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Alberghi e agriturismi, la grande crisi: crollano le presenze in campagna e nelle città d'arte

Coldiretti segnala un milione di arrivi in meno rispetto al 2019 nelle strutture ricettive agresti. Anche Federalberghi lancia l'allarme: «Senza Cassa Covid situazione insostenibile»

 
18 gennaio 2022 | 12:56

Alberghi e agriturismi, la grande crisi: crollano le presenze in campagna e nelle città d'arte

Coldiretti segnala un milione di arrivi in meno rispetto al 2019 nelle strutture ricettive agresti. Anche Federalberghi lancia l'allarme: «Senza Cassa Covid situazione insostenibile»

18 gennaio 2022 | 12:56
 

Alberghi e agriturismi, è ancora il tempo della grande crisi. A lanciare l'allarme, numeri alla mano, sono Coldiretti e Federalberghi, che tracciano un quadro drammatico e chiedono il sostegno da parte dello Stato

Alberghi e agriturismi, la grande crisi: crollano le presenze in campagna e nelle città d'arte

Nelle campagne un milione di arrivi in meno

L'impennata dei contagi sta colpendo duramente il comparto degli agriturismi, che già avevano chiuso il 2021 con un milione di presenze in meno rispetto al 2019, ultimo anno senza pandemia. Un dato ancor di più drammatico se si prende in considerazione anche il 2020, quando gli arrivi furono 2,2 milioni, il 41,3% in meno del 2019 e dato più basso dal 2010. Insomma, una situazione critica che non è stata colmata da una pur buona presenza durante i mesi estivi. A pesare è soprattutto l'assenza di clienti stranieri. Nel 2021 sono stati infatti 669mila, 1,1 milioni in meno rispetto al 2019, per un fatturato sceso a 802 milioni di euro, di fatto dimezzato (49%). 

«L’arrivo in questi giorni dei contributi previsti dal decreto del Ministero del turismo del 24 agosto 2021, a favore delle imprese turistico-ricettive, per effetto della nuova crisi non è sufficiente a garantire la sostenibilità economica ed occupazionale delle strutture per le quali – ha sottolineato la Coldiretti – Serve ora prevedere nuove misure di sostegno». 

 

Piangono anche le città d'arte 

Anche nelle città d'arte, basti pensare a Milano e a Firenze la nuova ondata Covid (e la ripresa dello smart working) ha portato un'ulteriore riduzione delle già scarse prenotazioni effettuate. Anche in questo caso, come per gli agriturismi, il quadro diventa maggiormente critico laddove il mercato si poggia storicamente su flussi provenienti dall'estero. «Le grandi città, che nel 2019 rappresentavano un quinto delle presenze turistiche registrate in Italia, hanno subito un crollo del 71% nel 2021: è pressoché impossibile sopravvivere con questi dati - ha evidenziato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi - Non stupisce quindi che molte imprese siano chiuse da marzo 2020 e che molte altre purtroppo torneranno a chiudere nei prossimi giorni, a causa di una domanda stagnante e del clima d’incertezza generalizzato. A fronte di ciò non hanno ad oggi trovato riscontro i pressanti inviti rivolti al Governo e al Parlamento per l’adozione di misure emergenziali in favore del settore che abbiamo a più riprese congiuntamente richiesto e, in particolare, la proroga degli ammortizzatori sociali Covid-19». I 

In relazione a quest’ultimo aspetto, l’impedimento nel poter fare ricorso all’integrazione salariale di emergenza sta portando – nelle realtà maggiormente colpite dalla crisi – alle aperture di tavoli sindacali per la riduzione di personale. 

 

 

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