La mozione di sfiducia nei confronti di Daniela Santanchè è stata respinta. Durante il dibattito in Aula, alla Camera dei Deputati, il ministro del Turismo ha parlato per la prima volta di dimissioni, ma solo come eventualità e solo dopo l’udienza preliminare riguardante il caso Inps. E durante il dibattito che ha preceduto la votazione, ci sono stati applausi che si sono levati dai banchi del suo partito, Fratelli d’Italia e anche Antonio Tajani, leader di Forza Italia, aveva annunciato un voto a favore del ministro.

Daniela Santanchè, ministro del Turismo
Sfiducia a Santanchè, il voto
La mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, presentata dal Movimento Cinque Stelle e supportata dal Partito Democratico e da Alleanza Verdi e Sinistra, è stata bocciata dall'Aula della Camera. La ministra, rinviata a giudizio per falso in bilancio nel caso Visibilia e accusata di truffa ai danni dell'Inps, ha visto 206 voti contrari, 134 favorevoli e un astenuto.
Sfiducia a Santanchè: «Valuterò da sola le dimissioni»
La ministra prima del voto aveva dichiarato: «Io rappresento tutto ciò che disprezzate, un preconcetto: non volete combattere la povertà, volete combattere la ricchezza. Sono l'emblema del male assoluto». Ha aggiunto: «Sono quella che indossa tacchi da 12 centimetri, quella del Twiga e del Billionaire. Il mio numero di telefono, sono la stessa persona che voi avete chiamato... ma mi fermo qui, perché sono una signora».

Daniela Santanchè valuterà da sola le eventuali dimissioni
Proseguendo, aveva chiarito: «Ho una certezza: i vostri attacchi e la vostra persecuzione non finiranno qui. Sarò sempre sotto attacco, sono per voi il “male assoluto”. Presto ci sarà un’altra udienza preliminare e, finora, abbiamo solo sentito l'accusa. In quell’occasione rifletterò, valutando anche le mie dimissioni. Ma lo farò da sola, senza alcuna pressione, costrizione o ricatti. Sarò guidata dal rispetto per il mio premier, per il Governo, per la maggioranza e, soprattutto, per l'amore verso il mio partito, dove non voglio mai diventare un problema, ma continuare a essere una risorsa».