Accoglienza? No, per la scienza il pane al ristorante serve a farci spendere di più
Ad affermarlo, su TikTok, è il neuroscienziato Daniel G. Amen, che in una clip spiega come dietro questo gesto apparentemente innocuo si nasconda in realtà una strategia ben precisa per stimolare il consumo
E se il tanto famigliare cestino del pane, quando andiamo a mangiare fuori, fosse un' "arma" a disposizione del ristoratore per farci spendere di più? Secondo la scienza sarebbe proprio così: pane e vino, serviti all'inizio del pasto e consumati dai commensali, inducono i commensali stessi a ordinare di più di quanto non avrebbero fatto altrimenti.
Che sia in trattoria oppure in un ristorante stellato, a pranzo o a cena, un aspetto comune è il cestino del pane (magari con anche qualche grissino in "allegato") portato dal cameriere dopo pochi secondi esserci messi a tavola. Una consuetudine diffusa, anche in virtù del pagamento del tanto discusso coperto (sovrapprezzo in alcune regioni, come il Lazio, tra l'altro nemmeno legittimo) che comprende, per l'appunto, il cestino del pane, oltre al servizio in sé. Per qualcuno è una forma di accoglienza, per benvolere subito l'ospite, per altri è un bel modo per cominciare a sgranocchiare qualcosa in attesa della prima portata. Ma se dietro il servizio del pane ci fosse qualcosa di più? Qualcosa, per certi versi, di più "subdolo": e se il pane ci venisse servito, subito, a tavola per farci spendere di più? È la teoria del neuroscienziato Daniel G. Amen, che afferma come dietro questo gesto apparentemente innocuo si nasconda in realtà una strategia ben precisa per stimolare il consumo.
Il pane al ristorante per farci spendere di più: la teoria scientifica
Insomma, la massima che ci siamo sentiti dire sin da bambini dai nostri genitori al ristorante: «Non abbuffarti di pane che poi non mangi nient'altro» sarebbe solamente un falso mito. E a dirlo è direttamente la scienza. Daniel G. Amen, membro onorario dell'American Psychiatric Association e rinomato esperto di tomografia cerebrale, ha presentato la sua teoria non in un convegno scientifico, bensì in un video TikTok. Piattaforma che senza dubbio gli permette di parlare a una vastissima platea di pubblico.
Secondo Amen, il pane agisce sul lobo frontale del cervello, stimolando la produzione di serotonina, l'ormone della felicità. Questo aumento della serotonina, combinato con i tannini presenti nel vino rosso, contribuirebbe a creare uno stato di spensieratezza e predisporrebbe i clienti a ordinare più cibo e spendere di più.
Più fame a causa del pane? Tutta colpa dei carboidrati
La spiegazione scientifica di Amen si basa sul fatto che i carboidrati, come quelli presenti nel pane, una volta nel sangue generano un picco glicemico, stimolando la produzione di serotonina. Analogamente pure i tannini nel vino rosso aumentano i livelli di serotonina nel cervello. Questo doppio effetto sul lobo frontale crea una sensazione di benessere e felicità, predisponendo i clienti a un consumo più abbondante. Secondo Amen, in sostanza, il pane e il vino rappresentano un investimento strategico per i ristoranti. La sensazione di benessere indotta da questi alimenti potrebbe non solo farci ordinare più cibo, ma anche convincerci a spendere di più senza rimpianti. Un altro effetto collaterale, che Amen non ha menzionato ma che hanno messo in risalto altri esperti, è che mangiare pane può far aumentare il livello di zucchero nel sangue e poi abbassarlo rapidamente, facendoci sentire più affamati e, quindi, spingendoci a ordinare di più.
Anche in virtù di queste teorie, insomma, la prossima volta che ci troviamo al ristorante e ci viene servito il più classico dei cestini di pane, forse qualcuno ci penserà un paio di volte prima di addentare quella pagnotta...
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Alberto Lupini
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