Affitti brevi, ecco cosa cambierà con il Cin: norme, sanzioni e tasse

Dal 1° settembre il Codice identificativo nazionale diventa obbligatorio, multe fino a 8mila euro per chi affitterà la propria struttura senza Cin: ecco tutto quello che devono sapere i proprietari

05 agosto 2024 | 17:19

Con l'obiettivo di regolamentare un settore in rapida espansione e contrastare le irregolarità, il Ministero del Turismo ha introdotto una serie di novità che entreranno in vigore nei prossimi mesi. Dal 1° settembre il Codice identificativo nazionale (Cin) diventa obbligatorio.

Cos'è il Cin e come funziona?

Questo codice unico, valido su tutto il territorio nazionale, dovrà essere indicato in tutti gli annunci online e esposto nelle strutture ricettive. L'obiettivo è garantire maggiore trasparenza e facilitare i controlli.

Chi non rispetterà le nuove norme rischierà multe salate. Chi affitterà la propria struttura senza il Cin rischierà multe salate, fino a 8.000 euro. Inoltre, chi pubblicizzerà l'immobile online senza il codice dovrà pagare una multa di 5.000 euro. Il Cin dovrà essere esposto in modo visibile all'esterno della struttura. Le sanzioni riguarderanno non solo la mancanza del Cin, ma anche l'assenza dei requisiti di sicurezza, come rilevatori di gas e estintori, e la violazione delle norme relative alla gestione imprenditoriale degli affitti.

Cin, cosa cambia per i proprietari?

Entro 24 ore dall'arrivo, i proprietari dovranno comunicare le generalità degli ospiti alle questure tramite il sito "alloggiati.web". Gli immobili destinati agli affitti brevi dovranno essere dotati di specifici dispositivi di sicurezza. Chi affitta più di quattro immobili dovrà aprire una partita Iva e presentare la Scia. Gli annunci pubblicati su piattaforme come ad esempio Airbnb e Booking.com dovranno obbligatoriamente riportare il Cin.

I proprietari potranno scegliere tra la cedolare secca e la tassazione ordinaria. La cedolare secca è generalmente più conveniente e prevede aliquote ridotte sui redditi derivanti dagli affitti. l regime fiscale per le locazioni brevi prevede un'aliquota del 21% per un unico immobile. Nel caso di locazione di due o quattro unità immobiliari, l'aliquota del 21% si applica al reddito derivante dall'immobile con il canone più elevato, mentre per gli altri immobili si applica l'aliquota del 26%. In presenza di un intermediario, quest'ultimo opera come sostituto d'imposta, trattenendo l'imposta del 21% sui corrispettivi percepiti.

Perché il Cin è importante?

Il Cin serve a rendere più tracciabili gli affitti brevi, facilitando i controlli e contrastando l'evasione fiscale, ma anche a tutelare i turisti garantendo standard di sicurezza e qualità più elevati. In questo modo, inoltre si uniformano le regole a livello nazionale dato che si eliminano le disparità tra le diverse regioni.

Le organizzazioni di categoria accolgono con favore l'introduzione del Cin, sottolineando la necessità di regolamentare un settore che negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale. L'obiettivo è quello di garantire condizioni di concorrenza leali tra le diverse strutture ricettive e di tutelare i consumatori.

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Alberto Lupini


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