Affitti brevi, via alla sperimentazione del Cin: cosa c'è da sapere

Il Codice identificativo nazionale (Cin) per gli affitti brevi entra in vigore, con una prima fase di sperimentazione in Puglia: stop all'abusivismo, tutela dei consumatori e maggiore trasparenza nel comparto

31 maggio 2024 | 11:23

Trasparenza per gli utenti e lotta al sommerso: da lunedì 3 giugno parte la sperimentazione del Codice identificativo nazionale (Cin) per gli affitti brevi. Un tassello fondamentale per regolamentare un comparto in crescita, con oltre 500mila unità immobiliari interessate secondo le stime di Aigab (l'associazione dei property managers in Italia). Il via libera è arrivato il 30 maggio dalla Conferenza Stato-Regioni al decreto che disciplina l'interoperabilità della Banca dati nazionale delle strutture ricettive.

«La Banca dati delle strutture ricettive - spiega il ministro del Turismo, Daniela Santanchè - è frutto di un importante lavoro tecnico condotto e coordinato dal ministero e portato avanti in maniera sinergica e condivisa con Regioni e Province autonome. Con questa piattaforma, basata sul modello di interoperabilità, dotiamo finalmente il sistema ricettivo e l'industria turistica di uno strumento di contrasto all'abusivismo e di tutela del consumatore».

Come funziona il Cin? Obblighi e sanzioni

Il Cin è un codice univoco che dovrà essere obbligatoriamente esposto all'esterno delle strutture ricettive e negli annunci online. Per ottenerlo, basterà accedere alla piattaforma del ministero del Turismo a partire da settembre, previa registrazione con Spid. Chi ha già un codice regionale potrà integrarlo con i dati mancanti per ottenere il Cin. Per le nuove strutture, invece, sarà necessario effettuare una richiesta completa.

Dal 1° settembre, l'obbligo di esporre il Cin sarà tassativo. Chiunque lo ignorerà rischia una multa da 800 a 8mila euro. Sanzioni da 500 a 5mila euro anche per chi non inserisce il codice negli annunci. Inoltre, per le strutture turistiche esercitate in forma imprenditoriale, scatterà l'obbligo di dotarsi di dispositivi per il rilevamento di gas combustibili e monossido di carbonio, oltre che di estintori portatili. In questo caso la sanzione per eventuali mancanze (fino a 6mila euro) scatterà solo per chi esercita l'attività turistica in forma imprenditoriale.

Nelle prime fasi, le Regioni invieranno alla banca dati nazionale un set minimo di dati per identificare le strutture. A regime, il sistema sarà interoperabile, consentendo l'accesso e la consultazione dei dati da parte di tutte le autorità competenti.

Cin, scattano le sperimentazioni: le reazioni

Positive le reazioni: «Con l'avvio della Banca dati delle strutture ricettive e il rilascio del Codice identificativo nazionale (Cin) il settore si doterà di uno strumento di trasparenza dell'offerta a tutela delle imprese e dei consumatori», dice Maria Carmela Colaiacovo, presidente dell'Associazione italiana Confindustria Alberghi. Aigab, l'associazione italiana affitti brevi valuta «con favore l'avvio di una fase di test graduale sull'implementazione della banca dati». Per il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, l'iniziativa diomstra «che si sta procedendo nella direzione giusta».

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Alberto Lupini


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