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Direttiva Pacchetti, le associazioni del turismo italiano contro la revisione

Forti preoccupazioni sulla revisione della Direttiva Pacchetti, denunciando l'impatto negativo di alcune misure sugli operatori del turismo, in particolare sulle PMI. Il voto finale è previsto per giugno 2025

 
11 marzo 2025 | 11:54

Direttiva Pacchetti, le associazioni del turismo italiano contro la revisione

Forti preoccupazioni sulla revisione della Direttiva Pacchetti, denunciando l'impatto negativo di alcune misure sugli operatori del turismo, in particolare sulle PMI. Il voto finale è previsto per giugno 2025

11 marzo 2025 | 11:54
 

Le associazioni di categoria del turismo (Aiav, Aidit Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi, Fiavet Confcommercio, Fto e Maavi) hanno inviato una nota congiunta agli eurodeputati italiani, alle istituzioni europee e italiane, nonché all'Ectaa, per esprimere le proprie preoccupazioni in merito al Draft Report del 25 febbraio 2025 dell'eurodeputato Alex Agius Saliba, relativo alla proposta di modifica della Direttiva Pacchetti.

Direttiva Pacchetti, le associazioni del turismo italiano contro la revisione

La revisione della Direttiva europea sui pacchetti turistici ha trovato l'opposizione delle associazioni di categoria

Direttiva Pacchetti, cos'è

I pacchetti turistici comprendono diversi servizi combinati, come voli, trasferimenti, pasti, alloggio ed escursioni. Possono essere acquistati sia online che offline e sono offerti da operatori turistici, agenzie di viaggio, vettori e altri soggetti del settore. La varietà di servizi e operatori coinvolti rende complesso per i viaggiatori ottenere rimborsi in caso di cancellazione dovuta a eventi imprevisti, come epidemie, conflitti o calamità naturali. Il fallimento di aziende come Thomas Cook nel 2019 e la crisi legata alla COVID-19 hanno evidenziato la necessità di rafforzare la tutela dei viaggiatori. Nell'ottobre 2023, la Commissione Europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva del 2015 sui pacchetti turistici, introducendo nuove misure di protezione.

Direttiva Pacchetti, le associazioni del turismo italiano contro la revisione

I pacchetti turistici comprendono diversi servizi combinati

La proposta prevedeva che gli organizzatori di pacchetti turistici potessero ottenere il rimborso dai fornitori di servizi, come compagnie aeree e alberghi, entro sette giorni dalla cancellazione, in modo da rimborsare i clienti entro due settimane, secondo quanto stabilito dalla direttiva del 2015. Inoltre, gli acconti versati dai viaggiatori non avrebbero potuto superare il 25% del costo del pacchetto, salvo eccezioni giustificate, e il saldo non sarebbe potuto essere richiesto prima dei 28 giorni precedenti la partenza. In caso di cancellazione, le imprese avrebbero potuto proporre ai viaggiatori un buono, a condizione che questi ricevessero informazioni chiare sulle caratteristiche e sui vantaggi prima di accettarlo. I viaggiatori avranno comunque diritto a un rimborso se lo preferiscono. I buoni emessi saranno rimborsabili automaticamente e garantiti in caso di insolvenza.

Direttiva Pacchetti, le associazioni del turismo italiano contro la revisione

Le associazioni temono un impatto negativo sulla competitività del settore turistico

La proposta di revisione della Direttiva Pacchetti, pubblicata dalla Commissione Europea a novembre 2024, è stata oggetto di un negoziato tra le istituzioni europee e le parti coinvolte nel settore turistico. Durante le interlocuzioni con il Governo italiano, rappresentato dal ministero del Turismo, erano stati eliminati alcuni elementi considerati critici che avrebbero potuto rendere la normativa difficile da applicare nel mercato. Il compromesso raggiunto era stato approvato dal Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti) a dicembre 2024, trovando un equilibrio tra le esigenze dell'industria turistica e la tutela dei consumatori.

Direttiva Pacchetti, operatori critici

Le associazioni di categoria contestano diversi emendamenti introdotti nella relazione del deputato Saliba, in particolare l'articolo 5 bis, che prevede il limite del 25% per gli acconti dei pacchetti turistici, la richiesta del saldo non prima di 28 giorni dall'inizio del pacchetto turistico e la possibilità per ogni Stato membro di imporre la costituzione di un conto vincolato per gli acconti dei consumatori. Queste misure, secondo le associazioni, avrebbero un impatto negativo sulla competitività del settore turistico, uniformando i termini economici di vendita a livello europeo e limitando la libera concorrenza. Inoltre, la gestione finanziaria delle prenotazioni anticipate (advanced booking) risulterebbe compromessa, rendendo più difficile per le imprese turistiche sostenere i costi operativi.

Direttiva Pacchetti, gli effetti economici

L'obbligo di richiedere il saldo solo 28 giorni prima della partenza comporterebbe per gli operatori l'anticipo delle spese senza garanzie di incasso, con possibili difficoltà finanziarie per molte aziende, in particolare le piccole e medie imprese. L'introduzione di un conto vincolato per gli acconti si aggiungerebbe agli obblighi già previsti per la garanzia di insolvenza e fallimento, aumentando gli oneri amministrativi e finanziari per gli operatori del settore.

Direttiva Pacchetti, le associazioni del turismo italiano contro la revisione

Le associazioni chiedono un intervento delle istituzioni italiane ed europee per rivedere le proposte più critiche

Un altro punto critico riguarda la previsione di recesso per circostanze straordinarie, senza una chiara delimitazione dei criteri applicabili. Le associazioni sottolineano la necessità di specificare che tali circostanze si riferiscano esclusivamente a eventi di portata generale, come catastrofi naturali o pandemie, evitando interpretazioni soggettive legate a impedimenti personali del consumatore. Inoltre, l'inserimento di un nuovo comma nell'articolo 12 prevede il rimborso integrale del viaggio in caso di avviso ufficiale di sicurezza emanato 28 giorni prima della partenza. Questa misura potrebbe creare incertezze per gli operatori turistici, con il rischio di cancellazioni e rimborsi su vasta scala.

Direttive Pacchetti, il nodo reclami

Tra le modifiche proposte vi è anche una nuova disciplina per la gestione dei reclami, che imporrebbe agli operatori turistici l'obbligo di fornire una risposta entro 21 giorni. Le sanzioni previste in caso di mancato rispetto di questa tempistica sarebbero particolarmente severe, arrivando fino al 4% del fatturato annuo dell'azienda. Secondo le associazioni, tali misure sono state introdotte in risposta a eventi straordinari come la pandemia di Covid-19 e il fallimento di Thomas Cook, ma non riflettono le normali dinamiche del mercato turistico. L'adozione di queste disposizioni potrebbe penalizzare soprattutto le imprese di dimensioni minori, favorendo operatori con maggiori disponibilità finanziarie.

Direttiva Pacchetti, una norma da rivedere

Le associazioni firmatarie della nota chiedono un intervento delle istituzioni italiane ed europee per rivedere le proposte più critiche contenute nella revisione della Direttiva Pacchetti. In particolare, sollecitano un impegno da parte degli europarlamentari italiani e del Governo per evitare l'introduzione di norme che potrebbero mettere in difficoltà il settore del turismo organizzato.

TeamSystem

Il dibattito sulla nuova direttiva si avvia verso la fase conclusiva, con il voto finale del Parlamento Europeo previsto per il 26 giugno 2025. Nel frattempo, il Ministero del Turismo italiano ha manifestato la volontà di lavorare per garantire un esito che sia equo e sostenibile per tutte le parti coinvolte.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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