Andrea Aprea torna a Milano: apre il suo ristorante in Porta Venezia

L'ex cuoco del ristorante Vun all’hotel Park Hyatt Milano fa ufficialmente ritorno nel capoluogo meneghino: il Ristorante Andrea Aprea apre il 7 luglio all'ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati

06 luglio 2022 | 16:33

L'attesa è finita: Andrea Aprea è ufficialmente tornato a Milano. L'ex cuoco del ristorante Vun all’hotel Park Hyatt Milano, ha infatti dato vita al Ristorante Andrea Aprea Milano, che aprirà il 7 luglio in Porta Venezia e affiancherà l'impegno dello chef in Costiera Amalfitana, al Faro di Capo d'Orso

«Sono felice di poter inaugurare questo progetto che è per me il coronamento di un sogno. Abbiamo lavorato per creare un luogo dove spazio, tempo, sguardo e sapori si potessero trovare gli uni negli altri, per offrire agli ospiti un contesto emotivo e sensoriale di inedita forza e originalità - afferma Andrea Aprea - Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la mia squadra: un gruppo di professionisti di grande capacità, entusiasmo e passione. Ringrazio anche la Fondazione Luigi Rovati, con la quale il dialogo è stato una continua fonte d’ispirazione». 

Il nuovo ristorante di Andrea Aprea 

Posto all'ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati - in un magnifico edificio storico che ospiterà il Museo d’Arte della Fondazione - il Ristorante raccoglie in una cornice estetica dalle proporzioni pure tutti i valori dell'esperienza gastronomica che Aprea ha definito in un percorso di ricerca ventennale. L'ambiente, progettato dall'architetto Flaviano Capriotti, è caratterizzato da uno spazio dal grande impatto scenografico, dove una sorprendente vetrata panoramica apre lo sguardo sul parco di Porta Venezia e sullo skyline della città. Gli interni sviluppano in chiave contemporanea il rapporto tra attesa e riconsegna dell’esperienza gastronomica, creando sottili relazioni di senso con la nuova vocazione del Palazzo, il contesto di segni, i materiali nobili e il dialogo continuo con le opere d’arte site specific realizzate dagli artisti Andrea Sala e Mauro Ceolin.

Il ristorante si sviluppa su 400 mq, suddivisi in 210 mq di sala, private dining, cantina, hall d’ingresso e 190 mq di cucina. 36 coperti abitano lo spazio, con otto tavoli disposti nella sala centrale, dove lo sguardo degli ospiti incontra l’ineffabile linearità espressiva della cucina: completamente a vista. La grande sala centrale del Ristorante è caratterizzata da pareti rivestite di bucchero, la caratteristica ceramica nera con cui gli etruschi realizzavano i loro vasi. Uno scenografico lampadario circolare in vetro di Murano e foglia d’oro, realizzato su disegno, detta la centralità e dialoga con le prospettive inclinate che rendono l’intero spazio una sorta di proscenio per osservare l’alta cucina all’opera. 

 

 

Menu degustazione 

Una scenografia dei sensi, dove vivere il rapporto con il cibo, tra attesa delle premesse e condivisione delle conseguenze gustative: in una dimensione di continua sorpresa estetica, tra intimità e completezza. La cucina di Aprea, si propone infatti di innescare un processo di scambio tra differenti luoghi dell’esperienza - nel ricordo, nello sguardo, nell’olfatto, nel palato - alla ricerca di nuove esperienze attraverso cui definire il sapore della contemporaneità. Concetti che ritroviamo nei tre percorsi gastronomici proposti al pubblico:

- Contemporaneità, un percorso di 5 portate dedicato al rapporto tra memoria e innovazione
- Partenope, viaggio in 6 portate nelle suggestioni della Campania
- Signature, esperienza assoluta nella filosofia dello chef in 8 portate

Il viaggio gastronomico comincia nella scelta delle materie prime. I rapporti tra acidità, sapidità, amaro e dolcezza sono alla base delle proposte della carta, così come i rapporti formali e di consistenza dei cibi presenti nel piatto, proprio per concedere un’alternanza di vibrazioni palatali: tra morbido, sapido, acido, dolce, leggermente piccante, in un dialogo continuo tra sapori vicini e opposti.

Gli interni e i materiali 

Flaviano Capriotti ha disegnato una cornice estetica per contenere ed esprimere la filosofia gastronomica di Andrea Aprea, dando luogo ai significati, sfondo alle attese, contesto al rapporto tra forma e sostanza. Gli interni del ristorante sono stati pensati per creare un percorso conoscitivo e di sorpresa, in una continua alternanza tra chiaro e scuro, come nel dialogo tra le superfici di bucchero nero e il lungo percorso vetrato, pensato per conferire un senso di intensità teatrale allo spazio.

Le pareti ed il soffitto della sala centrale corrono inclinate per indirizzare lo sguardo verso la cucina a vista che risulta il centro di tutta la rappresentazione e il contrappunto estetico dell’esperienza palatale. Effetti scenici dettati a creare sorpresa e stupore, rendono il rapporto tra movimento e svelamento dello spazio in una sequenza di graduali scoperte.

I materiali sono puri, lasciati al loro stato naturale, privi di decoro o colore aggiunto; le texture sono quelle dei materiali stessi: il legno, il bucchero, il gesso e la pietra. Il progetto nel suo insieme non aggiunge orpelli o rende concessioni alla leziosità. Lo spazio resta intatto, nel favorire la concentrazione verso l'esperienza dei sensi, dove unico protagonista deve essere il rapporto tra uomo e cibo, intimità del gusto e stupore dello sguardo.

C'è anche il Caffè Bistrot 

Nella segreta corte verde del palazzo di Corso Venezia 52, si apre anche un inedito concetto di Caffè Bistrot per il quale Aprea ha ridefinito i canoni della cucina popolare attraverso una selezione di grandi classici proposti al pubblico in purezza. Uno spazio capace di evocare la tradizione delle caffetterie della Milano cosmopolita e borghese del primo '900, ricca di suggestioni offerte dalla materia e dal colore per fare da cornice a un modo diverso di intendere il rapporto tra tempo e cibo. Il bistrot ruota attorno ad un iconico bancone semi circolare, per mettere in scena i fondamentali della cucina italiana, dalla colazione alla cena, con un’offerta capace di accogliere ad ogni ora il desiderio di convivialità e buon gusto.

22 i coperti all’interno dello spazio vetrato cui si aggiungono 12 en plein air, nel dehor che si affaccia sul giardino segreto del Palazzo. Lo spazio – disegnato come il ristorante dall’architetto Flaviano Capriotti - esprime in una linguistica contemporanea i temi caratteristici della migliore tradizione del design milanese, per offrire agli ospiti della Fondazione e al pubblico cittadino un nuovo luogo dove coniugare bellezza, natura, buon gusto e savoir faire. 

La cantina e la carta dei vini 

La carta dei vini, composta da 650 etichette provenienti da tutto il mondo, racconta una storia di trasformazione di emozioni in sapori, di luoghi e clima in note olfattive. La selezione è infatti un elemento fondamentale dell’esperienza. Non solo nella nobiltà di grandi cantine, nel blasone dei marchi che fanno la storia dell'enologia, ma anche in piccole perle rare che testimoniano storie di amore per il territorio. La scelta dei vini e degli spiriti fa parte del percorso di conoscenza e scoperta di territori e tradizioni. L’ospite è trascinato alle pendici di colline e alla sommità di paesaggi lontani entrando in relazione con ciò che abita il piatto, dialoga con le pietanze aggiungendo livelli ulteriori di percezione. 

Arte in evidenza 

Il legame con Fondazione Luigi Rovati si esprime con la presenza all’interno degli spazi del Ristorante e del Caffè bistrot di opere d’arte della collezione del Museo. Alcune opere sono state realizzate per questi spazi. In particolare, il timpano che si affaccia sulla vetrata del Ristorante accoglie l’opera dell’artista Andrea Sala, “Il vestito di un riflesso”. L’ospite, nel sedersi al tavolo, avrà la sensazione di vedere un riflesso: una serie di forme di seminato veneziano che compongono un paesaggio. Nel caffè-bistrot Mauro Ceolin è il primo protagonista del progetto di promozione dell’arte italiana sviluppato dalla Fondazione in collaborazione con lo Chef. Sulla parete l’acquarello dal titolo “Entrare nel tempo, omaggio a L.R.” lascerà il posto in futuro ad altre interpretazioni visive nello spirito della Fondazione. Arricchiscono gli spazi del ristorante altre opere degli artisti Thomas Ruff, Mimmo Jodice, Giulio Paolini, William Kentridge

Ristorante Andrea Aprea Milano 
Corso Venezia 52, 20121 Milano MI
Tel. 02 38273030

 

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Alberto Lupini


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