Agroalimentare italiano negli Usa I dazi di Trump preoccupano il settore

Tra le iniziative più impopolari che Donald Trump ha preso dall’inizio del suo mandato c’è l’aumento dei dazi per l’esportazione di prodotti europei negli Usa che ha fatto preoccupare non poco l’agroalimentare italiano . Una situazione tutta da monitorare visti i numeri importanti del Made in Italy negli States

12 marzo 2018 | 11:04
I prodotti agroalimentari che dal nostro Paese “emigrano” sul mercato statunitense ammontano a circa 4 miliardi di euro e, dato ancor più importante, hanno fatto registrare negli ultimi anni significative percentuali di crescita: dal 2014 un miliardo in più, da 3 a 4, con un balzo del 33%. Il peso delle esportazioni agroalimentari negli Usa non è indifferente visto che pesano per il 10% rispetto al totale delle esportazioni agroalimentari italiane nel mondo, che ammontano a 40 miliardi.



Il mercato statunitense inoltre rappresenta uno sbocco prioritario per alcune delle produzioni italiane di eccellenza, dal vino ai formaggi, dalla pasta all’olio. La prima voce dell’export verso gli Stati Uniti è sempre in mano al vino, con esportazioni pari a 1,2 miliardi di euro. L’altra voce prioritaria delle esportazioni Oltreoceano è quella dei formaggi e latticini, il cui valore è pari a 265 milioni di euro. In questo caso le esportazioni sono trainate soprattutto dalle vendite dei principali prodotti Dop (Denominazione di origine protetta) come Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Seguono pasta, olio e derivati del pomodoro.

«Speriamo che le misure protezionistiche non si allarghino dall’acciaio ad altri settori. Purtroppo siamo preoccupati perché sono gli stessi importatori americani ad averci messo in guardia». Giorgio Mercuri è presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari e in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera non nasconde tutta la preoccupazione che serpeggia tra gli addetti ai lavori. Mercuri spiega che la preoccupazione si basa «sul fatto che Trump non ha mai chiarito bene la questione dazi, non ha messo punti fermi. E se la sensazione degli importatori agroalimentari americani è di un allargamento delle misure, noi dobbiamo preoccuparci». La tensione, come spiega lo stesso Mercuri, è tanta. «In primo luogo perché lo dicono i numeri.


Giorgio Mercuri

Dal 2014 al 2017 l’incremento verso i soli Stati Uniti delle esportazioni agroalimentari italiane è stato di 1 miliardo, da 3 a 4, più 33%. Il peso di quei 4 miliardi verso gli Usa, rispetto ai 40 miliardi complessivi dell’export agroalimentare, è pari al 10%. E poi c’è da considerare anche il momento in cui potrebbero arrivare queste restrizioni».

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Alberto Lupini


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