti che la piattaforma dovrà rispettare entro il prossimo luglio; disposizioni che rientrano proprio nell’ottica di una maggiore trasparenza.

Al momento, dunque, quello della Commissione europea è soltanto un richiamo ufficiale, senza sanzioni. Ma l’inchiesta punta comunque a fare luce, ancora una volta, su ciò che accade in internet, un universo ancora privo di regole certe sulla trasparenza. Il caso di Booking.com non è certo il primo e, c’è da scommettere (forse meglio da sperare) che non sia neppure l’ultimo. Nei mesi scorsi la Corte europea si era espressa anche contro un altro colosso della rete, Tripadvisor, per via delle milioni di recensioni fasulle che, oltre a rappresentare un danno serio per tanti professionisti del settore, altro non fanno che manipolare in maniera truffaldina le scelte di altrettanto clienti di hotel e ristoranti. Per il Gufo sono scattate anche delle multe; per Booking.com – almeno per ora – ci si è limitati a un richiamo

Queste, le modifiche che Booking dovrà apportare al proprio servizio entro luglio: il sito dovrà chiarire che l’ultima camera disponibile è riferita alla sola piattaforma e non all’intera struttura; le offerte a tempo limitato dovranno rispettare i limiti indicati e non essere poi disponibili anche successivamente; si dovrà spiegare come vengono classificati i risultati e quali pagamenti ne influenzano la posizione; tutti i prezzi presentati come sconti devono rappresentare dei veri e propri risparmi reali con un confronto veritiero a quelli standard e normalmente applicati; il prezzo finale del soggiorno dovrà essere indicato in modo chiaro; le indicazioni in merito a un alloggio dovranno distinguersi tra quelle di un privato e quelle di un professionista in modo più chiaro, e, infine, gli alloggi esauriti dovranno apparire nei risultati di ricerca.

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Alberto Lupini


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